L’Echinococcosi cistica con 1mln di casi nel mondo, 65mila in Europa e 15mila in Italia è sotto la lente dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). L’echinococcosi cistica è una malattia infettiva di natura parassitaria che si trasmette dagli animali all’uomo. Infatti, è causata dal parassita Echinococcus granulosus, i cui ospiti principali sono cani e animali da allevamento come gli ovini.
Anche dopo il Covid, è bene continuare a igienizzarsi le mani! Così come lavare frutta e verdure coltivate a terra, dove le uova di echinococco possono arrivare. Una scarsa igiene, infatti, può causare l’infezione.
Dal momento dell’ingestione delle uova allo sviluppo delle cisti passano mesi e, a volte, anni. Per questo motivo non si possono rintracciare facilmente le cause.
Echinococcosi, cisti fino a 15 centimetri
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Le cisti parassitarie, che arrivano anche a 15 cm, possono svilupparsi in diversi organi: soprattutto nel fegato e nei polmoni, ma talvolta anche nel cervello, ossa, cuore, milza e pancreas.
Tra i problemi quello della tempistica, perché la loro diagnosi è spesso casuale e quindi con la presenza di cisti che premono su organi vitali. A tal proposito interviene sulla rivista “BenEssere” il dr. Adriano Casulli: dirigente di ricerca presso il Dipartimento di Malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità e direttore del centro di Collaborazione dell’Oms in Italia per l’Epidemiologia, la diagnosi e il controllo dell’echinococcosi cistica e alveolare nell’uomo e negli animali.
L’intervento del dr. Adriano Casulli
“Talvolta, la diagnosi avviene in maniera casuale, durante un’ecografia dell’addome eseguita per altri scopi – spiega il dr. Casulli -. Altre volte l’iter diagnostico viene avviato per indagare sintomi generici, come il dolore addominale dovuto all’effetto massa causato dalla crescita delle cisti che premono sugli organi e sui tessuti circostanti”.
In alcuni casi è di vitale importanza l’asportazione chirurgica perché una loro rottura potrebbe portare a un’echinococcosi secondaria ossia alla formazione di nuove cisti in altri organi o più raramente al decesso per shock anafilattico.
Trattamenti dell’echinococcosi cistica
I trattamenti dell’echinococcosi cistica possono variare a seconda delle dimensioni, del numero, della localizzazione e dello stadio evolutivo. La chirurgia è la più frequente, mentre più raro il controllo attraverso le ecografie.
Inoltre, spiega il dr. Casulli: “Oggi sono disponibili anche moderne tecniche percutanee che consentono di “pungere” le cisti, aspirarne il liquido e poi iniettare al loro interno una sostanza attiva nei confronti del parassita, che viene poi rispirata”.
Le cure farmacologiche, invece, non sempre riescono a devitalizzarlo e se prolungate nel tempo possono insorgere diversi effetti collaterali.
Echinococcosi cistica, 15mila casi in italia
I dati dimostrano che sono un milione le persone nel mondo ad essere infette. E secondo un recente studio condotto in Europa risultano circa 65000 infezioni umane negli ultimi 25 anni. Di quest’ultimi sono 15.000 i casi – con 25mila ospedalizzazioni – in Italia.
Dunque per la sua alta incidenza e il suo impatto sulla salute globale, l’echinococcosi cistica è stata prioritizzata dall’OMS.
Prevenzione, quali sono le azioni da fare?
Tra i consigli utili per prevenire il contagio:
- Lavare accuratamente frutta e verdura prima del consumo.
- Recintare orti e giardini per non far entrare cani randagi.
- Lavarsi le mani prima di mangiare.
Inoltre, nel caso in cui ci siano cani in casa è opportuno:
- Evitare che i cani possano mangiare i visceri crudi degli animali d’allevamento.
- Nel caso in cui si vada a caccia, smaltire correttamente gli organi degli animali cacciati, senza lasciarli nell’ambiente, per evitare che possano essere mangiati dai cani, nostri o vaganti.
- Eseguire con regolarità i trattamenti antiparassitari previsti per i cani.