Storia amianto: un tema interessante, che merita un approfondimento. Le sue proprietà sono infatti conosciute sin dall’antichità. Questo minerale era noto per caratteristiche che erano definite prodigiose e che gli hanno attribuito un’aura di eternità ed indistruttibilità.
Purtroppo non era davvero così e nel Novecento si è palesata purtroppo un’altra sua specifica caratteristica: la cancerogenicità per l’uomo, e così la storia amianto ha preso definitivamente un altro corso. La sua azione cancerogena è dovuta alle minuscole fibre in cui si sfalda; esse possono essere inalate o ingerite con l’acqua potabile quando a deteriorarsi sono le tubazioni degli edifici.
Un fatto, questo, certificato da organismi internazionali come la IARC, che ha dedicato una monografia all’asbesto, specificando che tutte le sue varietà minerali provocano danni alla salute. E un fatto sottolineato anche dall’avv. Ezio Bonanni, che con le sue associazioni – ONA (Osservatorio Nazionale Amianto) e Osservatorio Vittime del Dovere – lotta per accelerare le bonifiche sul territorio. Soltanto così infatti si potrà impedire che altre persone si ammalino per l’esposizione alla cosiddetta fibra killer. I danni dell’amianto sono notevoli e gravi e più volte è stata ribadita la necessità di un intervento più deciso da parte del legislatore.
Se sei una vittima di amianto o lo è un tuo familiare, rivolgiti al numero verde 800.034.294 per una consulenza gratuita personalizzata. Sarà a tua disposizione uno staff preparato e specializzato che saprà indicarti qual è la strada da percorrere per ottenere giustizia e tutele.
Storia amianto: materiale usato sin dall’antichità
Indice dei contenuti
L’amianto aveva diversi utilizzi, sotto varie forme, già nell’antichità. Ad esempio come rinforzante nella fabbricazione di molti oggetti: in epoca protostorica lo troviamo in vasellame e lampade di ceramica, in Corsica ed in Finlandia (III millennio a.C.). In Cina ed in Grecia tra il 1000 e il 1500 a.C. l’amianto era usato a scopo tessile: da Plinio il Vecchio aveva ricevuto il soprannome di “lino vivo” (“Naturalis Historia”); e l’autore lo indicava anche in un altro utilizzo: gli antichi romani lo avvolgevano attorno ai tronchi di albero prima degli abbattimenti, a scopo fonoassorbente. Nell’antica Grecia inoltre l’amianto era chiamato “lino di Karpas“, prendendo il nome dalla località cipriota da dove si ricavava il crisotilo impiegato per la fabbricazione degli stoppini inseriti nelle lampade perpetue dei templi; in questo modo si guadagnò l’appellativo di “inestinguibile”. Greci e Romani estraevano l’amianto a Cipro, dagli Urali e sulle Alpi italiane.
La scoperta delle proprietà ignifughe dell’amianto risale al Medioevo, quando la sostanza fu associata alla salamadra, che si credeva resistente al fuoco. L’asbesto era infatti chiamato da molti “lana di salamandra” e Marco Polo ne “Il Milione” specificò che tale salamadra non era un animale, ma una sostanza dalla quale si potevano produrre fibre tessili che non bruciavano; e che in Asia si estraeva nelle montagne della provincia di Chingitalas, dove c’erano anche miniere di acciaio e di andanico. Il nome di salamandra attarversò i secoli, tanto che anche Beniamino Franklin nel ‘700 parlerà di “cotone di salamandra” e, proprio con il nome commerciale di Salamandra furono prodotti i primi materassi industriali per termocoibentazione in amianto.
Storia amianto: utilizzi nell’edilizia
Nella storia dell’utilizzo dell’amianto nell’edilizia risiedono i motivi della sua popolarità più recente. negli anni infatti ha trovato ampio utilizzo per le sue caratteristiche, molto apprezzate, di materiale fonoassorbente e termoisolante. Le proprietà però non si fermano a queste due caratteristiche, ma sono molto più ampie anche grazie alla sua resistenza che gli ha fatto guadagnare l’appellativo di “eterno” (Eternit era il nome della principale fabbrica e il nome commerciale dell’amianto in Italia), “incorruttibile”. Il nome stesso, dal greco Αμίαντος; nonché Aσβεστος, sempre dal greco “inestinguibile” lo ricorda.
