Sono in aumento le diagnosi di melanoma in Italia. Nel 2024 si è registrato un +30%, «ma al contempo, grazie all’immunoterapia, il 50% dei pazienti con melanoma metastatico sopravvive dopo 10 anni dalla diagnosi». Lo dichiara Paolo Ascierto, presidente della Fondazione Melanoma e direttore Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia e Terapie Innovative dell’Istituto Pascale di Napoli.
Ascierto ha chiesto che nelle nuove linee guida della Società europea di oncologia l’immunoterapia per questo tumore passi da ultima opzione a prima scelta.
Il melanoma, un tumore che ha origine nei melanociti
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Il melanoma cutaneo è un tumore causato dalla trasformazione dei melanociti, ovvero alcune delle cellule che formano la pelle. I melanociti fanno parte, insieme ai cheratinociti, dell’epidermide e producono la melanina, il pigmento che protegge dai danni dei raggi solari. La melanina permette alla pelle di abbronzarsi con l’esposizione al sole.
In condizioni normali, i melanociti possono dar luogo ad agglomerati scuri visibili sulla superficie della pelle e noti come nei.
Lo stadio metastatico o avanzato, caratterizzato dalla diffusione del cancro ad altri organi (linfonodi, polmone e encefalo) rappresenta la fase a prognosi peggiore della malattia.
Come per altri tumori, la classificazione del melanoma prevede quattro diversi stadi. Essi dipendono dalla dimensione e dallo spessore del tumore. Ma anche dalla diffusione ai linfonodi e da quanto lontano si sia propagato rispetto alla sede di partenza, vale a dire la cute.
Il rapporto “I numeri del cancro in Italia 2024”
Nell’ultimo rapporto ‘I numeri del cancro in Italia 2024’, presentato dall’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), sono presenti alcune previsioni. Esse indicano come le diagnosi di melanoma possano raggiungere quota 17.000, circa 4.300 in più rispetto ai 12.700 registrati nel 2023.
«Certo, questo numero così elevato – commenta Ascierto – può essere letto come una maggiore sensibilità della popolazione a sottoporsi a controlli regolari. Ed anche come una maggiore esposizione ai fattori di rischio, ad esempio ai raggi solari senza adeguata protezione o il ricorso ai lettini abbronzanti».
Melanoma, il ruolo centrale dell’immunoterapia
Al tragico bilancio delle diagnosi, tuttavia, si contrappongono gli «eccezionali successi nella terapia. Grazie infatti all’immunoterapia – continua Ascierto – anche nei casi di melanoma metastatico, le forme più gravi, oggi il 50% dei pazienti sopravvive dopo 10 anni dalla diagnosi».
È per questo che nelle nuove linee guida Esmo l’immunoterapia ha un ruolo centrale.
«Nel documento, l’immunoterapia adiuvante, quella post-intervento chirurgico, viene raccomandata sia nei casi di melanoma di stadio IIB e IIC che di stadio III. Quindi anche per la malattia metastatica», spiega Ascierto.
L’immunoterapia adiuvante e l’immunoterapia neoadiuvante
L’immunoterapia adiuvante viene indicata anche come prima opzione nei casi di melanoma metastatico, prima o in sostituzione della terapia target.
Inoltre, nelle nuove linee è presente l’immunoterapia ‘dual block’, quella composta da due farmaci che agiscono su due ‘blocchi’ diversi di inibizione del sistema immunitario. Questa è da poco rimborsabile nei casi di melanoma non resecabile o metastatico.
Gli esperti hanno inserito anche l’immunoterapia neoadiuvante, che si somministra prima dell’intervento chirurgico, nei casi di melanoma metastatico.
«Ma anche se le terapie evolvono, la prevenzione resta la migliore arma per questo problema», conclude l’esperto.