Un nuovo studio, condotto dagli esperti del Karolinska Institutet e dell’Università di Lund (Svezia), svela un sorprendente aspetto della chirurgia bariatrica nei giovani affetti da obesità.
Nonostante una significativa perdita di peso a lungo termine, sembra che la salute mentale dei pazienti non migliori. Al contrario, emerge un aumento dei rischi legati all’alcolismo tra i giovani sottoposti a questo tipo di intervento
Chirurgia bariatrica e obesità: conosciamo la tecnica
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La chirurgia bariatrica (dal greco baros, peso), rappresenta un ambito fondamentale nell’affrontare l’obesità e le patologie ad essa associate.
La pratica è ampiamente regolamentata, su scala globale, attraverso una dichiarazione di consenso emanata dal National Institutes of Health nel 1991.
La dichiarazione stabilisce l’Indice di Massa Corporea (IMC o BMI, Body Mass Index in inglese), come criterio primario per la selezione dei pazienti idonei a tale intervento, limitandone l’applicazione a coloro che sono gravemente obesi.
Quanto agli interventi, essi si concentrano sulla drastica riduzione del peso, offrendo al contempo un trattamento per le condizioni mediche correlate.
Nello specifico, si basa su interventi mini-invasivi, eseguiti comunemente attraverso la laparoscopia. Tecnica che, associata a un moderno e efficace regime perioperatorio, consente ai pazienti di beneficiare di una ripresa più rapida, di un breve periodo di degenza in ospedale e di una riduzione del dolore post-operatorio.
Dopo l’intervento, il paziente affronta un lungo percorso di follow-up, fondamentale per garantire il successo dell’operazione.
Esso è finalizzato al mantenimento del peso raggiunto e alla riduzione dei possibili effetti collaterali derivanti dalle procedure bariatriche.
In media, la chirurgia bariatrica determina una perdita di peso pari al 70% del peso in eccesso. Tuttavia, è importante sottolineare che questo calo ponderale può variare notevolmente in base a diversi fattori, quali l’età, l’altezza, il genere e la storia clinica specifica del paziente.
Ma quali sono i risvolti inattesi dell’intervento, quando a finire sotto i ferri sono i giovani? Ecco cosa svela il nuovo studio svedese.
Strani risvolti della chirurgia bariatrica
Gli effetti positivi della chirurgia bariatrica sull’obesità sono innegabili, ma quando si tratta della salute mentale dei giovani sottoposti a questo intervento, emerge una situazione complessa e inaspettata.
«La chirurgia dell’obesità ha effetti molto positivi sul peso, sulla glicemia e sul controllo della pressione sanguigna. Quando tuttavia si tratta di salute mentale, la situazione non migliora né peggiora dopo la chirurgia bariatrica».
Ad affermarlo, Martin Neovius, professore di epidemiologia clinica al Karolinska Institutet.
Lo studio, il più ampio nel suo genere, si è concentrato sull’analisi dei problemi di salute mentale nei giovani svedesi prima e dopo l’intervento chirurgico per l’obesità, condotto nel decennio tra il 2007 e il 2017.
Mettendo a confronto dati provenienti da diversi registri, sono emersi due aspetti preoccupanti:
- Disagio mentale: è emerso che molti giovani che hanno subito questa chirurgia mostravano già evidenti problematiche di salute mentale ben cinque anni prima dell’intervento. Ciò solleva interrogativi sull’efficacia dell’approccio chirurgico nel migliorare la salute mentale in questa fascia di pazienti;
- Alcolismo: un altro dato inatteso è l’aumento dei rischi associati all’alcolismo. Sembrerebbe che la chirurgia bariatrica possa incrementare la suscettibilità a problemi precoci legati all’abuso di alcol nei giovani pazienti.
«Sebbene le malattie mentali aumentino generalmente tra i 15 e i 21 anni, per questo gruppo il bisogno di cure aumenta più rapidamente che per i giovani in generale», avverte Kajsa Järvholm, professoressa associata di psicologia all’Università di Lund.
Necessità di un approccio olistico prima e dopo l’intervento
Questo studio, nello scrutare il benessere mentale dei giovani affetti da obesità e sottoposti a interventi bariatrici, sottolinea l’importanza di una “visione olistica della salute” nel supporto dei pazienti, sia prima sia dopo l’intervento chirurgico. Un supporto che consideri insomma non solo gli aspetti fisici, ma anche e soprattutto quelli psicologici e comportamentali “disfunzionali” che hanno contribuito al rapporto problematico con il cibo.
Ad esempio, alcuni si abbuffano per gestire situazioni emotive, altri utilizzano l’adipe come una barriera difensiva, mentre altri ancora potrebbero percepire l’obesità come vantaggiosa dal punto di vista affettivo.
Un elevato numero di individui affetti da obesità presenta comorbilità psicologiche, quali sbalzi d’umore, ansia e bassa autostima. Chi soffre di obesità grave è più propenso a episodi depressivi.
L’insoddisfazione per l’aspetto fisico, particolarmente comune tra coloro con sovrappeso, è poi fortemente correlata ai sintomi della depressione, soprattutto nelle donne, date le pressioni sociali sulla fisicità femminile.
Gli individui con obesità affrontano anche pregiudizi e discriminazioni, che contribuiscono ad accentuare la depressione.
I numerosi tentativi falliti di perdere peso possono aggravare la depressione, la disillusione e la bassa autostima, portando a ulteriori difficoltà.
Capire i fattori scatenanti prima dell’intervento è dunque fondamentale, anche perché, a lungo termine, certi traumi “irrisolti” potrebbero ripresentarsi.
La maggioranza dei pazienti sperimenta infatti una riduzione iniziale della depressione e dell’ansia dopo la chirurgia, ma dopo due o quattro anni, tali sintomi tendono a ritornare.
Altri problemi legati all’obesità
Alcuni studi indicano ad esempio tassi di suicidio più elevati del previsto tra i pazienti sottoposti a chirurgia bariatrica.
Non è chiaro se il rischio aggiuntivo sia dovuto alla storia di depressione, alle sfide psicologiche dell’obesità grave o alla delusione per i risultati post-operatori.
Tuttavia, come accennato, evidenzia l’importanza di fornire assistenza per la salute mentale prima e dopo la chirurgia bariatrica.
Prendiamo ad esempio la “sindrome da svuotamento”.
Questa possibile complicanza post- operatoria, caratterizzata dal passaggio troppo veloce del cibo all’interno dell’intestino tenue e altri problemi alimentari possono verificarsi dopo la chirurgia bariatrica.
Anche tutti questi fattori complicano il recupero.
In molti casi, i miglioramenti post-operatori sono legati alla decisione di cambiare la vita più che ai risultati fisici.
Un mantra per aiutare i giovani nella ripresa potrebbe essere “nella cura dell’anima, nel sostegno interiore, trovi la chiave per liberarti del peso in eccesso”.
Fonti
The Lancet Child & Adolescent Health.
Materiale fornito dal Karolinska Institutet