L’impiego di un vaccino sperimentale contro il papillomavirus umano (HPV) si profila come una potenziale soluzione nella prevenzione di un raro ma ostinato cancro delle vie aeree noto per le sue escrescenze ostruttive recidivanti, le quali richiedono ripetuti interventi chirurgici per contenerne la crescita.
Questa scoperta rappresenta una luce di speranza per i pazienti e gli oncologi che attualmente dispongono di poche opzioni terapeutiche al di là delle procedure invasivie multiple
Trovata una cura preventiva per il Papillomavirus?
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Papillomavirus. Un esiguo studio di fase 1, condotto su quindici pazienti, ha mostrato una promettente efficacia di un vaccino sperimentale contro la papillomatosi respiratoria ricorrente, una forma neoplastica delle vie aeree superiori.
Lo studio, pubblicato su Science Translational Medicine, è stato condotto dai ricercatori del Center for Immune-Oncology, un ramo del National Cancer Institute degli Stati Uniti con sede a Bethesda, nel Maryland.
Il dottor Scott M. Norberg, capo autore dello studio, ha sottolineato che questo approccio in fase di sviluppo mira a offrire una prospettiva per la prevenzione di una condizione ancora priva di terapie definitive. Conosciamo meglio la patologia.
Incontro ravvicinato con RRP
La Papillomatosi respiratoria ricorrente (RRP) è una patologia neoplastica rara e invalidante causata da un’insidiosa infezione cronica da papillomavirus umano di tipo 6 o 11, che si manifesta con la proliferazione di papillomi nel tratto aerodigestivo superiore.
«Attualmente, non esistono terapie mediche approvate e i pazienti dipendono da ripetuti interventi di debulking per mantenere la funzionalità delle vie aeree e della voce» – spiega Norberg nella pubblicazione. I medici sono quindi alla ricerca di un approccio meno invasivo per trattare questi pazienti.
«Spesso, i pazienti devono affrontare decine o addirittura centinaia di interventi durante il corso della loro vita. A differenza di altri tumori legati all’HPV, le lesioni papillomatose nei pazienti affetti da RRP non presentano mutazioni determinanti, suggerendo che il malfunzionamento cellulare correlato all’HPV sia la principale causa della RRP», prosegue.
Sebbene gli studi di fase 1 siano considerati un passo preliminare verso test clinici più approfonditi, i risultati iniziali di questa ricerca sono significativi in quanto indicano che la vaccinazione terapeutica può potenziare la risposta immunitaria contro la RRP. Scopriamo in che modo.
«La vaccinazione terapeutica potrebbe stimolare la produzione di risposte delle cellule T dirette verso antigeni specifici e potenzialmente mostrare attività clinica in patologie virali associate», ha osservato Norberg, evidenziando l’ipotesi sostenuta durante la ricerca. Ha anche aggiunto che «l’utilizzo di piattaforme vaccinali adenovirali non umane, capaci di contenere diversi bersagli antigenici, potrebbe favorire lo sviluppo di risposte delle cellule T ad ampio spettro».
Papillomavirus: un vaccino sperimentato sui gorilla
Nella ricerca, Norberg e i suoi collaboratori hanno testato il vaccino terapeutico utilizzando un vettore di adenovirus proveniente dai gorilla. Il vettore, inattivato, ha trasportato il carico terapeutico del vaccino nelle cellule dei quindici partecipanti allo studio.
Diverse dosi dello stesso, noto come PRGN-2012, sono state somministrate a ciascun partecipante che aveva sviluppato nel tempo gravi papillomi resistenti ai trattamenti precedenti.
Risultato? Le analisi hanno indicato che il vaccino ha attivato le cellule T periferiche specifiche per l’HPV.
«Per valutare la risposta clinica al PRGN-2012, abbiamo confrontato il numero di interventi clinicamente richiesti nei dodici mesi successivi al trattamento con il numero di interventi clinicamente necessari nei dodici mesi precedenti», scrive ancora Norberg.
I risultati dello studio hanno mostrato che i pazienti hanno tollerato il vaccino senza problemi significativi, riscontrando solo lievi effetti collaterali. Tra coloro che hanno ricevuto la dose più elevata, la metà del gruppo ha manifestato risposte positive, tanto che non è stato necessario ricorrere ad alcun intervento chirurgico nell’anno successivo al trattamento.
Poiché lo studio era di fase 1, i dati ottenuti indicano un beneficio per i pazienti, suggerendo la giustificazione per ulteriori sviluppi clinici del PRGN-2012 per trattare la RRP, hanno concluso Norberg e i suoi coautori.
Fonti
Scott M. Norberg et al, Lo stato del microambiente tumorale si associa alla risposta alla vaccinazione terapeutica contro l’HPV in pazienti con papillomatosi respiratoria, Science Translational Medicine (2023). DOI: 10.1126/scitranslmed.adj0740
Informazioni sulla rivista: Science Translational Medicine
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