In questa guida parliamo di vittime del dovere, un particolare status connesso alla causa di servizio per i dipendenti delle Forze Armate, Comparto Sicurezza e Vigili del Fuoco, magistrati e personale prefettizio.
Lo status di vittime del dovere o quello di equiparati alle vittime del dovere dà diritto ad una serie di benefici connessi a un’infermità causata dallo svolgimento delle proprie mansioni.
L’Avv. Ezio Bonanni, il Dipartimento del Dovere e l’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto difendono le vittime di esposizione a cancerogeni e altre sostanze dannose sul lavoro, tra cui l’amianto e forniscono l’assistenza legale gratuita per fare valere i propri diritti davanti alla legge.
Vittime del dovere: chi sono? Una definizione
Indice dei contenuti
Sono vittime del dovere coloro che in servizio, in una delle attività di cui all’art. co. 563 L. 266 del 2005 hanno subito delle lesioni, che ne hanno causato l’infermità e/o la morte.
- nel contrasto ad ogni tipo di criminalità;
- nello svolgimento del servizio di ordine pubblico;
- nella vigilanza ad infrastrutture civili e militari;
- in operazioni di soccorso;
- in attività di tutela della pubblica incolumità;
- a causa di azioni recate nei loro confronti in contesti di impiego internazionale non aventi, necessariamente, carattere di ostilità.
Vittime del dovere ed equiparazione a vittime del dovere
Oltre ai profili individuati dall’art. 1 co. 563 L. 266 del 2005, si richiamano quelli per i quali si ha diritto alla equiparazione a vittime del dovere.
Sono equiparati a vittime del dovere coloro che hanno subito infermità in seguito al servizio svolto in particolari condizioni ambientali ed operative. Nel corso del tempo il perimetro di estensione del diritto si è ampliato ed ha ricompreso anche le vittime dell’amianto.
Così anche per quanto riguarda tutti gli altri agenti cancerogeni e tossico – nocivi.
Queste tutele sono particolarmente importanti per i dipendenti pubblici. In particolare, per coloro che hanno svolto servizio nelle Forze Armate (Marina Militare, Esercito, Aeronautica e Carabinieri). Così per coloro che hanno svolto servizio nel Comparto di Pubblica Sicurezza (Polizia, Polizia Penitenziaria, Vigili del Fuoco), che svolgono attività di alto rischio.
Questa tutela è stata infatti estesa a tutte le vittime di malattia professionale per causa di servizio, ai sensi dell’art. 1, co. 564, L. 266/2005, compresi i dipendenti civili.
Così, Corte di Cassazione VI Sez Lav., ordinanza n. 28696/2020.
Riconosce recentemente questo diritto ai dipendenti civili Cass. Civ., Sez. lavoro, Ord. 823 del 19.01.2021, coerente con Cass. Civ., Sez. lavoro, 4238/2019, Cass. Civ., Sez. lavoro, 20446/2019 e Cassazione, VI sezione civile, 14018 del 07.07.2020.
La causa di servizio per i dipendenti del pubblico impiego non privatizzato
Nel pubblico impiego si deve distinguere tra coloro che rientrano nella privatizzazione, rispetto a coloro per i quali si applica il precedente ordinamento. Infatti, con la Legge 214/2011, che ha convertito il Decreto Legge n. 201/2011, i dipendenti pubblici sono ora assicurati con INAIL. Ne fanno eccezione i militari. Però, per esempio, i dipendenti civili del Ministero della Difesa sono assicurati INAIL.
Per i militari e il comparto sicurezza, compresi i magistrati e il personale prefettizio e i vigili del fuoco, rimane in vigore la normativa previgente, e cioè quella della causa di servizio.
Riconoscimento anche in assenza di rapporto di lavoro
Anche in assenza di un contratto di lavoro, lo status deve essere riconosciuto in particolari condizioni. Si pensi a coloro che hanno vissuto nei dintorni dei poligoni, piuttosto per coloro che hanno lavato le tute dei coniugi. Così il Consiglio di Stato, Sent. n. 5816 del 2021.
Questo principio trova conferma da SS.UU. 22753/2018, capitolo 20: “Va, invece, ricordato che questa Corte (cfr. SU n. 233000/2016) ha riconosciuto la natura assistenziale dei benefici a favore delle vittime del dovere consistente in un sostegno che lo Stato offre a chi abbia subito un’infermità o la perdita di una persona cara a causa della prestazione di un servizio in favore di amministrazioni pubbliche da cui siano derivati particolari rischi.
