Attraverso un’esplorazione delle vie molecolari e dei meccanismi genetici, uno studio condotto dai ricercatori dell’Università Karolinska di Stoccolma spiega la connessione tra il consumo di proteine in gravidanza e l’aspetto del volto del nascituro

Proteine: perché assumerle in gravidanza?

Proteine: composte da amminoacidi sono indispensabili perla costruzione e formazione degli organi del nascituro

Le proteine. Durante la gravidanza, le necessità proteiche aumentano significativamente per sostenere la crescita del feto, la placenta e i tessuti materni.

Le proteine, composte da amminoacidi, sono i mattoni fondamentali per la costruzione e la formazione degli organi, dei muscoli, della pelle, del corpo e delle caratteristiche facciali del nascituro.

Sono altresì essenziali per la sintesi di nuove cellule, il mantenimento della struttura e la regolazione di molteplici processi biologici.

Le fonti proteiche raccomandate includono carne magra, pesce, uova, latticini, legumi, noci e semi.

Un nuovo studio, aggiunge ulteriori informazioni sul consumo delle proteine.

La morfologia delle strutture scheletriche craniofacciali è influenzata da diversi fattori 

I tratti somatici si sviluppano attraverso un intricato processo che ha luogo nel grembo materno. Quando si verificano anomalie in questo processo, possono emergere difetti congeniti

L’idea che l’ereditarietà e i fattori ambientali giochino un ruolo fondamentale nella definizione delle caratteristiche facciali è da tempo accettata. 

I tratti somatici si sviluppano attraverso un intricato processo che ha luogo nel grembo materno. Quando si verificano anomalie in questo processo, possono emergere difetti congeniti come la palatoschisi, nota anche come “labbro leporino”, craniosinostosi (fusione prematura delle ossa craniche) e ipoplasia scheletrica craniofacciale.

Tuttavia, rimangono ancora poche informazioni sui meccanismi che determinano le sottili variazioni nelle caratteristiche del viso. Ad esempio, resta un mistero il motivo per cui gemelli identici, pur condividendo gli stessi fattori genetici e ambientali, presentino comunque lievi discrepanze nel volto.

Recenti studi hanno iniziato a suggerire che fattori ambientali, compresa l’alimentazione materna durante la gravidanza, possano avere un impatto altrettanto significativo.

Questo ha spinto un gruppo di studiosi, guidati dal dott. Meng Xie del Dipartimento di Bioscenze e Nutrizione di Stoccolma, a indagare sul legame tra dieta materna e sviluppo facciale del feto.

Per esaminare meglio la connessione, gli scienziati hanno esaminato il tessuto facciale embrionale umano attraverso il sequenziamento dei geni, combinato con esperimenti su animali modello.

Addentriamoci nello studio.

Proteine e tratti somatici: focus sullo studio 

Il team di ricerca ha analizzato i tessuti facciali prelevati da embrioni umani e ha identificato potenziatori associati a geni coinvolti nel percorso mTORC1. Quest’ultimo, noto per il suo ruolo nella regolazione del metabolismo cellulare in risposta all’apporto nutrizionale, è stato individuato come potenziale modulatore dello sviluppo scheletrico facciale.

Attraverso esperimenti su animali modello come i topi e i pesci zebra, i ricercatori hanno manipolato selettivamente l’attivazione del percorso mTORC1 per osservare gli effetti sullo sviluppo facciale. Hanno quindi confrontato i risultati ottenuti con quelli degli animali di controllo per valutare l’impatto delle modifiche sulle caratteristiche facciali.

Risultato?

Risultato dello studio e la “prova del 9”

Dopo aver manipolato selettivamente l’attivazione del percorso mTORC1 nei modelli animali, i ricercatori hanno fatto delle interessanti osservazioni sullo sviluppo facciale. L’attivazione del percorso ha portato a cartilagini nasali più spesse del normale e a caratteristiche facciali più grandi del normale, mentre la disattivazione ha portato a musi più allungati in entrambi gli animali.

Per comprendere meglio il possibile ruolo della dieta materna in questo processo, i ricercatori hanno alimentato un gruppo di topi con una dieta ricca di proteine, sospettando che ciò potesse attivare il percorso mTORC1. I risultati hanno confermato le loro ipotesi: gli embrioni dei topi nutriti con una dieta ricca di proteine mostravano ossa mascellari più basse del normale e cartilagini nasali più grandi del normale, rispetto ai topi alimentati con una dieta normale.

Queste scoperte hanno portato il team di ricerca a concludere che la dieta materna può effettivamente influenzare lo sviluppo facciale del feto.

Inoltre, la plasticità fenotipica (la capacità di adattarsi a cambiamenti ambientali) potrebbe giocare un ruolo importante nel modellare il volto in risposta a fattori come la dieta, l’alcol e le variazioni climatiche durante la gravidanza.

Fonti

Meng Xie et al, Il livello di proteine nella dieta murina materna modula l’aspetto facciale della prole tramite la segnalazione mTORC1, Nature Communications (2024).