I pediatri italiani sono d’accordo nell’affermare che la musica fa bene, costituisce, infatti, un’occasione di incontro, anche sociale, tra genitori e figli. Mamme e papà, dunque, devono ascoltare la musica con i propri bambini.
«La musica, come il gioco infantile o la lettura dei libri è un momento fondamentale per la crescita dei propri figli, a qualsiasi età». Lo spiega il pediatra di Bergamo e responsabile dell’educazione alla salute e della comunicazione della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (Sipps), Leo Venturelli. «In gravidanza la mamma che ascolta musica condivide questa esperienza sonora anche al proprio bimbo. Questo è davvero importante, perché la musica viene recepita dal cervello e utilizzata come momento di benessere, produttore di dopamina. Ciò fin dal secondo trimestre di vita dal feto. Dopo la nascita – evidenzia Venturelli – ascoltare, sentire la propria mamma, significa poter imparare a ripetere, a parlare, ad acquisire la lingua madre».
I brani melodici o ritmati sono più indicati per i piccoli
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Ogni persona sceglie e segue uno stile musicale consono ai propri gusti che di solito lo accompagna fino alla vecchiaia. Ci sono persone che amano il rock, altre preferiscono la musica melodica.
Ma esiste una musica indicata per un corretto sviluppo neurocognitivo del bambino?
«Tutta la musica va bene, ma – sottolinea Venturelli – i brani dolci, melodici, ritmati sembrano essere più consoni ai piccoli. Sono stati condotti studi sulla musica di Mozart, che è molto indicata nel tranquillizzare il bambino, soprattutto per favorire il sonno e il rilassamento. Sembra addirittura che l’ascolto della musica di Mozart faccia crescere meglio in peso i bambini prematuri».
Lo sviluppo neuroevolutivo del bambino è legato ai suoni
La musica come mezzo di comunicazione è sempre stata importante, fin dai tempi antichi. Ballare, cantare o suonare degli strumenti fa parte integrante della storia dell’umanità.
«Lo sviluppo neuroevolutivo del bambino – precisa Venturelli – è legato al fatto di sentire la voce, il ritmo, le pause e i silenzi alternati. I pediatri di famiglia sanno perfettamente che lo sviluppo neuroevolutivo di un bambino si basa anche sui ritmi musicali. E sull’apprendere canzoni e movimenti specifici come la danza».
Ma quando i genitori dovrebbero far ascoltare la musica ai propri figli?
«Fin dalla gravidanza è certamente fondamentale – continua l’esperto – ma anche nei primi mesi di vita. In questo periodo, le note diventano un elemento importantissimo nel rapporto tra mamma e figlio, che riguarda la stimolazione dei sensi del bambino. Le prime lallazioni avvengono quando la mamma canticchia ninne nanne e ritornelli al proprio figlio, guardandolo negli occhi, parlandogli davanti».
I bambini ‘compongono’ musica con strumenti semplici
Verso i 10-12 mesi, il bambino può ‘comporre musica’ utilizzando strumenti molto semplici.
«Per praticare musica – prosegue Venturelli – il piccolo può usare i coperchi delle pentole, i mestoli di legno, oggetti trasformati in strumenti musicali o sonori. Più il bimbo cresce, più il ritmo coinvolge il camminare, il muoversi. Il piccolo fa quella che definiamo ‘danza’, o comunque un movimento ritmico e poi si mette lui stesso a cantare. Dai 3 ai 6 anni il bambino è in grado di inventare e cantare musiche per giocare in compagnia dei suoi coetanei. O per raccontare storie, per imparare a contare, a elencare le parti del corpo, i colori, i giorni della settimana. Dopo i 6 anni – conclude l’esperto – è il bambino che può apprendere o capire che gli piace di più un tipo di melodia rispetto a un altro».
I progetti ‘Nati per la musica’ e ‘Nati per leggere’
In Italia esiste l’associazione ‘Nati per la musica’, che comprende musicisti, pediatri, ostetriche, pedagogisti, educatori, bibliotecari, volontari. L’associazione trasmette il messaggio che la musica fa bene al bambino che cresce ed è importante che vi siano punti di riferimento.
«A tal proposito – ricorda il presidente Sipps Giuseppe Di Mauro – le biblioteche sono un punto di riferimento essenziale anche per la musica. Nelle sezioni riguardanti l’infanzia si trovano persone preparate. Queste indirizzano i genitori ad acquistare non solo libri, ma anche cd o testi di filastrocche utili alle diverse età di sviluppo di un bambino. Nati per la musica si aggiunge al progetto ‘Nati per leggere’, ideato proprio per approfondire e migliorare la lettura insieme al bambino. È questo un momento importante di genitorialità responsiva, tanto cara alla Sipps, che vede a strettissimo contatto le mamme, i papà e i propri figli».