La richiamata pronuncia precisa ulteriormente che tale diritto non rientra nello spettro di diritti e doveri che integrano il rapporto di lavoro subordinato dei dipendenti delle amministrazioni pubbliche. Si tratta infatti di un diritto che si colloca fuori e va al di là di tale rapporto, contrattualizzato o meno che esso sia, potendo riguardare anche soggetti che con l’amministrazione non abbiano un rapporto di lavoro subordinato ma abbiano in qualsiasi modo svolto un servizio”.
Fattori di rischio e riconoscimento dello status di vittime del dovere
Tra i diversi fattori di rischio, oltre all’amianto, ricordiamo il radon, l’uranio impoverito, le radiazioni ionizzanti e gli stessi vaccini. Infatti, in molti casi, questi cancerogeni ed agenti nocivi agiscono in sinergia.
Nei casi in cui tali lesioni siano sopraggiunte durante il compimento del proprio servizio in condizioni di rischio che esulano dall’ordinarietà, si ha diritto anche alla totale equiparazione vittime del dovere. Si fa riferimento alle particolari condizioni ambientali e operative eccedenti l’ordinarietà (art. 1, co. 564, L. 266/2005, e art. 1 del d.p.r. 243/2006), tra le quali l’esposizione ad asbesto, a nanoparticelle per proiettili all’uranio impoverito, a radiazioni ionizzanti:
“per particolari condizioni ambientali od operative, le condizioni comunque implicanti l’esistenza od anche il sopravvenire di circostanze straordinarie e fatti di servizio che hanno esposto il dipendente a maggiori rischi o fatiche, in rapporto alle ordinarie condizioni di svolgimento dei compiti di istituto”.
Fattori di rischio: amianto e vittime del dovere
La correlazione diretta tra tumori delle sierose, del polmone, laringe e gli altri organi con l’esposizione ad amianto è stata espressa anche dall’ultima monografia IARC.
“There is sufficient evidence in humans for the carcinogenicity of all forms of asbestos (chrysotile, crocidolite, amosite, tremolite, actinolite, and anthophyllite). Asbestos causes mesothelioma and cancer of the lung, larynx, and ovary”.
Il numero di vittime di questo pericoloso cancerogeno in Italia è riportato da “l libro bianco delle morti di amianto in Italia – ed. 2022.”, ad opera dell’Avv. Ezio Bonanni. Questo testo denuncia anche la grande diffusione di materiali di amianto su tutto il territorio nazionale. È possibile segnalare la presenza di aree contaminate grazie all’APP amianto.
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Amianto e vittime del dovere nelle Forze Armate e Comparto Sicurezza
L’esposizione all’amianto tra i dipendenti pubblici, soprattutto quelli impiegati nel settore della difesa e della sicurezza, è rimasta significativamente elevata nonostante il divieto introdotto dalla Legge 257/92, come dimostra la relazione finale della Commissione Parlamentare d’Inchiesta della Camera dei Deputati.
L’amianto è stato impiegato in diversi sistemi d’arma, nelle installazioni e persino nelle unità navali, aeromobili ed elicotteri. Pertanto, sono stati soggetti all’esposizione i dipendenti delle Forze Armate (Marina Militare, Esercito, Aeronautica e Carabinieri) e del Comparto Sicurezza (Polizia di Stato, Polizia Penitenziaria, Polizia Locale, Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e Guardia di Finanza).
Diritti delle vittime del dovere e Prestazioni Previdenziali
I lavoratori del settore pubblico godono del diritto al riconoscimento della causa di servizio in caso di infermità derivante da motivi legati all’attività lavorativa, con conseguente erogazione di un equo indennizzo e di una pensione privilegiata. Nel caso in cui le infermità siano causate dall’esposizione a sostanze cancerogene, tra cui l’amianto, si ha diritto a ottenere prestazioni supplementari attraverso l’equiparazione alle vittime del dovere.
