La Vinorelbina è un principio attivo contenuto nei farmaci usati per la chemioterapia contro:
- Carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC)
- Carcinoma mammario localmente avanzato e metastatico
Sono questi tumori diffusi nella popolazione ed anche molto invalidanti per la persona che ne è affetta. Il carcinoma polmonare non a piccole cellule, ad esempio, riguarda l’85% dei tipi di tumore al polmone. Il tumore alla mammella, invece, ha avuto nel 2020 circa 55mila nuove diagnosi (fonte: “I numeri del cancro in Italia 2021“) e 12.500 decessi, nonostante la prognosi sia in genere buona per questo genere di neoplasia, con una sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi dell’88%.
La Vinorelbina si usa solo su pazienti di età maggiore di 18 anni. Recentemente Aifa ha riconosciuto per Vinorelbina efficacia off-label anche in altre forme tumorali come il carcinoma del distretto cervico-facciale, il carcinoma prostatico ormonoresistente, il carcinoma della cervice uterina, il carcinoma dell’ovaio pluritrattato in progressione; come trattamento dei tumori solidi con somministrazione settimanale frazionata (metronomica) e come terapia di seconda linea del mesotelioma pleurico maligno pretrattato.
Vinorelbina scheda tecnica del chemioterapico
Indice dei contenuti
Il principio attivo Vinorelbina si trova sia sotto forma di capsule (come tartrato), sia in concentrato per soluzione per infusione. Deve essere conservato in frigorifero ad una temperatura compresa tra i 2°C e gli 8 °C ed al riparo dalla luce.
Vinorelbina fa parte della famiglia di medicinali per il trattamento di tumori denominata alcaloidi della vinca, con attività sia oncologica che antimicotica. La sua funzione è inibire la formazione dei microtubuli che si trovano all’interno delle cellule tumorali; in questo modo compromette la crescita delle cellule stesse. Il suo meccanismo d’azione blocca la mitosi e provoca la morte cellulare durante l’interfase o nella mitosi successiva.
Vinolrelbina, la somministrazione endovena
Come concentrato per soluzione per infusione, la Vinorelbina va dal trasparente al colore giallino pallido ed ha un PH compreso tra 3.3 e 3.8. Prima di essere somministrata, deve essere diluita. L’infusione si esegue una volta a settimana e deve avvenire 6-10 minuti dopo la diluizione in 20-50 ml di soluzione fisiologica (sodio cloruro 0,9%) o glucosata (glucosio al 5%). Dopo la somministrazione, inoltre, la vena deve essere sempre lavata con almeno 250 ml di soluzione isotonica (fisiologica).
Se il farmaco si infiltra nel tessuto circostante durante la somministrazione per via endovenosa, può dare luogo ad una grave irritazione locale; a quel punto bisogna interrompere la somministrazione e lavare la vena in modo abbondante con sodio cloruro 0,9% e ricominciare la somministrazione usando un’altra vena. Se si verifica uno stravaso, per evitare flebiti si possono iniettare endovena anche glucocorticoidi (analgesici e antinfiammatori).
Vinorelbina orale: come usare il farmaco
Come tutti i farmaci chemioterapici, anche la Vinorelbina deve essere usata con particolari precauzioni.
La capsula deve essere assunta con acqua, preferibilmente durante un pasto leggero per diminuire il senso di nausea. Mantenere l’integrità della capsula: il paziente non dovrà masticarla o succhiarla; la bevanda usata per ingerirla inoltre non dovrà essere calda perché la dissolverebbe troppo presto.
Se ciò dovesse verificarsi per uno sfortunato errore, bisogna subito procedere al risciacquo della bocca con acqua oppure soluzione salina. Il liquido contenuto nella capsula di Vinorelbina infatti è un irritante e può determinare lesioni se a contatto con mucose, pelle e occhi. Se una capsula appare danneggiata, deve essere riportata in farmacia per un adeguato smaltimento.
Un’altra accortezza: in caso di vomito a distanza di poche ore dall’assunzione del farmaco, la somministrazione non deve essere ripetuta.
La frequenza di somministrazione della Vinorelbina è generalmente di una volta alla settimana; la frequenza e la durata del trattamento, comunque, saranno stabiliti dal medico.
Vinorelbina orale metronomica
La chemioterapia metronomica è una strategia innovativa, che da alcuni anni si applica a varie forme di tumore. Consiste nella somministrazione di basse dosi di chemioterapici con una frequenza di 2-3 volte alla settimana, se non in alcuni casi addirittura quotidiana. Il suo scopo è agire direttamente sulle cellule tumorali e sul loro microambiente, impedendo l’angiogenesi e quindi la crescita tumorale e/o la formazione di metastasi. L’efficacia della terapia micronomica è stata dimostrata in alcuni linfomi ed in forme di tumore al seno, del polmone (NSCLC), tumori pediatrici e diverse altre neoplasie in stadio avanzato.