Resistente alle alte temperature e al fuoco, inmolti casi anche alla trazione e all’usura, ma allo stesso tempo flessibile; resistente ad agenti di corrosione (acidi e alcali). Le sue fibre però ben presto si sono rivelate non realmente indistruttibili, perché soggette a cambiamenti nel tempo e sfaldabili longitudinalmente in numerose microparticelle inalabili ed ingeribili con l’acqua potabile. Una eventualità che si verifica quando l’amianto si deteriora per effetto del trascorrere del tempo, dell’incuria e delle intemperie.
L’amianto, nonostante il divieto avvenuto con la Legge 257/1992 in Italia è ancora presente con 40 milioni di tonnellate in oltre mille siti sparsi sul territorio, con un grave impatto sulla salute e sull’ambiente. L’amianto era infatti usato in decine di applicazioni come isolante sia termico che acustico. E dove non c’è stata bonifica, vi sono ancora rischi e pericoli. Le malattie correlate all’amianto sono diverse e gravi; molte di esse non hanno una cura efficace e peraltro sono difficilmente diagnosticabili sia perché possono manifestarsi a distanza di decenni dall’esposizione ad amianto, e quindi spesso la diagnosi che si riceve è purtroppo in fase avanzata.
Dove è ancora possibile trovare amianto in edilizia
In edilizia l’amianto è stato utilizzato nella costruzione di edifici pubblici e privati su larghissima scala: scuole, ospedali, caserme, stazioni, nessun luogo è stato esente dall’uso di amianto o materiali contenenti questa sostanza almeno in parte.
L’uso maggiore è stato sicuramente nelle coperture di cemento-amianto, ma era presente anche in controsoffitti, nelle coibentazioni dei sottotetti e nelle pavimentazioni in vinil-amianto (VA). L’amianto era poi anche usato in pannelli, divisori e tamponature. Poi era presente in cassoni, serbatoi, tubazioni per l’acqua, tanto che ancora oggi esistono numerosi edifici che presentano tubazioni in amianto, che rappresentano un grave pericolo per la salute perché le fibre possono essere ingerite quando si beve o si usa l’acqua per altri scopi, ad esempio nella cottura dei cibi. Non c’è modo, peraltro, di accorgersene, perché l’amianto è insapore.
Di amianto potevano essere fatte canne fumarie e camini, ma anche le coibentazioni per i tubi del riscaldamento. Numerose anche le applicazioni nelle caldaie, nelle stufe e in apparati elettrici.
Come si riconosce l’amianto? Indicazioni
C’è una doverosa premessa da fare. Per avere conferma della presenza di amianto in un dato materiale o edificio, non si può prescindere da analisi di laboratorio su un campione. Fermo restando questo aspetto, ci sono alcune indicazioni utili per il riconoscimento dell’amianto.
Un punto di riferimento utile può essere la data di realizzazione di un manufatto: se antecedenteai primi anni Novanta, il sospetto può trovare fondamento. In aggiunta, un altro metodo potrebbe essere la ricerca del marchio di fabbrica, che però potrebbe non essere visibile ad un occhio inesperto. Da sapere è che il fibrocemento ecologico, usato in sostituzione dell’amianto successivamente al divieto, presenta un marchio specifico ma che potrebbe non essere immediatamente visibile.
Il colore dell’amianto, inoltre, di solito è bluastro, grigio chiaro o cenere. In superficie inoltre la finitura potrebbe risultare grossolana, con fibre visibili anche ad occhio nudo. Non vi è invece alcun odore dal quale poter riconoscere l’amianto. Come detto, inoltre, è insapore.
Consulenza gratuita amianto: diritti, tutele, risarcimenti
Leggendo il Libro bianco delle morti di amianto in Italia – ed. 2022 si può comporendere quanto sia ancora grave ed attuale il problema dell’amianto nel nostro Paese; di quanti e quali danni ancora provochi nonostante sia vietato da oltre 30 anni.
Per questo motivo l’avv. Bonanni attraverso le sue associazioni si è posto in prima linea per sollecitare le bonifiche e per dare sempre maggiori input al legislatore in questo senso. Ecco anche perché ha messo a disposizione dei cittadini una App gratuita per visualizzare in tempo reale i siti contaminati e dare la possibilità a chiunque di effettuare segnalazioni.
Attraverso l’ONA e l’Osservatorio Vittime del dovere è inoltre possibile ricevere consulenza gratuita per valutare come muoversi in caso di rischio e di danni da amianto. E’ sufficiente chiamare il numero verde 800.034.294 o compilare i campi sottostanti per essere ricontattati.