I benefici riservati alle vittime del dovere includono:
- Una speciale erogazione di € 200.000, oltre alla rivalutazione monetaria in caso di inidoneità al servizio o di invalidità non inferiore all’80% (in altri casi, € 2.000 per punto percentuale, oltre alla rivalutazione monetaria);
- Un assegno vitalizio mensile di € 500, a condizione che vi sia una lesione invalidante pari al 25%;
- Uno speciale assegno vitalizio di € 1.033,00 mensili, a condizione che vi sia una lesione invalidante pari al 25%;
- Due annualità di pensione per coloro che hanno diritto alla reversibilità;
- Esenzione dall’IRPEF sulle pensioni;
- Assunzione per chiamata diretta con precedenza assoluta rispetto a ogni altra categoria (diritto esteso ai figli o al coniuge in caso di decesso o di invalidità che non consente la prosecuzione dell’attività lavorativa);
- Esenzione dal pagamento del ticket sanitario;
- Accesso alle borse di studio;
- Assistenza psicologica.
Equiparazione Totale delle Vittime del Dovere
Per quanto riguarda i benefici riservati alle vittime del dovere, è stato affermato il principio di totale equiparazione, equiparando le vittime del dovere alle vittime del terrorismo (SS.UU. 22753 del 2018). Tuttavia, la totale equiparazione riguarda solo le prestazioni, mantenendo una distinzione tra le vittime del dovere e le vittime del terrorismo, nonostante i progressi compiuti in termini di equiparazione.
La Corte di Cassazione, con l’ordinanza 11181 del 2022, ha negato il diritto agli orfani non a carico fiscale, pur confermando il principio di parità di trattamento tra le vittime del dovere e le vittime del terrorismo. Questa decisione, tuttavia, è stata accompagnata da alcune eccezioni che saranno spiegate successivamente.
Protezione dei Superstiti delle Vittime del Dovere
In caso di decesso del soggetto interessato, tutte le prestazioni accumulate devono essere erogate ai legittimi eredi. Tra i diritti dei familiari superstiti rientrano anche prestazioni previdenziali e risarcitorie.
Le malattie correlate all’amianto possono portare al decesso, sollevando la questione della tutela dei superstiti, in particolare degli orfani delle vittime del dovere. Questo problema è trattato nell’episodio di ONA TV intitolato “Mesotelioma nelle Forze Armate e tutela degli orfani“.
Protezione degli orfani non a carico delle Vittime del Dovere
Le malattie professionali e gli infortuni sul lavoro richiedono protezioni, e la causa di servizio impone queste tutele anche attraverso il riconoscimento dello status di vittima del dovere. Le prestazioni spesso sono state negate agli orfani che non erano nel carico fiscale.
In questo contesto, purtroppo, si è verificata per lungo tempo una discriminazione nei confronti di coloro che non erano a carico fiscale al momento della morte del congiunto, vittima del dovere.
Negli anni, grazie all’impegno dell’Avv. Ezio Bonanni, si sono ottenuti importanti risultati anche per la tutela degli orfani delle vittime del dovere non a carico fiscale. Va ricordata la pronuncia della Corte di Appello di Genova, sez. Lavoro n. 575/2019, che aveva accolto la domanda di un’orfana non a carico, riformando la sentenza di primo grado.
Tuttavia, la più recente giurisprudenza ha segnato significative novità su questa tematica. Ne è un esempio sostanziale l’ordinanza della Suprema Corte di Cassazione, Sez. Lav., n. 8628/2024, che ha rimesso gli atti alle Sezioni Unite, per approfondire nuovamente la questione per ottenere una maggiore tutela nei confronti di coloro che non erano nel carico fiscale alla morte del proprio congiunto.
Orfani non a carico fiscale: difese possibili
Già con la pronuncia della Corte di Cassazione, Sez. Lav. 11181/2022, era stata garantita la tutela degli orfani non a carico fiscale in assenza del coniuge o se quest’ultimo non è titolare di una pensione.
Questo è il principio di diritto:
“I superstiti delle vittime del dovere, aventi titolo – in virtù di quanto disposto dall’art. 2, comma 105, della l. n. 244 del 2007 – al beneficio di cui all’art. 5, commi 3 e 4, della l. n. 206 del 2004, come modificato dal comma 106 del citato art. 2, sono quelli individuati dall’art. 6 della l. n. 466 del 1980, ai sensi del quale il beneficio non compete ai figli non a carico fiscale della vittima all’epoca del decesso ove il coniuge avente diritto sia vivente, in coerenza con la finalità assistenziale delle provvidenze, dirette ad indennizzare i familiari colpiti, in ragione del pregiudizio subito in conseguenza del traumatico mutamento delle proprie condizioni di vita“.
