La Fondazione Gimbe lancia l’allarme sulla carenza dei pediatri in tutta Italia, sollevato «da genitori di tutte le Regioni, da Nord a Sud». Lo dichiara il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta.
Le testimonianze dei genitori evidenziano problemi burocratici e mancanza di risposte da parte delle ASL. Ma anche «pediatri con un numero eccessivo di assistiti e impossibilità di iscrivere i propri figli al pediatra di famiglia. Ciò – continua il presidente – mette potenzialmente a rischio la salute, soprattutto dei più piccoli e dei più vulnerabili».
Il pediatra di libera scelta (PLS), il pediatra di famiglia, è il medico preposto alla tutela della salute dei minori da 0 a 14 anni. Ad ogni bambino, sin dalla nascita, deve essere assegnato un PLS. Questo per accedere a servizi e prestazioni inclusi nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) garantiti dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN).
Le criticità per l’inserimento dei PLS nel SSN
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La Fondazione Gimbe ha analizzato le criticità che regolano l’inserimento dei PLS nel SSN.
«Le stime sulle carenze dei PLS – spiega Cartabellotta – sono state effettuate a livello regionale. Questo perché la loro reale necessità viene definita dalle Aziende Sanitarie Locali (ASL) in relazione agli ambiti territoriali carenti. Le stime sul ricambio generazionale sono ostacolate dall’impossibilità di sapere quanti nuovi specialisti in pediatria scelgono la carriera di PLS».
Attualmente, la necessità della zona carente viene calcolata solo sulla fascia di età 0-6 anni tenendo conto di un rapporto ottimale di 1 PLS ogni 600 bambini.
«Questo metodo di calcolo – prosegue il presidente – sottostima il fabbisogno di PLS. Paradossalmente, i PLS sarebbero addirittura in esubero, poiché il loro fabbisogno viene stimato solo per i piccoli sino al compimento dei 6 anni. Mentre di fatto i PLS assistono oltre l’81% di quelli della fascia 6-13 anni».
Automatica la revoca del PLS al compimento dei 14 anni
Sino al compimento del 6° anno di età, i bambini devono essere assistiti per legge da un PLS. Mentre dai 6 ai 13 anni inclusi, i genitori possono scegliere tra PLS e medico di medicina generale (MMG). Al compimento dei 14 anni, la revoca del PLS è automatica. Tranne per pazienti con documentate patologie croniche o disabilità per i quali può essere richiesta una proroga fino al compimento del 16° anno.
«Queste regole – dichiara Cartabellotta – rappresentano un ostacolo rilevante per un’accurata programmazione del fabbisogno di PLS».
Infatti, secondo i dati ISTAT al 1° gennaio 2023, la fascia 0-5 anni (iscrizione obbligatoria al PLS) include più di 2,5 milioni di bambini. Quella 6-13 oltre 4,2 milioni, che potrebbero essere iscritti al PLS o al MMG in base alle preferenze dei genitori.
Inoltre, secondo quanto previsto dall’Accordo Collettivo Nazionale (ACN), il numero massimo di assistiti di un PLS è fissato a 880.
Deroghe al numero massimo di assistiti
Il numero massimo di assistiti, con deroga nazionale, può essere incrementato di ulteriori 120 scelte temporanee (residenti in ambiti limitrofi, non residenti, extracomunitari).
Esistono poi deroghe regionali e locali che portano a superare i 1000 iscritti. Tra queste l’indisponibilità di altri pediatri del territorio, fratelli di bambini già in carico ad un PLS.
«In realtà – spiega il presidente – il numero di 1000 assistiti non potrebbe essere superato. La determinazione del massimale di scelte è stabilita dall’Accordo Collettivo Nazionale (ACN). Come previsto dalla L. 502/1992, e non è derogabile dalle Regioni o dalle singole ASL».
Secondo i dati forniti dalla Federazione Italiana dei Medici Pediatri (FIMP), tra il 2023 e il 2026 sono 1738 i PLS che hanno compiuto/compiranno 70 anni. Raggiungeranno così l’età massima per la pensione, deroghe a parte: dai 236 PLS del Lazio a 1 PLS in Valle d’Aosta.
Urge un’adeguata programmazione del fabbisogno
La buona notizia è che il numero di borse di studio ministeriali per la scuola di specializzazione in pediatria è aumentato negli ultimi 5 anni. Da 456 nell’anno accademico 2017-2018 sono passate a 885 nel 2022-2023.
Con un tale livello di saturazione, non solo viene ostacolato il principio della libera scelta, ma in alcune regioni diventa impossibile trovare disponibilità di PLS.
«La carenza di PLS – conclude Cartabellotta – oggi riguarda in particolare alcune grandi regioni del Nord e deriva da errori di programmazione del fabbisogno. In particolare la mancata sincronia per bilanciare pensionamenti attesi e borse di studio per la scuola di specializzazione. Serve ora un’adeguata programmazione del fabbisogno che richiede tre elementi: ridefinire la fascia di età di esclusiva competenza dei PLS. Disporre poi di stime accurate sul numero di pediatri che intraprendono la carriera di PLS e considerare il fenomeno della denatalità».