ictus

L’ictus è la prima causa di disabilità in Italia e la terza in fatto di decessi. E’ quanto riporta la Società italiana ictus, che sollecita l’urgenza di rendere le cure sul territorio più omogenee.

Detto anche stroke, è una patologia che insorge all’improvviso ma che può presentare sintomi anticipatori da non sottovalutare. Si tratta di una lesione cerebro-vascolare che provoca l’alterazione delle funzioni cerebrali. Di solito si sviluppa dopo una riduzione del normale afflusso di sangue al cervello, a sua volta causata dalla rottura di una arteria (in questo caso si parla di ictus emorragico), o dalla sua ostruzione (trombosi; in questo caso si parla di ictus ischemico).

I neuroni, quando privati dell’ossigeno e delle altre sostanze vitali, muoiono. E così le alterazioni possono restare permanenti, con gravi impedimenti per il paziente colpito.

In due casi su tre sono coinvolte persone over 65. Tra i principali fattori di rischio ci sono diabete, ipertensione, colesterolo e glicemia alti. Attenzione anche alla pressione alta: la rottura dei vasi sanguigni può derivare da questo fattore di rischio; oppure da malformazioni arterovenose congenite. L’ictus emorragico rappresenta la parte minoritaria dei casi (15%), edè la forma più grave.

Ictus tra prime cause di morte in Italia, nuove linee guida

Si è detto che in Italia l’ictus è tra le prime tre cause di morte e la prima di disabilità. La maggior parte degli ictus insorge in seguito ad un’ischemia, ossia da un apporto ridotto di sangue (e quindi di ossigeno) al cervello. Ad essere colpite sono circa 185mila persone ogni anno (circa 35.000 sono recidive); di queste 45mila sopravvivono ma con conseguenze invalidanti.

Ecco perché la Società Italiana Ictus (Isa-Aii) ha redatto nuove linee guida terapeutiche. Queste ultime hanno ricevuto, nei giorni scorsi, anche l’approvazione dell’Istituto Superiore di Sanità.

L’approvazione delle nuove raccomandazioni da parte dell’Iss ci permette di guardare al futuro del trattamento dell’ictus con rinnovato ottimismo“, ha affermato Mauro Silvestrini, presidente Isa-Aii. Ogni anno, con un audit, si verificherà la loro attuazione. “Quello che ancora manca è l’attenzione al post-evento, ai disturbi che possono presentarsi anche a distanza di tempo. La spasticità è uno tra i problemi più ricorrenti: per aumentare la consapevolezza a riguardo abbiamo dato vita alla campagna di comunicazione Strike on Stroke” – ha rilevato Paola Santalucia, presidente eletto Isa-Aii.

Sintomi dell’ictus, come si riconoscono

Ci sono alcuni sintomi che non bisogna sottovalutare: se riconosciuti in tempo, infatti, possono fare la differenza per il paziente colpito da ictus.

Un formicolio persistente agli arti, slegato da altre cause, può essere un campanello d’allarme; così come sono sintomi importanti una improvvisa difficoltà di movimento e nel parlare (il paziente appare affaticato anche nei singoli termini); spesso si verifica anche una cefalea molto intensa e diversa dal solito.

In caso di ictus, chiamare immediatamente il numero delle emergenze, perché si attivi il pronto soccorso specifico. Un intervento tempestivo è fondamentale: se trattato subito (entro 6 ore), i trattamenti possono essere risolutivi e meno zone del cervello resteranno compromesse.

Prevenzione: stile di vita e alimentazione

Come forme di prevenzione dell’ictus sono molto importanti uno stile di vita attivo, ma equilibrato, con una alimentazione sana – ricca di verdure, legumi e frutta – e niente fumo di sigaretta. Può sembrare la solita raccomandazione, valida per un po’ per tutte le malattie, ma nel caso dell’ictus è davvero fondamentale. Una dieta sana, con poco sale (che alza la pressione), e povera di grassi di origine animale e alcolici (che alterano i livelli di colesterolo).