Corte di Cassazione, Sez. L -, Sentenza n. 11181 del 06/04/2022 (Rv. 664304 – 01)
Adesso, si attende la pronuncia sulla questione delle Sezioni Unite, a seguito la rimessa degli atti come conseguenza dell’ordinanza della Corte di Cassazione, Sez. Lav., n. 8628/2024.
Tutela costituzionale e comunitaria per tutti gli orfani
Secondo l’Avv. Ezio Bonanni, è fondamentale evitare qualsiasi forma di discriminazione. L’impugnazione della sentenza che aveva riconosciuto anche i fratelli e le sorelle non a carico costituisce un elemento cruciale nella difesa legale. L’Avv. Ezio Bonanni ha cercato una pari dignità sotto il profilo costituzionale anziché puntare sull’equiparazione alle vittime del terrorismo. Questo principio è in linea con la normativa comunitaria.
Infatti, il principio di uguaglianza, di pari dignità (art. 3 Cost.), è prioritario rispetto alla tutela uniforme di tutti i lavoratori e delle loro famiglie. Tale principio è in coerenza con le norme costituzionali (artt. 29, 30, 31, 35, 36 e 38 Cost.). La tutela costituzionale della famiglia è coniugata con la tutela del lavoro e la possibilità di un’esistenza libera e dignitosa per i familiari (art. 36 Cost.).
È fondamentale eccepire l’illegittimità costituzionale dell’art. 6, co.1, n.1, della Legge 466 del 1980, che sottende la discriminazione verso coloro che non sono a carico fiscale.
In ambito comunitario, gli articoli 153 e 156 del TFUE assicurano la massima tutela estesa ai superstiti, mentre l’articolo 157 del TFUE vieta qualsiasi forma di discriminazione.
Per questi motivi, è possibile richiedere la disapplicazione dell’art. 6, co.1, n.1, della Legge 466 del 1980 poiché contrastante con i principi di diritto comunitario. Un altro strumento di tutela è il rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, ai sensi dell’art. 267 TFUE. Questa procedura consentirebbe di ottenere una pronuncia sulla compatibilità della normativa interna con quella comunitaria.
I Beneficiari dell’Equiparazione a Vittime del Dovere
La Legge 466/1980 stabilisce che sono equiparati a vittime del dovere i magistrati ordinari, i militari dell’Arma dei Carabinieri e del Corpo di Finanza, gli appartenenti alle forze di pubblica sicurezza e al Corpo degli agenti di custodia, il personale del Corpo forestale dello Stato e del Corpo di polizia femminile. L’equiparazione alle vittime del dovere si estende anche al personale civile dell’Amministrazione degli istituti di prevenzione e di pena, ai vigili del fuoco e ai membri delle Forze armate in servizio di ordine pubblico o di soccorso.
Tuttavia, la legge sulle vittime del dovere ha esteso l’equiparazione anche ad altri soggetti che, nell’adempimento di un dovere, hanno subito delle infermità, ossia un danno biologico (SS. UU. 22753/2018). Sono inclusi quindi i dipendenti pubblici e coloro che, pur non essendo dipendenti pubblici, hanno prestato servizio per la Pubblica Amministrazione esponendosi ad amianto o ad altri cancerogeni (Corte di Cassazione a Sezioni Unite, con Sent. n. 22753/2018).
Equiparazione per Esposizione Cancerogena (co. 564)
Sono considerati “soggetti equiparati” tutti i lavoratori che, a causa dell’esposizione ad amianto o ad altri cancerogeni, hanno subito una lesione biologica da malattia professionale (Cassazione Civile, Sezione Lavoro, 4238/2019; Cass., sez. lav., n. 20446/2019).
Questa giurisprudenza, in coerenza con i principi costituzionali, si è consolidata nel tempo, come evidenziato dalla Cassazione, VI sezione, ordinanza 823/2021.
Prescrizione dello status di vittima del dovere: come funziona?
