Per milioni di persone affette da apnea ostruttiva del sonno, la pillola contro le apnee notturne potrebbe presto diventare realtà grazie a una nuova pillola sperimentale che, assunta prima di andare a dormire, ha dimostrato di ridurre drasticamente gli episodi di apnea e migliorare la qualità della respirazione notturna.
Si chiama AD109 e potrebbe rappresentare una svolta epocale nella cura di una delle più diffuse e sottovalutate patologie del sonno.
Pillola contro le apnee notturne: il limite della CPAP
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Fino a oggi, il trattamento di riferimento per l’apnea ostruttiva del sonno è stata la CPAP (Continuous Positive Airway Pressure), un dispositivo che mantiene aperte le vie aeree spingendo aria nella gola attraverso una maschera da indossare durante la notte.
Efficace ma spesso poco tollerata, la CPAP può risultare ingombrante, scomoda e difficile da usare con regolarità. Molti pazienti, pur diagnosticati correttamente, finiscono per abbandonare la terapia proprio a causa del disagio causato dal dispositivo.
È in questo scenario che si inserisce il nuovo farmaco orale, AD109, sviluppato dall’azienda americana Apnimed. Una sola pillola al giorno da assumere prima di andare a letto, capace di prevenire il collasso delle vie aeree durante il sonno, senza l’ausilio di macchine o maschere.
Pillola contro le apnee notturne: un farmaco mirato
Il meccanismo d’azione di AD109 si basa sull’effetto sinergico di due sostanze già note alla medicina. Da una parte l’atomoxetina, un principio attivo utilizzato da anni per il trattamento del disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD). Dall’altra l’aroxibutinina, una molecola sperimentale che agisce su muscoli e recettori implicati nel controllo delle vie aeree.
L’atomoxetina incrementa la noradrenalina, un neurotrasmettitore che stimola i muscoli della gola a restare attivi anche durante il sonno profondo, impedendo così il loro rilassamento e collasso.
L’aroxibutinina, invece, agisce sul muscolo genioglosso, posizionato alla base della lingua, fondamentale per mantenere aperte le vie respiratorie. Ne rafforza la tonicità bloccando un meccanismo inibitorio. Il risultato è un effetto combinato che contrasta la causa neuromuscolare alla base dell’apnea ostruttiva del sonno.
Risultati clinici promettenti
I primi dati disponibili arrivano da uno studio clinico di fase 3 condotto su 646 adulti affetti da apnea ostruttiva, da lieve a grave. Dopo sei mesi di trattamento, i partecipanti che hanno assunto AD109 hanno registrato una riduzione media del 56% degli episodi di apnea o ipopnea (respirazione troppo superficiale) durante la notte. Ma ciò che ha attirato maggiormente l’attenzione della comunità scientifica è che il 22% dei pazienti ha ottenuto un controllo quasi completo della malattia, con meno di cinque episodi all’ora.
Oltre al numero ridotto di apnee, lo studio ha mostrato miglioramenti significativi nei livelli di ossigeno nel sangue durante il sonno, parametro fondamentale per evitare complicanze cardiovascolari e neurologiche associate alla patologia.
Sicurezza e limiti da approfondire: quali sono?
Sebbene i dati finora raccolti siano molto incoraggianti, gli esperti invitano alla cautela. Il profilo di sicurezza del farmaco, per ora, è apparso buono, con nessun effetto collaterale grave segnalato.
Tuttavia, alcuni medici ricordano che l’atomoxetina può provocare un lieve aumento della pressione arteriosa e potrebbe influenzare la qualità del sonno in alcuni soggetti.
Inoltre, resta da verificare se il farmaco migliori anche i sintomi percepiti dai pazienti – come la sonnolenza diurna e la stanchezza cronica – o se agisca solo sui parametri clinici.
Un altro nodo ancora da sciogliere riguarda gli effetti a lungo termine. Sei mesi di studio non sono sufficienti per stabilire se AD109 possa realmente ridurre i rischi legati all’apnea non trattata. Tquesti segnaliamo infarto, ictus, ipertensione e decadimento cognitivo.
Una svolta in vista?
La società produttrice è ora pronta a presentare la domanda di approvazione alla FDA, l’agenzia del farmaco statunitense. Se tutto andrà secondo le previsioni, la pillola potrebbe arrivare sul mercato in tempi relativamente brevi, aprendo una nuova fase nella lotta all’apnea del sonno.
Se approvato, AD109 potrebbe non sostituire del tutto la CPAP. Ma affiancarla come opzione terapeutica meno invasiva. Particolarmente utile per chi non riesce ad adattarsi ai dispositivi meccanici o cerca un trattamento più semplice da seguire.