Il più grande vantaggio di questa terapia è la minore tossicità, inoltre stimola la risposta immunintaria ed ha anche minori effetti collaterali come ad esempio perdita dei capelli (meno dell’1% dei pazienti). Può anche portare alla cronicizzazione della malattia. Trattandosi infine di una terapia orale, può essere svolta a domicilio, con tutti gli altri vantaggi del caso.
Uno studio inoltre ha mostrato come la terapia metronomica con Venorelbina sia stata di aiuto nella cura di pazienti anziani con NSCLC avanzato, con una ottima tollerabilità ed una “interessante attività clinica prevalentemente legata ad una stabilità di malattia a lungo termine” – hanno spiegato i ricercatori.
Precauzioni per la somministrazione
La Vinorelbina deve essere preparata e la somministrata da personale sanitario esperto, che deve indossare tutti i dispositivi di protezione individuale. Guanti e grembiule monouso, mascherina per il viso ed idonee protezioni per gli occhi. Il contatto con questi ultimi deve essere evitato e, nell’eventualità che si verifichi, bisogna risciacquare accuratamente con fisiologica iniettabile. In caso di sversamenti, la superficie va subito asciugata e poi pulita, come mani e viso.
Gravidanza e allattamento: alle donne è consigliato di usare anticoncezionali efficaci per prevenire le gravidanze perché negli studi sugli animali, sono state osservate embriotossicità e teratogenicità; in gravidanza l’uso di Vinorelbina è sconsigliato, a meno che il beneficio non superi il rischio e la paziente deve essere informata, nonché monitorata attentamente. Deve inoltre essere considerata la possibilità di richiedere una consulenza genetica. Non è noto se la Vinorelbina sia escreta nel latte materno, ma non potendo escludere rischi per il neonato, l’allattamento al seno deve essere interrotto prima dell’inizio della terapia.
Per gli uomini in cura con Vinorelrbine, si consiglia di non procreare fino almeno a tre mesi dopo la fine del trattamento e, se possibile, di conservare il proprio sperma con tecniche di crioconservazione, a causa del rischio di infertilità irreversibile.
Effetti collaterali per l’uso di Vinorelbina
La reazione avversa principale che può verificarsi è la neutropenia, ossia una riduzione del numero di neutrofili (globuli bianchi) circolanti; solo se di grave entità, può causare un aumento del rischio di infezioni batteriche e fungine, che potrebbero avere anche conseguenze più gravi. Si tratta di un effetto non cumulativo e rapidamente reversibile in 5 o 7 giorni; raggiunge il nadir (cioè il picco più basso) tra i 7 e i 14 giorni successivi alla somministrazione del farmaco, del quale deve essere ridimensionata la dose.
Sempre per il rischio di immunodepressione, è controindicata la somministrazione concomitante del vaccino per la febbre gialla; il rischio è infatti di malattia generalizzata da vaccino ad esito fatale e risulta aumentato in pazienti già immunodepressi per la loro malattia; non sono nemmeno raccomandati altri vaccini vivi attenuati.
Da prendere in considerazione anche l’uso concomitante di immunosoppressori come la ciclosporina e il tacrolimus: il rischio di eccessiva immunodepressione, con il rischio di linfoproliferazione (autoimmunità).
Altri rischi legati all’uso di Vinorelbina
Quando si assume un farmaco, ci sono sempre dei rischi collegati. Per un chemioterapico, essi possono essere più seri, quindi i farmaci devono essere sempre assunti sotto stretto controllo medico specialistico.
- Mielodepressione: il rischio che il midollo osseo produca una quantità ridotta di globuli rossi, bianchi e piastrine aumenta quando Vinorelbina è somministrata con altri farmaci con tossicità nota a livello del midollo osseo.
- A causa della somministrazione concomitante con Mitomicina C (antibiotico citotossico), il rischio è di broncospasmo e dispnea; in qualche caso polmonite interstiziale.
- Rischio di trombosi, come accade per tutti i tumori; con la somministrazione di anticoagulanti, però ci possono essere interazioni con il chemioterapico. Quindi bisognerà aumentare il monitoraggio dell’INR (International Normalized Ratio).
Vinorelbina: effetti indesiderati più comuni
Possono verificarsi durante l’uso di Vinorelbina effetti collaterali vari. Tuttavia se i sintomi si verificano in modo grave, bisogna subito avvisare il medico.
Febbre, brividi, dolori articolari, tosse, stitichezza con dolori addominali. Forti capogiri, leggera confusione mentale, grave calo della pressione sanguigna quando ci si alza in piedi. Dolori al petto forti, che normalmente non si avvertono: tali sintomi possono rientrare nella cardiopatia ischemica, ossia in una alterazione della funzionalità cardiaca che deriva da un insufficiente flusso sanguigno.
Difficoltà nella respirazione, eruzione cutanea su tutto il corpo; gonfiore alle palpebre, al viso, alle labbra o alla gola, che possono essere segni di una reazione allergica.