L’art. 2934 c.c. stabilisce che lo status di vittima del dovere è imprescrittibile, in conformità agli articoli 2 e 38 della Costituzione. La Cassazione, Sezione Lavoro, con la sentenza 17440/2022, ha confermato l’imprescrittibilità del diritto allo status di vittima del dovere. L’eventuale prescrizione potrebbe applicarsi ai ratei già maturati prima dei 10 anni dalla richiesta amministrativa.
La Corte di Cassazione ha precisato che l’imprescrittibilità deriva dalla natura riconosciuta dello status di vittima del dovere e non da una presunta facoltà dell’amministrazione di conferirlo d’ufficio. Tali prestazioni rientrano nell’ambito della tutela prevista dall’art. 38 della Costituzione.
Come contrastare l’eccezione di prescrizione
Contrastare l’eccezione di prescrizione Il riconoscimento dello status di vittima del dovere ha lo scopo di fornire “peculiari ed ulteriori forme di assistenza per coloro che siano rimasti vittime dell’adempimento di un dovere svolto nell’interesse della collettività.” Questo perché tali individui sono stati “esposti ad uno speciale pericolo e all’assunzione di rischi qualificati rispetto a quelli in cui può incorrere la restante platea dei dipendenti pubblici o degli incaricati di un pubblico servizio”.
La Corte di Cassazione richiama una sentenza precedente (Cass. n. 29204 del 2021), affermando che “valendo la categoria di ‘vittima del dovere’ a differenziare una particolare categoria di soggetti al fine di apprestare loro un insieme di benefici previsti dalla legge e riepilogati dall’art. 4, d.P.R. n. 243/2006”. Questo principio è cruciale per garantire la tutela anche oltre i 10 anni dall’evento.
Risarcimento danni per le vittime del dovere
Chi è vittima di queste infermità o è familiare di una vittima deceduta ha diritto a un risarcimento completo dei danni. Questo comprende danni patrimoniali (danno emergente e lucro cessante) e danni non patrimoniali, come danni biologici, pregiudizi morali e danni esistenziali. L’importanza della salute, sancita dall’art. 32 della Costituzione, giustifica la tutela degli altri diritti delle vittime e dei loro familiari. L’art. 2087 c.c. e altre norme sulla tutela della salute si applicano anche ai dipendenti pubblici e privati.
Grazie all’impegno dell’Avv. Ezio Bonanni, la Corte di Cassazione, Sez. Lav. 35228/2022 (30.11.2022), sono stati specificati nuovi criteri. Per il danno da reato si applicano i criteri civilistici della responsabilità contrattuale (cap. 21 della Sentenza). Inoltre, debbono essere riconosconosciuti anche i danni biologici per inabilità temporanea, così il danno morale.
La stessa pronuncia (35228/2022) stabilisce che deve essere risarcito anche il danno catastrofale o catastrofico, oltre al danno biologico in sè.
Come ottenere il risarcimento dei danni
Ci sono diverse vie per ottenere il risarcimento, come costituirsi parte civile nel processo penale, esercitare l’azione civile presso il TAR per violazione dell’obbligo di sicurezza, e presentare un’azione civile presso il Tribunale di Roma per responsabilità extracontrattuale e civile da reato. I militari hanno un doppio binario: TAR per la responsabilità contrattuale e Giudice civile per la responsabilità extracontrattuale (Cassazione, n. 95733 del 05.05.2014 e 3183/2012).
Prescrizione per le vittime del dovere e risarcimento danni
TAR e Tribunale civile Il termine di prescrizione per richiedere il risarcimento è di 10 anni dalla diagnosi delle infermità o, in caso di decesso, dalla morte. Per la responsabilità extracontrattuale, il termine è di 5 anni. In caso di reato, la prescrizione segue quella del reato, con un minimo di 6 anni o 14 anni per omicidio colposo. La recente vittoria legale (Cass. Sez. Lav. 35228 del 2022) ha stabilito l’applicabilità dei principi della responsabilità contrattuale anche per la responsabilità da reato.
Parere legale gratuito per la tutela dei diritti
Se sei stato esposto ad amianto o ad altri cancerogeni puoi richiedere la tutela medica, psicologica e legale gratuita. Rivolgiti all’Osservatorio Nazionale Amianto e all’Osservatorio Vittime del dovere per essere aggiornato sulle ultime novità sulla tutela delle vittime del dovere e per ottenere una consulenza gratuita. Basta chiamare il numero verde 800 034 294 o compilare il form sottostante.