Il segnale d’allarme proviene da un sondaggio svolto in Calabria nel 2023 dal Centro Antiviolenza Regionale e dalla rete D.I.R.E. Nove donne con Sclerosi Multipla (SM) su dieci sono discriminate, ma non è tutto. Il 29,3% delle donne con SM e Neuromielite ottica ha denunciato di essere stata vittima di discriminazione dovuta al genere, soprattutto nel mondo del lavoro.
Le discriminazioni e la violenza contro le donne con disabilità possono essere di tipo fisico, sessuale, psicologiche ed economiche. Non sono facili da identificare e da affrontare.
Una quota non trascurabile di donne con SM dichiara di subire spesso violenza economica, altre di subire dei casi di limitazioni alla propria libertà. Nell’8,6% dei casi si verifica violenza verbale e psicologica.
Sono storie di sopravvivenza in cui AISM si imbatte spesso, perché presente quotidianamente nella vita delle persone con SM, in ascolto dei loro bisogni.
AISM lancia il progetto “Cambia il finale”
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In risposta a questa allarmante realtà, l’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (AISM) lancia il progetto “Cambia il finale”. Dedicato a contrastare la discriminazione contro le donne con sclerosi multipla e disabilità in generale, il progetto ha l’obiettivo di rendere libere le donne con disabilità. Libere da pregiudizi e discriminazioni, secondo gli impegni delineati dall’Agenda 2025.
“Cambia il finale” intende creare una rete per il supporto delle donne con sclerosi multipla e disabilità che subiscono discriminazioni sul lavoro e in famiglia. O che possono essere esposte alla violenza.
«Le donne con SM convivono da sempre con la discriminazione», ha detto Marcella Mazzoli, direttore Gestione Sviluppo Territoriale di AISM. «Si sentono additate e minacciate all’interno del proprio mondo, quasi quotidianamente; colpevolizzate per la propria malattia e disabilità».
Nuovi strumenti per le donne con Sclerosi Multipla
Attraverso il progetto “Cambia il finale”, AISM garantirà alle donne percorsi di formazione verso una piena consapevolezza di cosa sia la discriminazione. E di come sia possibile contrastarla, mettendo in campo, con e per le donne con Sclerosi Multipla nuovi strumenti, concreti e trasferibili. Un impegno che mira a far uscire le donne da condizioni di invisibilità, violenza, molestie, difficoltà in campo lavorativo, in famiglia, nell’accesso ai servizi sociosanitari.
«Quante volte – ha continuato Mazzoli – ci capita di sentire storie in cui una donna viene trattata come un oggetto rotto. Se è madre viene privata del suo ruolo e dei suoi affetti. Se è lavoratrice, è privata di prospettive. Ferisce soprattutto sapere che di quanto le accade non sempre è completamente consapevole. La nostra cultura sociale tende a nascondere ciò che di sbagliato c’è. E invece di difenderla, la lascia sola, invece di valorizzarla, la sminuisce».
Puntare al cambiamento culturale e sociale
Il progetto si impegna ad attivare nuove reti territoriali fra servizi, associazioni del territorio e rete di accoglienza AISM. Si vuole, infatti, ‘cambiare il finale’ della vita di tante donne.
«AISM in questo cambiamento culturale e sociale ci crede», ha continuato Mazzoli. «La storica progettualità dell’AISM per e con le donne con Sclerosi Multipla sta diventando una realtà sempre più presente. E ciò grazie al “Cambia il finale”, che prevede un percorso di formazione e informazione utile a renderci più consapevoli del fenomeno. Questo ci permetterà di costruire modelli innovativi di abilitazione e protagonismo delle ragazze e delle donne. E favorirà, attraverso il nostro lavoro concreto, l’emersione delle situazioni di discriminazione e violenza».
“Cambia il finale” ha già preso piede in diverse regioni, partendo dall’Emilia. Si sta espandendo rapidamente verso la Calabria, la Toscana, il Lazio e si impegna ad abbracciare tutta Italia.