Il Piano Nazionale Cronicità (PNC) è un pilastro della sanità pubblica italiana, nato per garantire cure eque ai pazienti con patologie croniche. Tuttavia, presenta ancora lacune, tra cui l’esclusione della psoriasi. Questa malattia infiammatoria colpisce circa 1,8 milioni di italiani, di cui almeno 250mila in forma grave.

L’Associazione Psoriasici Italiani Amici della Fondazione Corazza (Apiafco), guidata da Valeria Corazza, ha più volte denunciato questa esclusione, definendola “ingiusta e ingiustificata”. Le conseguenze per i pazienti sono gravi, sia sulla qualità di vita che sull’accesso alle cure. Ma cosa significa, in concreto, non essere riconosciuti dal PNC? E perché questa battaglia è così importante?

Psoriasi: una malattia cronica dimenticata

Psoriasi e Piano Nazionale Cronicità

La psoriasi è una patologia autoimmune cronica e recidivante che si manifesta con lesioni cutanee desquamanti e infiammate, spesso accompagnate da dolore, prurito e un forte impatto psicologico. La malattia può colpire qualsiasi area del corpo, con forme particolarmente invalidanti quando interessa il volto, le mani, i piedi o le zone genitali.

Uno degli aspetti più trascurati e sottovalutati della psoriasi è altresì il suo impatto sulla sfera sociale e psicologica di chi ne è affetto.

Spesso vista come un problema estetico, la psoriasi è una malattia cronica che influisce profondamente sulla qualità della vita. Compromette le relazioni, la produttività lavorativa e l’intimità. Il disagio non è solo fisico: le lesioni cutanee possono causare insicurezza, vergogna e isolamento sociale.

Nonostante la sua cronicità e le numerose comorbidità, tra cui artrite psoriasica, malattie cardiovascolari, diabete e depressione, la psoriasi è ancora esclusa dal Piano Nazionale Cronicità. Questo impedisce ai pazienti di accedere a percorsi di cura specifici e agevolati, limitando l’accesso ai farmaci innovativi e compromettendo la gestione della malattia.

Numeri che spaventano la politica?

Secondo la Presidente di Apiafco, Valeria Corazza, la mancata inclusione della psoriasi nel PNC potrebbe essere legata proprio alla dimensione epidemiologica del fenomeno. Il numero di pazienti affetti è elevato e includerli nel Piano implicherebbe un investimento significativo da parte del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Tuttavia, escludere questi pazienti non è una soluzione sostenibile, né sul piano etico né su quello economico, poiché una gestione inefficace della malattia comporta costi indiretti ben più alti, legati a ospedalizzazioni, assenze dal lavoro e invalidità.

Sanità diseguale: le profonde disparità regionali nel trattamento della psoriasi

La gestione della psoriasi in Italia evidenzia una delle contraddizioni più lampanti del Servizio Sanitario Nazionale: la disparità di accesso alle cure tra le diverse Regioni, un divario che si traduce in un’iniquità inaccettabile per migliaia di pazienti. Apiafco ha più volte denunciato come l’assenza di finanziamenti specifici all’interno del Piano Nazionale Cronicità (PNC) abbia accentuato questa frattura, creando un’Italia a due velocità.

Da un lato, alcune Regioni virtuose hanno saputo investire in centri di riferimento altamente specializzati, rafforzando i percorsi diagnostici e terapeutici, rendendo disponibili farmaci innovativi e garantendo ai pazienti un’assistenza più strutturata ed efficace. Queste realtà hanno adottato modelli organizzativi avanzati, riducendo le liste d’attesa e assicurando un accesso tempestivo ai trattamenti biologici e ad altre soluzioni terapeutiche di ultima generazione.

Dall’altro, numerose Regioni prive di risorse adeguate hanno lasciato i pazienti privi di un’assistenza omogenea e sistematica, costringendoli a districarsi tra tempi di attesa estenuanti, burocrazia soffocante e costi proibitivi per le cure. In queste aree, chi è affetto da psoriasi si trova spesso a dover affrontare un vero e proprio percorso ad ostacoli per ricevere le terapie necessarie, talvolta vedendosi costretto a spostarsi in altre Regioni per poter accedere a trattamenti che dovrebbero essere garantiti su tutto il territorio nazionale.

Questa disparità mina uno dei principi cardine del Servizio Sanitario Nazionale, ovvero l’universalità delle cure, e acuisce il senso di abbandono vissuto dai pazienti, che si trovano a dover fronteggiare non solo gli effetti debilitanti della malattia, ma anche le conseguenze di un sistema che non li tutela adeguatamente. La mancata inclusione della psoriasi nel PNC non fa che aggravare questa ingiustizia, relegando la gestione della patologia a un approccio frammentato e non coordinato.

Verso l’approvazione del nuovo Piano: un’opportunità ancora incerta

L’aggiornamento del Piano Nazionale Cronicità è in esame alla Conferenza Stato-Regioni, ma il percorso resta complesso. La principale criticità riguarda la carenza di fondi, che ostacola l’inclusione di nuove patologie.

Tra le richieste più urgenti c’è quella dell’Assessore Raffaele Donini, che ha proposto di inserire la psoriasi tra le malattie riconosciute, come già avvenuto per epilessia, endometriosi e obesità. Tuttavia, la risposta istituzionale è stata deludente. Invece di un intervento immediato, è stata prospettata una revisione periodica del Piano, rinviando eventuali aggiornamenti ai prossimi anni.

Un’ulteriore dilazione dei tempi non è più sostenibile.

Un impegno non più rinviabile: il diritto a una sanità equa e inclusiva

Di fronte a questa situazione, Apiafco e altre associazioni di pazienti hanno lanciato un appello alle istituzioni. Chiedono che la revisione del PNC venga attuata già nel 2025, includendo la psoriasi tra le patologie riconosciute. Il problema non è solo burocratico, ma tocca il diritto alla salute e alla dignità di quasi due milioni di italiani. Queste persone convivono con una malattia invalidante senza un adeguato supporto sanitario.

Ignorare questa necessità significherebbe alimentare un’ingiustizia sociale e sanitaria. I pazienti resterebbero in una condizione di precarietà assistenziale, con gravi ripercussioni sulla loro qualità di vita e sul sistema sanitario. Una gestione inefficace della psoriasi genera costi indiretti elevati, legati a ospedalizzazioni evitabili, assenze dal lavoro e un peggioramento della condizione clinica.

L’inserimento della psoriasi nel Piano Nazionale Cronicità sarebbe una conquista per i pazienti e un progresso per la sostenibilità del sistema sanitario. Le istituzioni possono ancora correggere questa ingiustizia, garantendo ai pazienti ciò che spetta loro: assistenza adeguata, cure tempestive e un riconoscimento ufficiale della malattia.

Le scelte che verranno fatte nei prossimi mesi determineranno il futuro della gestione della psoriasi in Italia.

L’auspicio è che il nuovo Piano Nazionale Cronicità possa finalmente porre fine a questa esclusione, dando a chi ne soffre la possibilità di ricevere cure adeguate e un’assistenza all’altezza delle loro necessità. Il tempo delle attese è finito. Ora è il momento di agire.