Scoperte quattro tipologie di obesità, presentate durante il VI Congresso Nazionale della Società Italiana di Nutrizione Clinica e Metabolismo (Sinuc), che si è tenuto nei giorni scorsi a Roma. Secondo gli esperti comprendere il fenotipo aiuta a indirizzare ciascun paziente al trattamento più efficace
Obesità in Europa, 59% degli adulti
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Malattia cronica e multifattoriale, l’obesità colpisce un numero crescente di persone. Infatti, secondo il Rapporto 2022, emergono in Europa tassi di sovrappeso e obesità che hanno raggiunto proporzioni epidemiche. Tra i dati: il 59% degli adulti europei e quasi 1 bambino su 3 (29% dei maschi e 27% delle femmine). Sovrappeso e obesità sono considerati tra le principali cause di morte e disabilità in Europa. Stime recenti parlano di 1,2 milioni di decessi all’anno, che corrispondono a oltre il 13% della mortalità totale (OMS Europa).
Chi è affetto dall’obesità è maggiormente esposto al rischio di contrarre malattie non trasmissibili. Tra queste: tumori, malattie cardiovascolari, diabete mellito di tipo 2 e malattie respiratorie croniche. Inoltre, si è osservato che che le persone con obesità hanno un aumentato rischio di complicanze e mortalità nel caso di infezione da SARS-CoV-2.
Obesità, l’intervento di Alessio Molfino
“L’obesità è una forma di malnutrizione per eccesso – afferma Alessio Molfino, professore associato di Medicina interna alla Sapienza di Roma – . Ma ha una origine che riconosce fattori alimentari, genetici, emotivi, sociali, per questo risulta così difficile intervenire. Esiste una stretta relazione tra sistema digestivo e sistema nervoso centrale chiamato asse intestino-cervello: l’equilibrio di questa via di comunicazione può essere alterata da numerosi fattori. Su questa complessità si innestano i fenotipi il cui riconoscimento permette una medicina sempre più personalizzata. I diversi fenotipi mostrano comportamenti peculiari”.
Obesità, ecco tutti i quattro fenotipi
Secondo gli esperti Sinuc non esiste una sola obesità, ma almeno quattro tipologie (fenotipi).
La prima è definita “cervello affamato” perché l’asse cervello-intestino induce a un maggiore bisogno di calorie per sentirsi pieni e sazi.
La seconda, “fame emotiva”, è caratterizzata dal desiderio di mangiare per fronteggiare emozioni positive o negative. In questo caso si riscontrano livelli più elevati di ansia, depressione, più bassi livelli di autostima e una peggiore immagine corporea rispetto agli altri fenotipi.
La terza, “intestino affamato”, è contraddistinta da una durata anormale di sazietà e da uno svuotamento gastrico più rapido: circa del 30% per i cibi solidi e del 22% per i liquidi nelle femmine. Mentre nei maschi lo svuotamento gastrico medio è accelerato del 38% per i solidi e del 33% per i liquidi.
La quarta, “combustione lenta”, si riferisce a un rallentamento del metabolismo ed i soggetti mostrano una massa muscolare inferiore e una minore predisposizione all’attività fisica.
L’intervento di Maurizio Muscaritoli
L’identificare i fenotipi basati sulla fisiopatologia e sul comportamento è un passo decisivo che può portare a interventi mirati per la perdita di peso.
“L’eterogeneità tra i pazienti con obesità è particolarmente evidente nella risposta di perdita di peso agli interventi sull’obesità, come diete, farmaci, dispositivi e interventi chirurgici. È ormai assodato che l’approccio di diminuire l’apporto calorico e aumentare il movimento è inefficace e superato – spiega Maurizio Muscaritoli, presidente Sinuc -. E non possiamo più ignorare che proprio l’eccesso di peso sia responsabile di circa 70mila morti evitabili l’anno solo nel nostro Paese. La novità è aver catalogato l’obesità in quattro ‘fenotipi’ ossia il complesso delle caratteristiche di un organismo che risultano dall’interazione fra la sua costituzione genetica e l’ambiente”