rieti amianto

Il Tribunale di Rieti ha condannato l’INAIL a risarcire Monica Diana Darasz, vedova di Mario Nicoletti, un operaio vittima di amianto. L’uomo, originario di Antrodoco, aveva lavorato come manutentore idraulico per oltre 10 anni all’Ospedale di Rieti.

La donna otterrà il risarcimento a distanza di sette anni dalla morte del marito, avvenuta a causa di un mesotelioma. La somma stabilita dai giudici è di circa 200mila euro e una rendita mensile. Questo tipo di tumore è generato tipicamente dall’esposizione all’amianto.

L’operaio, impiegato nel 1979 come manovale di cantiere stradale per la società I.C.R. srl; e dal 1979 al 1993 come manutentore idraulico presso l’ospedale di Rieti, quale dipendente della Asl, aveva subìto l’esposizione alla fibra killer durante le sue attività lavorative. In campo autostradale e ospedaliero, infatti l’amianto era molto utilizzato.

Nelle autostrade soprattutto per realizzare le gallerie, dove veniva applicato a spruzzo sulle pareti, per creare barriere insonorizzanti e per la lotta al fuoco. Negli ospedali (molte strutture sono ancora contaminate); si trovava nelle pareti di malta e amianto, nei soffitti e nei pavimenti di vinil-amianto, ma anche nelle colle e negli stucchi. Infine nei tubi in cui viaggiano i vapori surriscaldati per le lavanderie e le cucine, a 450 gradi, che erano spessissimo oggetto di manutenzione.

Rieti, avanti contro Inail anche per risarcimento ai figli

Un riconoscimento – ricostruisce l’Osservatorio nazionale amianto – che arriva dopo diversi rigetti dell’INAIL delle domande presentate perché fosse riconosciuta la malattia professionale, nonostante Nicoletti, deceduto nel 2016, si fosse ammalato di mesotelioma a causa dell’esposizione diretta ad amianto durante la sua vita lavorativa”.

L’importanza di una corretta informazione sui propri diritti e la forza della donna di procedere contro il “gigante” Inail, hanno fatto la loro parte in questa lunga vicenda.

La vedova, sapendo che il mesotelioma è causato soltanto dall’asbesto (altro modo di chiamare l’amianto), si è rivolta all’Ona e all’avvocato Ezio Bonanni che, dopo questa vittoria, proseguirà ora per ottenere il risarcimento dei danni sia per la vedova che per i figli” – rimarca l’associazione.

Bonanni: “Decisi, al fianco delle famiglie delle vittime”

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Il tribunale di Rieti (foto: tribunale.rieti.it)

A curare la richiesta di risarcimento alla famiglia di Mario Nicoletti, è stato l’avv. Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto e che da anni è in prima linea nella lotta a questo materiale cancerogeno, come anche certificato dalla IARC. Nonostante sia stato bandito in Italia dal 1992 con una apposita legge, purtroppo è ancora molto presente in tanti luoghi e continua a mietere vittime. La latenza delle malattie asbesto correlate è molto lunga e i danni della fibra si possono manifestare anche dopo decenni.

Riguardo alla vittoria in tribunale a Rieti contro l’Inail, Bonanni commenta: “L’ennesimo accanimento dell’INAIL contro famiglie che hanno perso un loro caro, pilastro anche economico, nel non riconoscerne i diritti anche quando il nesso causale non deve essere provato dalla vittima o dalla sua famiglia, perché si presume per legge fino a prova contraria.

L’INAIL, purtroppo, continua ostinatamente a negare il diritto delle vittime di mesotelioma di poter ottenere il giusto indennizzo; quindi la parola passa alla magistratura, che condanna. Infatti, anche un collega di Nicoletti, Roberto Lucandri, che ha svolto attività con lui e morto della stessa malattia, ha ottenuto il riconoscimento dopo la morte solo in seguito ad azione giudiziaria“.