tumore al pancreas

C’è oggi una nuova speranza per la diagnosi e la cura del tumore della vescica più aggressivi. Speranza che nasce dalle ricerche di un gruppo di scienziati dell’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) e dell’Università degli Studi di Milano.

Lo studio è stato coordinato da Salvatore Pece, docente di Patologia generale e vice-direttore del dipartimento di Oncologia ed Emato-Oncologia dell’Università Statale di Milano. La Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro ha sostenuto il progetto.

I risultati hanno condotto i ricercatori e le ricercatrici a scoprire un inedito meccanismo molecolare alla base dell’aggressività biologica e clinica dei tumori della vescica.

I dati sono stati pubblicati sulla rivista Nature Communications.  

NUMB, la proteina all’origine del processo

All’origine dell’intero processo sembra esserci la proteina NUMB, che è normalmente espressa nella vescica normale. Ma si perde in oltre il 40% di tutti i tumori vescicali umani. Perdita che causa una serie di eventi molecolari che rendono il tumore altamente proliferativo e invasivo. Consentendogli, così, di oltrepassare gli strati superficiali della mucosa vescicale per raggiungere gli strati più profondi. Tale evento rappresenta il punto di svolta nella evoluzione clinica della malattia, determinando la progressione dei tumori vescicali superficiali, i cosiddetti non-muscolo-invasivi, verso tumori profondi.

Nonostante l’operazione radicale, queste forme di malattia sono caratterizzate da un decorso clinico spesso sfavorevole.  

Tumore della vescica, nel 2023 in Italia 29.700 casi

Nel 2023, in Italia, sono stati stimati 29.700 nuovi casi di tumore della vescica (il quinto più frequente dopo quelli della mammella, colon-retto, polmone e prostata). 

«Al momento della diagnosi iniziale – spiega Salvatore Pece – i tumori della vescica si presentano in larga maggioranza come tumori superficiali non muscolo-invasivi. E sono generalmente caratterizzati da una buona prognosi. Solo in una percentuale ridotta si presentano invece sin dal principio come tumori profondi muscolo-invasivi, molto aggressivi e con decorso clinico meno favorevole. Per questo necessitano di chemioterapia e di intervento di cistectomia radicale. L’esperienza clinica ci ha insegnato che i tumori muscolo-invasivi che derivano dalla progressione di tumori inizialmente superficiali rappresentano le forme più aggressive. E potenzialmente letali di tumore vescicale».

La proteina NUMB funziona come un interruttore molecolare

«La proteina NUMB – spiega Pece – funziona come un interruttore molecolare, che, se è spento, accelera la progressione tumorale e influenza il decorso clinico della malattia. Rappresenta quindi un biomarcatore molecolare che consente di identificare i tumori superficiali a elevato rischio di progressione verso tumori muscolo-invasiviLa nostra scoperta ha un forte e immediato potenziale di applicazione nella pratica clinica. I criteri clinico-patologici utilizzati per predire il rischio di progressione dei tumori vescicali superficiali a tumori muscolo-invasivi sono insufficienti a individuare pazienti a basso rischio. Questi potrebbero beneficiare di trattamenti più mirati, di tipo conservativo, in protocolli di sorveglianza attiva. I pazienti ad alto rischio necessitano invece di trattamenti più aggressivi, quali la chemioterapia e l’asportazione chirurgica della vescica. Ciò ha purtroppo considerevoli effetti collaterali e un elevato impatto sulla qualità della vita».  

Aggressivo il tumore della vescica privo di NUMB 

La perdita di NUMB attiva un complesso circuito molecolare che conduce all’attivazione di un potente oncogene, il fattore di trascrizione YAP. Quest’ultimo è alla base del potere proliferativo e invasivo delle cellule tumorali. 

I ricercatori hanno dimostrato che è possibile inibire la capacità proliferativa e invasiva delle cellule tumorali prive di NUMB. Ciò è possibile utilizzando farmaci in grado di colpire questo complesso circuito molecolare a diversi livelli. I tumori della vescica privi di NUMB sono molto aggressivi ma anche altamente vulnerabili. 

Sono già disponibili alcuni farmaci molecolari impiegati in clinica per patologie differenti dal tumore vescicale. Questi potrebbero rapidamente essere sperimentati e adottati come trattamenti innovativi per prevenire la progressione clinica dei tumori vescicali superficiali ad alto rischio, privi della proteina NUMB.  

Fonte: Università Statale di Milano