Effetti indesiderati molto comuni possono essere: nausea, vomito. Differenza nella percezione del tatto o perdita di alcune reazioni riflesse. Stomatite, esofagite, diarrea o stitichezza. Disturbi gastrici; alopecia; stanchezza, senso di malessere; variazioni di peso (perdita o aumento) e perdita di appetito. Difficoltà nel dormire; mal di testa; alterazioni del gusto, difficoltà nella deglutizione di cibo o liquidi. Dolore articolare (artralgia) e muscolare (mialgia); dolore alle mascelle e nella sede del tumore.
Farmaci chemioterapici e approccio multimodale
Sono diversi i farmaci usati nella chemioterapia. Vinorelbina, si è detto, è usato principalmente in monoterapia, ma può essere usato anche in associazione con il Cisplatino; tuttavia si è visto che con associazione Cisplatino Vinorelbina aumenta il rischio di granulocitopenia (diminuzione dei granulociti, che sono un tipo di globuli bianchi).
Altri farmaci che generalmente possono essere usati nella chemioterapia, sono gli inibitori di ALK come Alectinib, Brigantinib, Carboplatino e Ceritinib. Utili per le terapie sono anche Gemcitabina, Nintedanib, Pemetrexed, Taxolo e Trametinib; questi hanno il compito di ridurre i processi di crescita e di divisione cellulare. Infine anche Etoposide e Osimertinib.
Nonostante gli effetti benefici per la cura dei tumori, però, la chemioterapia può risultare molto tossica per alcuni pazienti, quindi si associa spesso alla chirurgia e alla radioterapia, che agisce non in modo sistemico (su tutto il corpo) ma solo nella sede del tumore. Tale approccio è detto multimodale e serve a rendere la terapia del cancro più sostenibile per i pazienti.
La chemioterapia può essere sia adiuvante che neoadiuvante: la prima precede un intervento chirurgico allo scopo di ridurre la massa tumorale; la seconda si usa dopo la chirurgia per potenziarne gli effetti, e quindi rimuovere quei residui tumorali eventualmente lasciati in sede dal bisturi.
La prevenzione dei tumori per la tutela della salute
La prevenzione dei tumori e delle malattie è di fondamentale importanza. I livelli che si devono prevedere sono quelli di primaria, secondaria, terziaria. La prevenzione primaria consiste in un corretto stile di vita (per esempio eliminare il fumo di sigaretta può aiutare a prevenire gran parte dei tumori al polmone), ma anche dall’ambiente in cui viviamo: la connessione con la salute è molto forte, soprattutto per quanto riguarda le esposizioni a determinate sostanze magari sul lavoro e non solo nella vita quotidiana.
Si pensi al caso di Taranto, dove si deve decidere tra la vita e il lavoro, e fin troppo spesso non ci si riesce perché l’uno influenza l’altro troppo profondamente. O il caso, per guardare indietro nel tempo, di Casale Monferrato, dove aveva sede la fabbrica Eternit e l’incidenza di mesoteliomi è tutt’oggi ancora troppo alta. La prevenzione secondaria agisce invece sul monitoraggio della salute: la diagnosi precoce, anche se questo varia per ogni tipo di tumore, è spesso la chiave per una prognosi positiva per il paziente. La prevenzione terziaria consiste nella tutela legale, quando il danno è stato fatto e bisogna fare la conta, per tutelare il paziente e i suoi familiari.
L’avv. Ezio Bonanni ha denunciato i ritardi nella messa in sicurezza di luoghi pubblici e privati nel testo “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – ed. 2022” per suscitare una reazione e una presa di posizione della politica per un cambio di passo ed un intervento finalmente risolutivo nel nostro Paese. E continua a farlo anche nelle attività istituzionali delle associazioni che rappresenta, come nell’incontro del 15 marzo 2022 con il sottosegretario alla Salute on. Andrea Costa.
Consulenza gratuita per Vinorelbina
La corretta informazione fa parte della prevenzione primaria. L’Osservatorio Vittime del Dovere APS, associazione di volontari che ha a cuore questi temi, ha voluto per questo motivo la nascita della testata giornalistica “Diritto alla Salute“. Lo scopo è orientare chi si sente perso nella burocrazia, sommerso dalle carte, confuso dalle prassi. L’Osservatorio vuole essere una guida e un supporto, inoltre può assistere anche dal punto di vista legale chi ne abbia bisogno.
Per ottenere una consulenza gratuita per Vinorelbina o altri temi legati alla salute, al riconoscimento di una malattia professionale, o semplicemente per conoscere quali sono i propri diritti di paziente o di familiare, basta contattare l’associazione ai numeri riportati di seguito: tramite whatsapp o numero verde; oppure compilare il modulo di contatto con tutti i propri dati per essere richiamato nel minore tempo possibile.
La consulenza è scritta ed è gratuita, è fornita da professionisti associati ma non sostituisce il parere del medico curante né le valutazioni del Sistema sanitario nazionale, ai quali è sempre opportuno rivolgersi.