Le suture tradizionali utilizzate per la chiusura delle ferite post-operatorie sono strumenti essenziali della chirurgia moderna, ma la scienza non ha mai smesso di cercare metodi per migliorare la velocità e l’efficacia della guarigione. Recentemente, un gruppo di ricercatori cinesi ha sviluppato una sutura bioassorbibile in grado di produrre elettricità all’interno del corpo. Nature Communications documenta questa innovazione, dimostrando come queste suture abbiano accorciato del 50% il tempo di guarigione nei ratti

Il potere delle suture bioelettirco nella guarigione

Un gruppo di ricercatori cinesi ha sviluppato una sutura bioassorbibile in grado di produrre elettricità all’interno del corpo

L’idea che l’elettricità possa avere un ruolo positivo nella guarigione delle ferite non è nuova. Gli studi condotti negli anni hanno rivelato che l’applicazione di correnti elettriche a basso voltaggio attira i fibroblasti, cellule fondamentali nella ricostruzione del tessuto connettivo.

In questo modo si contribuisce alla rigenerazione più rapida delle ferite. Tuttavia, fino ad oggi, l’uso di elettricità nelle suture richiedeva l’impiego di dispositivi esterni o batterie ingombranti.

Fattori che limitavano la praticità e la diffusione di questa tecnologia nelle sale operatorie.

Il team di ricerca guidato da Zhouquan Sun e Chengyi Hou ha affrontato questa sfida creando suture autoalimentate, che non necessitano di una fonte esterna di energia. Questa nuova classe di suture BioES (Bioassorbibili a Stimolazione Elettrica), è composta da materiali in grado di generare elettricità semplicemente attraverso il movimento naturale del corpo. Vediamo come funzionano.

Il meccanismo della sutura bioelettrica

La struttura di queste suture è sorprendentemente sofisticata. Realizzate con una combinazione di polimeri biodegradabili e magnesio, materiali completamente sicuri per l’organismo umano, queste fibre sono progettate per essere assorbite dal corpo dopo aver svolto la loro funzione. La loro particolare struttura a nucleo-guaina consente di sfruttare le interazioni meccaniche tra lo strato interno e quello esterno delle fibre. In pratica, ogni movimento muscolare o stiramento del tessuto crea un attrito che genera un flusso di elettroni, e dunque una piccola carica elettrica.

Questa energia, sebbene minima (2,3 volt misurati durante i test in laboratorio), si dimostra sufficiente a stimolare il tessuto circostante, accelerando il processo di rigenerazione. È come se il corpo, in continuo movimento, generasse da sé l’elettricità necessaria per guarire le proprie ferite più velocemente.

L’effetto sorpresa sui ratti

Il team ha inizialmente condotto esperimenti in laboratorio, verificando che queste suture producevano la quantità di energia desiderata durante il movimento. Successivamente, le hanno testate sui ratti.

I risultati ottenuti con questo metodo sono stati straordinari. Le ferite trattate si sono rimarginate in metà del tempo rispetto a quelle curate con suture tradizionali non elettrificate. Inoltre, si è osservata una significativa riduzione della presenza di batteri nelle zone trattate, anche senza l’uso di disinfettanti aggiuntivi.

Questo esito ha suscitato grande interesse nella comunità scientifica, poiché la prevenzione delle infezioni rappresenta uno degli aspetti più delicati nella gestione delle ferite post-operatorie. Se queste evidenze saranno confermate da studi futuri, le suture BioES potrebbero rivoluzionare non solo i tempi di guarigione, ma anche il contenimento del rischio di complicazioni infettive.

Una tecnologia biodegradabile

Un ulteriore punto di forza di questa nuova tecnologia è la sua biodegradabilità. Le suture BioES, infatti, non necessitano di essere rimosse manualmente dopo che la ferita è guarita, un’operazione che nei casi tradizionali può causare dolore e disagi al paziente. Essendo composte da polimeri e magnesio, questi materiali vengono assorbiti gradualmente dal corpo, riducendo anche il rischio di reazioni avverse o di complicazioni.

Le loro dimensioni ridotte, appena 350 micron di diametro, le rendono altresì ideali per la chiusura di ferite delicate, come quelle chirurgiche, e adatte a diverse applicazioni mediche. La loro capacità di stimolare la guarigione attraverso meccanismi naturali apre nuove prospettive per migliorare le pratiche chirurgiche e mediche.

Prossimi passi 

Dopo i risultati promettenti ottenuti sui ratti, il team di ricerca ha intenzione di proseguire i test su animali di dimensioni maggiori, prima di passare alle sperimentazioni cliniche sugli esseri umani. Il cammino verso l’approvazione di una nuova tecnologia medica è lungo e complesso, ma i dati raccolti finora sono estremamente incoraggianti. Se tutto procederà come previsto, queste suture bioelettriche potrebbero trasformarsi in una soluzione di routine nelle sale operatorie di tutto il mondo.

L’applicazione di questa tecnologia non si limita alla sola chirurgia. Infatti, le suture BioES potrebbero trovare impiego in una vasta gamma di settori medici, come il trattamento di ustioni, ferite croniche (ad esempio nei pazienti diabetici) e lesioni ortopediche. La possibilità di combinare l’efficacia clinica con un processo di guarigione più rapido e sicuro potrebbe rivoluzionare la gestione di molte condizioni mediche.