La ricerca sulla sclerosi multipla (SM) produce risultati tangibili che hanno cambiato la vita delle persone affette da questa patologia. Tuttavia, si deve fare di più perché ogni anno, solo in Italia, la SM colpisce 3600 persone. E si deve cominciare dalla prevenzione e dalla diagnosi della malattia. Sono questi i temi al centro del congresso annuale della FISM, la Fondazione dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla, in corso di svolgimento a Roma.
‘Salute del cervello: ripensare la diagnosi della sclerosi multipla e delle patologie correlate’ è il titolo del congresso, che apre con la presenza di numerosi ricercatori internazionali.
Grazie alla ricerca, oggi si possono sempre di più immaginare strategie di prevenzione. Strategie che, se non possono ancora prevenire l’insorgenza della malattia, possono aiutare a identificare i fattori di rischio e scongiurare la disabilità. O a capire quali sono le strade da percorrere.
Il progetto EBV-MS prevede la partecipazione di FISM
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«È ormai dimostrato che l’infezione da EBV sia un prerequisito essenziale per lo sviluppo della malattia. Ma non è chiaro ancora in che modo un virus così comune possa contribuire alla SM». Così Kjell-Morten Myhr dell’università di Bergen, ospite della prima giornata di lavori del congresso FISM.
Per scoprirlo, Myhr e colleghi hanno lanciato il progetto EBV-MS finanziato dall’Unione europea per un valore di 7 milioni di euro. Il progetto prevede anche la partecipazione di FISM per studiare a 360 gradi il virus, le sue interazioni con l’ospite, gli stili di vita. E immaginare, dunque, possibili strategie terapeutiche, dagli antivirali ai vaccini.
Nelle giornate del congresso, si ricorderà l’importanza crescente dell’asse intestino-cervello e della disbiosi come ulteriore detonatore per lo sviluppo della SM. E anche come fattore di rischio su cui è possibile fare prevenzione.
Anticipare sempre di più le diagnosi e i trattamenti
I traguardi della ricerca hanno già prodotto risultati concreti destinati a cambiare la pratica clinica. È il caso dei nuovi criteri diagnostici per la sclerosi multipla che ufficialmente saranno presentati solo al prossimo congresso in programma a settembre a Copenaghen.
Xavier Montalban del Cemcat, il Centro per la Sclerosi Multipla della Catalogna, ne anticipa i contenuti al congresso Fism. «Grazie al lavoro di revisione abbiamo raggiunto un consensus su quelli che saranno i nuovi criteri diagnostici per la sclerosi multipla», dice Montalban.
Si potranno così anticipare sempre di più le diagnosi e i trattamenti, forse anche prima della manifestazione dei sintomi. Ciò si associa a una migliore prognosi sul lungo termine, in grado di abbassare il rischio di disabilità e migliorare la qualità di vita dei pazienti.
Tra i temi della revisione, le caratteristiche del nervo ottico, l’analisi di nuovi marcatori di risonanza magnetica.
La scienza con le persone: fondamentale per la ricerca
Dal congresso della FISM emerge l’importanza di investire in una nuova disciplina: la scienza con e del paziente. Questo sottolinea un concetto fondamentale. Cioè, una diagnosi precoce della malattia verso una medicina preventiva può progredire solo conoscendo l’esperienza di malattia della persona. E rendendola scientifica per tutti gli attori del sistema.
La scienza con le persone deve essere una delle discipline fondamentali di un modello di ricerca e cura multidisciplinare e partecipatorio. Modello unico per garantire che l’innovazione scientifica e la trasformazione digitale possano essere introdotti nella pratica clinica.
Ripensare la diagnosi della SM e garantire la salute del cervello significa continuare a investire nella ricerca di potenziali biomarcatori e fattori di rischio della malattia.
I progetti sostenuti da FISM hanno indagato il ruolo dell’inquinamento atmosferico come possibile trigger dell’infiammazione nella SM. E anche la ricerca di biomarcatori nel sangue e nel liquido cerebrospinale per il monitoraggio della malattia.