I nostri denti, testimoni silenziosi dell’evoluzione umana, raccontano storie che risalgono a decine di migliaia di anni fa. Uno studio, pubblicato su Current Biology, ha rivelato che la forma e le dimensioni dei denti umani sono influenzate da diciotto regioni del genoma, molte delle quali non erano mai state collegate prima alla struttura dentale. Ma la scoperta più sorprendente riguarda un gene, HS3ST3A1, che potrebbe essere un’eredità lasciataci dai Neanderthal
Le origini antiche della formazione dei denti
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Lo studio, guidato da un team internazionale di scienziati, ha esaminato i denti di 882 individui in Colombia, un gruppo eterogeneo con ascendenze miste europee, africane e native americane. Attraverso l’analisi del DNA e delle scansioni dentali, i ricercatori hanno tracciato un collegamento diretto tra specifiche varianti genetiche e la struttura dentale.
Ma perché questa scoperta è così importante? I denti sono tra i reperti più resistenti che l’archeologia ci offre. A differenza di altri tessuti del corpo umano, possono sopravvivere intatti per millenni, fungendo da vere e proprie capsule del tempo. Studiare la loro evoluzione ci permette di ricostruire il modo in cui i nostri antenati si nutrivano, si adattavano all’ambiente e persino di comprendere i cambiamenti nei regimi alimentari, come il passaggio dal cibo crudo a quello cotto.
Il gene neanderthal che modella il sorriso
La scoperta del legame tra il gene HS3ST3A1 e la struttura dentale rivela un aspetto significativo dell’evoluzione umana. Questa variante, ereditata probabilmente dai Neanderthal, appare esclusivamente nei partecipanti europei e determina incisivi più sottili rispetto ad altre etnie.
Kaustubh Adhikari, genetista statistico dell’University College di Londra, sottolinea l’importanza di questo risultato nell’ambito della ricerca evolutiva.
«Ora abbiamo identificato numerosi geni che influenzano lo sviluppo dei denti e contribuiscono alle differenze tra gruppi etnici».
Questa scoperta evidenzia come la diversità genetica affondi le radici in eventi che risalgono a decine di migliaia di anni fa, quando i primi Sapiens entrarono in contatto con i Neanderthal.
Altri geni che modellano i nostri denti
Oltre ad HS3ST3A1, lo studio ha individuato altri geni che influenzano la forma e le dimensioni dei denti. Il gene EDAR, noto per il suo ruolo nello sviluppo dei follicoli piliferi e delle ghiandole sudoripare, è risultato determinante nella formazione delle corone dentali, soprattutto tra i nativi americani e gli asiatici orientali.
Un altro gene chiave, PITX2, già associato alla crescita del viso e dei denti, è stato collegato alla regolazione delle dimensioni molari e alla forma della mascella.
Questa scoperta apre nuove prospettive sul modo in cui i tratti genetici influenzano non solo la nostra estetica facciale, ma anche la funzionalità del nostro apparato masticatorio.
Denti più piccoli? Una questione di evoluzione
Rispetto ai nostri antichi parenti, gli esseri umani moderni presentano denti significativamente più piccoli. Questo cambiamento è attribuibile a molteplici fattori evolutivi.
Tra questi, l’adozione di utensili per la preparazione del cibo e il passaggio da una dieta a base di cibi duri e fibrosi a un’alimentazione più raffinata e ricca di prodotti cotti.
Gli scienziati ritengono che, nel tempo, la riduzione delle dimensioni dei denti sia divenuta una risposta adattiva alle nuove abitudini alimentari. Tuttavia, questo processo evolutivo ha lasciato spazio anche a nuove sfide, come l’affollamento dentale e l’aumento di malocclusioni.
Implicazioni mediche: il futuro della genetica dentale
Oltre alle implicazioni evolutive, questa ricerca apre la strada a potenziali applicazioni mediche. Secondo Qing Li, genetista dell’Università di Fudan in Cina, lo studio dei geni dentali potrebbe aiutare a diagnosticare precocemente problemi di salute orale.
Potrebbe inoltre servire a sviluppare trattamenti personalizzati basati sul profilo genetico di ciascun paziente.
«La possibilità di utilizzare test genetici per prevedere o correggere anomalie dentali potrebbe rivoluzionare l’odontoiatria del futuro», afferma Li.
Le terapie geniche, ancora in fase sperimentale, potrebbero un giorno permettere di intervenire sui difetti dentali prima che si manifestino. Questo si tradurrebbe in un sensibile miglioramento della qualità della vita di milioni di persone.