Il premio Nobel per la Medicina e per la Fisiologia del 2022 resta in casa: è andato infatti al biologo svedese Svante Pääbo, che è riuscito a sequenziare il genoma del Neanderthal. Una missione che sembrava quasi impossibile e che invece è andata in porto grazie al lavoro del professore. La notizia è stata annunciata dal Karolinska Institutet di Stoccolma. Il premio ammonta a 10 milioni di corone svedesi (circa un milione di euro).
Il professore svedese, 67 anni, è il direttore del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology di Lipsia, in Germania. Nato il 20 aprile 1955 a Stoccolma, ha 67 anni ed è considerato dai padri della paleogenetica; quasi un archeologo del Dna.
Nella nota di motivazione del premio, oltre che “per le sue scoperte sui genomi degli ominidi estinti e l’evoluzione umana“, è riportato che Paabo “ha anche fatto la sensazionale scoperta di un ominide precedentemente sconosciuto, Denisova. È importante sottolineare che Paabo ha anche scoperto che il trasferimento genico è avvenuto da questi ominidi ora estinti all’Homo sapiens in seguito alla migrazione dall’Africa circa 70.000 anni fa“. Ed ha aggiunto la giuria: “Questo antico flusso di geni agli esseri umani di oggi ha rilevanza fisiologica oggi, ad esempio influenzando il modo in cui il nostro sistema immunitario reagisce alle infezioni“.
Gli italiani che hanno vinto il Nobel per la Medicina
Sono sei gli italiani che, nel corso degli anni, hanno vinto il Nobel per la Medicina. Il primo è stato il dottor Camillo Golgi, nel 1906, per aver scoperto l’apparato reticolare interno delle cellule nervose (il cosiddetto Apparato di Golgi). Bisognerà aspettare cinquantuno anni per il Nobel successivo, conquistato da Daniel Bovet nel 1957 per i suoi studi in chemioterapia e farmacologia. Salvatore Luria fu il terzo italiano premiato: torinese di nascita e noto negli Usa dove poi si trasferì come Salvador Edward, nel 1969, vinse il nobel studiando la moltiplicazione e le mutabilità dei virus.
Nel 1975 fu il biologo Renato Dulbecco a vincere l’ambito premio; a Torino conobbe e si laureò insieme a Luria e a Rita Levi-Montalcini, anche lei futuro premio nobel nel 1986. Dulbecco ebbe il premio per aver scoperto i meccanismi di autoriparazione del Dna danneggiato dalle radiazioni; e per essere riuscito ad isolare il primo mutante della poliomielite. Rita Levi-Montalcini fu la prima ed unica donna italiana a vincere il premio Nobel per la medicina. Alla neurologa fu assegnato per aver scoperto il fattore di accrescimento della fibra nervosa (NGF). Il genetista veneto originario di Verona, Mario Renato Capecchi, fu vincitore nel 2007 per il suo contribuito alla scoperta del gene targeting.