Un uomo di 55 anni è stato salvato grazie a un intervento con il quale i chirurghi hanno asportato una massa tumorale di quasi 20 cm. La formazione comprimeva il cuore e il polmone sinistro.
Dagli esami era emerso che un grosso timoma (una neoformazione del timo) era cresciuto a dismisura nell’emitorace di sinistra al punto da comprimere il polmone. Nonostante la chemioterapia, la massa tumorale continuava a crescere fino a invadere anche il cuore. A questo punto, non restava che l’asportazione chirurgica della neoformazione che misurava quasi venti centimetri. L’intervento era molto pericoloso: diversi centri lo avevano valutato, ma nessuno se la sentiva di affrontarlo.
Il paziente si rivolse alla Chirurgia Toracica dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino. Questo è un centro di riferimento italiano ed europeo per la patologia della ghiandola del timo. I chirurghi toracici, di concerto con i cardiochirurghi, accettarono la sfida.
Dieci ore di intervento per asportare la massa tumorale
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Pochi giorni fa, i medici hanno eseguito l’intervento, della durata complessiva di oltre dieci ore, utilizzando una tecnica mai usata prima per l’asportazione dei timomi.
Per rimuovere il tumore, infatti, non è sufficiente aprire completamente il torace e la cavità pleurica. Bisogna aprire anche il sacco che contiene il cuore, il pericardio, per avere accesso alle strutture vascolari più profonde che nascono proprio dietro al cuore.
Allo stesso tempo, però, il cuore deve continuare a battere. Da qui l’intuizione di spostare il cuore con uno strumento particolare. Questo, attaccato all’apice del muscolo cardiaco, con un lungo e delicato bacio, riesce a sollevare il cuore mantenendolo battente praticamente fuori dal torace.
In questo modo, i chirurghi hanno potuto asportare in completa sicurezza ed in maniera radicale la massa tumorale.
Intervento possibile grazie a un posizionatore cardiaco
«L’intervento è stato possibile grazie all’impiego di un piccolo conetto collegato ad un braccio malleabile». Così Massimo Boffini della Cardiochirurgia universitaria. «Il conetto, creando il vuoto, riesce a mantenere il cuore in posizione verticale. Garantendo allo stesso tempo al cuore di spingere il sangue in tutto il corpo. Questo strumento si chiama posizionatore cardiaco e funziona proprio come se desse un lungo bacio al cuore a cui viene collegato. È usualmente utilizzato per gli interventi di rivascolarizzazione miocardica a cuore battente, senza l’utilizzo della circolazione extracorporea. In questo caso, ha permesso di raggiungere agevolmente le vene polmonari di sinistra che sono dietro al cuore. E che dovevano essere suturate per la rimozione della massa».
Il caso apre la strada a futuri interventi di chirurgia
L’approccio multidisciplinare ha permesso di compiere il complesso e rischioso intervento e raggiungere un risultato sorprendente. Ciò apre la strada a futuri interventi di chirurgia toracica.
«Mediante questa tecnica complessa – spiega Paraskevas Lyberis della Chirurgia Toracica universitaria dell’ospedale Molinette – le due équipe hanno potuto collaborare».
Dopo l’apertura del torace, i sanitari hanno isolato il polmone di sinistra e il cuore con un meticoloso e complesso isolamento di tutti i vasi. I medici hanno, così, asportato il tumore e il polmone sinistro, ormai non più funzionante perché invaso dalla neoplasia.
Anche il diaframma (il muscolo che separa il torace dall’addome) coinvolto dalla malattia è stato in parte asportato e ricostruito».