Rame: cos’è e danni alla salute

In questa guida parliamo di rame, uno dei metalli più antichi conosciuti dall’umanità. Vediamo dove si trova, quali sono le sue caratteristiche e qualità e quali danni alla salute provoca. In particolare vediamo quali sono le categorie di lavoratori esposti, quali sono le principali vie d’esposizione, norme per la sicurezza, prevenzione e tutela dei lavoratori.

Cos’è il rame? Qualità e caratteristiche

Il rame è uno dei metalli più antichi conosciuti dall’umanità. Le sue qualità fisiche lo hanno reso essenziale fin dai tempi antichi, e ancora oggi è ampiamente utilizzato in moltissimi settori. La sua resistenza, la capacità di condurre calore ed elettricità, la duttilità e la resistenza alla corrosione lo rendono un materiale prezioso.

Tuttavia, come accade per molte sostanze utilizzate nell’industria, può rappresentare un rischio per la salute quando viene manipolato senza le dovute precauzioni. Conoscere i pericoli legati all’esposizione al rame è quindi fondamentale, soprattutto per i lavoratori che vi entrano in contatto ogni giorno.

Dove si trova il rame e in quali ambiti viene impiegato?

Il rame è presente in natura in diverse forme. Si trova nei minerali, come la calcopirite e la malachite, ma può anche essere estratto in forma metallica. È un elemento abbondante nella crosta terrestre e può essere presente in tracce anche nell’acqua, nel suolo e negli organismi viventi, compreso il corpo umano, dove svolge alcune funzioni biologiche essenziali.

L’uso del rame è molto esteso. Viene impiegato in modo massiccio nell’industria elettrica per la produzione di fili, cavi, motori e trasformatori, grazie alla sua eccellente conducibilità elettrica. Nell’edilizia si utilizza per le tubature idrauliche, i rivestimenti e le coperture di edifici. Anche nella produzione di monete, strumenti musicali, utensili da cucina e componenti elettronici il rame trova largo impiego. In campo agricolo e sanitario, alcuni composti di rame vengono usati come fungicidi e disinfettanti. Persino l’industria alimentare e quella cosmetica possono farne uso, in forme controllate.

Rame e salute: quando il contatto diventa pericoloso

In condizioni normali, l’organismo umano ha bisogno di piccole quantità di rame per svolgere alcune funzioni vitali, come la formazione del sangue e il buon funzionamento del sistema nervoso. Tuttavia, un’esposizione eccessiva può provocare effetti dannosi, specialmente se avviene in ambito lavorativo, dove si possono inalare polveri o fumi di rame o entrare in contatto diretto con superfici e materiali contaminati.

Rischi per i lavoratori esposti al rame: vie d’esposizione

L’inalazione di fumi contenenti rame, ad esempio durante la saldatura o la fusione, può provocare sintomi acuti come irritazione delle vie respiratorie, tosse, mal di gola, affanno e, in alcuni casi, febbre da fumi metallici. Questa condizione, nota anche come “febbre da rame“, è una reazione infiammatoria temporanea ma debilitante. Se l’esposizione è prolungata, possono comparire disturbi più gravi a carico dell’apparato respiratorio e del fegato. Anche il contatto diretto con composti del rame può causare irritazioni della pelle e degli occhi.

L’ingestione accidentale di elevate quantità di rame, per esempio attraverso l’acqua contaminata da tubazioni in rame mal tenute, può provocare nausea, vomito, dolori addominali e, nei casi più gravi, danni al fegato e ai reni. Le persone che soffrono di malattie epatiche o che hanno una predisposizione genetica, come nel caso del morbo di Wilson, devono prestare ancora più attenzione a questa sostanza.

Quali lavoratori sono maggiormente a rischio

Le categorie di lavoratori più esposte al rischio di contaminazione da rame sono quelle che operano nelle industrie metalmeccaniche, in particolare durante le operazioni di saldatura, fusione, raffinazione e lavorazione del rame e delle sue leghe. Anche i lavoratori dell’industria elettrica, dell’edilizia, della galvanotecnica e della produzione chimica possono essere a rischio, così come gli operatori del settore agricolo che utilizzano fungicidi a base di rame.

Inoltre, chi lavora nella raccolta e nel riciclo dei rifiuti elettronici o nei cantieri navali può essere esposto in modo significativo, specialmente in assenza di misure adeguate di prevenzione. In questi contesti, il rischio non deriva solo dal contatto diretto con il rame, ma anche dalla presenza di altre sostanze chimiche e metalli pesanti che possono potenziarne gli effetti nocivi.

Le malattie professionali correlate al rame

Il rame, pur non essendo tra i metalli più frequentemente implicati nelle malattie professionali riconosciute, può comunque provocare disturbi rilevanti.

Le patologie più comuni riguardano le affezioni respiratorie, come la bronchite cronica e la pneumopatia da inalazione, oltre alla già citata febbre da fumi metallici. Altre possibili conseguenze comprendono dermatiti da contatto e congiuntiviti in soggetti particolarmente sensibili.

Anche se le tabelle INAIL non indicano in modo specifico il rame come agente principale per molte malattie, è importante sapere che un medico competente può segnalare e avviare una procedura di riconoscimento anche in assenza di un riferimento tabellare diretto, soprattutto se esiste una documentazione chiara dell’esposizione e dei sintomi.

Prevenzione e tutela: cosa prevede la normativa per proteggere i lavoratori

La normativa italiana in materia di salute e sicurezza sul lavoro, in particolare il Testo Unico sulla Sicurezza (Decreto Legislativo 81/2008), stabilisce che il datore di lavoro è responsabile della valutazione dei rischi legati all’utilizzo di sostanze chimiche, tra cui il rame. Deve adottare tutte le misure necessarie per prevenire o ridurre l’esposizione, tra cui il miglioramento della ventilazione degli ambienti, la sostituzione delle sostanze più pericolose, la pulizia regolare degli spazi di lavoro e la fornitura di dispositivi di protezione individuale adeguati, come maschere filtranti, guanti e occhiali.

Fondamentale è anche la sorveglianza sanitaria, che prevede controlli medici periodici per monitorare lo stato di salute dei lavoratori esposti e individuare precocemente eventuali disturbi. I lavoratori devono essere informati sui rischi legati all’uso del rame e devono ricevere una formazione specifica su come comportarsi in caso di esposizione accidentale o sintomi sospetti.

In caso di malattia riconducibile all’esposizione al rame, il lavoratore ha diritto a presentare una denuncia di malattia professionale all’INAIL. Se viene accertato il legame con l’attività lavorativa, sono previsti indennizzi per danni biologici, rendite in caso di inabilità permanente e coperture economiche durante l’assenza dal lavoro.

Malattie correlate al rame nelle tabelle INAIL

Qui di seguito riportiamo le malattie correlate all’esposizione al rame inserite nelle tabelle INAIL. Queste qui di seguito sono inserite nella lista I dell’INAIL. Ciò significa che per queste vige la presunzione legale d’origine della malattia. Significa che il lavoratore malato di una o più di una di queste malattie deve solo dimostrare la presenza della lavorazione.

CONGIUNTIVITE I.1.11. H10.4
RINITE I.1.11. J31.0
ASMA BRONCHIALE I.1.11. J45.0
DERMATITE IRRITATIVA DA CONTATTO I.1.11. L24
DERMATITE ALLERGICA DA CONTATTO I.1.11. L23
GRANULOMATOSI POLMONARE (solfato di rame) I.1.11. J70
EPATOPATIA GRANULOMATOSA I.1.11. K71.8