La vaginosi batterica (BV) è una condizione comune che colpisce oltre la metà delle donne nel mondo almeno una volta nella vita. Questo disturbo, causato da uno squilibrio del microbioma vaginale, può portare a sintomi dolorosi e gravi complicazioni se non trattato adeguatamente. Sebbene gli antibiotici possano curare temporaneamente la BV, le recidive sono frequenti. Di conseguenza, sono necessari trattamenti più efficaci. Ebbene, un nuovo studio ha svelato che l’acido oleico, un acido grasso presente naturalmente nel corpo, potrebbe essere la chiave per risolvere il problema 

Conosciamo la vaginosi batterica

La vaginosi batterica può portare a sintomi dolorosi e gravi complicazioni se non trattato adeguatamente

La vaginosi batterica è una condizione caratterizzata da uno squilibrio tra i batteri “buoni” e “cattivi” nel tratto genitale femminile. Normalmente, i Lactobacilli, in particolare Lactobacillus crispatus, dominano il microbioma vaginale, creando un ambiente acido che protegge da infezioni e infiammazioni. Tuttavia, quando questo equilibrio si altera, eccessive quantità di batteri come Gardnerella vaginalis e altri microrganismi anaerobi proliferano, portando alla BV. 

I sintomi più comuni includono secrezioni vaginali anomale, odore sgradevole, prurito e bruciore. Se non trattata adeguatamente, può aumentare il rischio di complicanze durante la gravidanza, come parto pretermine, e predisporre le donne a infezioni sessualmente trasmissibili, inclusa l’HIV.

Il limite degli attuali trattamenti

Il trattamento della BV avviene principalmente attraverso l’uso di antibiotici.

Questi, pur essendo efficaci nell’eliminare temporaneamente i batteri nocivi, spesso non riescono a ripristinare un microbioma vaginale equilibrato e duraturo.

Questo squilibrio residuo facilita le recidive, tanto che molte donne sperimentano episodi ripetuti di vagitosi batterica anche dopo la terapia. «Gli attuali metodi di trattamento funzionano come un lancio di moneta (con una probabilità del 50% di ottenere testa o croce n.d.r) – afferma Meilin Zhu, ricercatore del Broad Institute del MIT e Harvard –  e questo non è cambiato in più di 40 anni di pratica medica». La necessità di nuove soluzioni che non solo curino la BV, ma prevengano anche le recidive, è quindi urgente.

E qui, la novità.

Scoperta dell’acido oleico come strumento terapeutico

In un recente studio pubblicato sulla rivista Cell, i ricercatori hanno identificato l’acido un potenziale alleato nella lotta contro la BV. 

Il protagonista delle loro ricerche è l’acido oleico,un acido grasso insaturo a catena lunga (uLCFA), comunemente presente nel corpo umano e noto per le sue proprietà antimicrobiche. Durante gli esperimenti in laboratorio, il team ha scoperto che può infatti inibire la crescita di Lactobacillus iners, una specie batterica associata a un maggiore rischio di recidiva della BV, e promuovere invece la crescita di Lactobacillus crispatus, che è legato a un microbioma vaginale più stabile e sano.

«Abbiamo scoperto che molti lattobacilli richiedevano un ingrediente nel mezzo, l’acido oleico, per prosperare – spiega Zhu- . Quando abbiamo coltivato diversi ceppi di lattobacilli con acido oleico, abbiamo osservato che l’acido oleico inibiva la crescita di L. iners e favoriva quella di ceppi associati a un microbiota più sano come L. crispatus». Ma cerchiamo di capire meglio. 

Meccanismi di azione dell’acido oleico

Il successo dell’acido oleico nel promuovere un microbioma vaginale sano risiede nei suoi effetti metabolici unici. Il team ha utilizzato avanzati strumenti di sequenziamento dell’RNA e analisi metabolomiche per identificare i geni coinvolti nella lavorazione degli uLCFA, presenti solo nelle specie non-L. iners. Questi geni includono l’oleato idratasi, un enzima che sequestra gli uLCFA in una forma utilizzabile solo dai batteri benefici, e una pompa di efflusso di acidi grassi che permette ai batteri di resistere a elevate concentrazioni di acido oleico. «Abbiamo usato strumenti genetici all’avanguardia a cui molti ricercatori di microbiologia vaginale non hanno avuto accesso, anche se sono il gold standard per qualsiasi studio meccanicistico», prosegue il primo autore del studio. Risultato?

Prospettive cliniche e sviluppi futuri sull’acido oleico nel trattamento della vaginosi

L’acido oleico ha ridotto significativamente la crescita di batteri nocivi, inclusi ceppi resistenti agli antibiotici.

«Questo studio è un esempio importante di come comprendere i requisiti metabolici e le funzioni fondamentali dei batteri chiave può portare direttamente a nuove terapie che ci consentono di modificare il microbioma per migliorare la salute». Questo il commento di Seth Bloom, co-autore dello studio ed esperto di malattie infettive del Massachusetts General Hospital.

Nel frattempo, il laboratorio del dott. Doug Kwon, al Ragon Institute, sta già lavorando per tradurre questi risultati in una sperimentazione clinica umana. «Crediamo che ci sia un potenziale entusiasmante per tradurre questi risultati per alterare in modo duraturo il microbioma vaginale per migliorare il trattamento BV e ridurre gli esiti avversi per la salute delle donne a livello globale».

Fonti

Broad Institute del MIT e Harvard

Ragon Institute of Mass General Brigham, MIT e Harvard

Cell, luglio 2024