La rizoatrosi (artrosi del pollice, cioè dell’articolazione trapezio-metacarpale) è la forma di artrosi più diffusa al mondo. I campanelli d’allarme sono: dolore e gonfiore alla base del pollice, impossibilità di compiere movimenti banali, come usare una spillatrice o un paio di forbici.

Se nelle prime fasi la terapia è affidata ai tutori e alla terapia anti-infiammatoria, negli stadi più avanzati la soluzione diventa chirurgica. E l’introduzione di speciali mini-protesi progettate per l’articolazione trapezio-metacarpale del pollice ha segnato una svolta nel trattamento di questa condizione.

Al Policlinico Gemelli vengono effettuati più di un centinaio di interventi per rizoartrosi l’anno.

Rizoartrosi, malattia degenerativa infiammatoria

La rizoartrosi è una malattia degenerativa infiammatoria dell’articolazione tra il trapezio e il primo metacarpo del pollice.

È la più frequente forma di artrosi nel mondo e la sua frequenza aumenta con l’età. Si stima che a soffrirne sia una donna su 4 e un uomo su 12 sopra i 70 anni, ma può colpire anche i giovani.

Può esserci una predisposizione genetica e il fatto che sia più frequente tra le donne in età post-menopausale fa pensare anche ad un ruolo degli ormoni.

A volte il dolore è così forte da non far riposare la notte e la base del pollice appare gonfia e arrossata. Non si riescono più a fare movimenti che richiedano l’uso del pollice, come usare una spillatrice o svitare un barattolo.

All’esperto, un ortopedico specialista in chirurgia della mano, la diagnosi appare subito evidente. La radiografia della mano serve a confermarla.

L’artrosi del pollice può determinare invalidità delle mani

Il pollice svolge una funzione fondamentale come ‘opponente’ rispetto alle altre dita (è quello che ci permette di afferrare gli oggetti grandi e piccoli). «Per questa ragione possiede un’ampia libertà di movimento in varie direzioni, dovuta proprio alle caratteristiche anatomiche dell’articolazione trapezio-metacarpale, posta alla base della colonna del pollice». Così Lorenzo Rocchi, associato di Malattie dell’apparato locomotore all’Università Cattolica del Sacro Cuore, direttore della UOC di Ortopedia e Chirurgia della mano di Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS. «La rizoartrosi può determinare una globale ed ingravescente invalidità delle mani. Molti dei movimenti del pollice sono resi possibili dalla conformazione del trapezio, che presenta una superficie concava, a sella, simmetrica e speculare a quella del metacarpo. In molte persone affette da rizoartrosi, questa articolazione presenta imperfezioni morfologiche congenite, che contribuiscono al deterioramento della superficie cartilaginea delle due superfici articolari (trapezio e metacarpo). Con conseguente evoluzione verso l’artrosi, una patologia infiammatoria degenerativa delle articolazioni».

A rischio di rizoartrosi lavoratori e persone predisposte

Per motivi morfologici, per microtraumi o traumi più gravi, la cartilagine può degenerare precocemente. Questo può creare un’interfaccia osso contro osso che determina reazioni infiammatorie importanti, fino alla degenerazione dell’articolazione, provocando dolore cronico e riduzione della funzionalità.

È a rischio di rizoartrosi chi è predisposto anatomicamente (spesso sono presenti più casi all’interno di una stessa famiglia). La situazione peggiora nel caso dei lavoratori manuali che compiano movimenti ripetitivi di opposizione pollice-dita lunghe. Specialmente se utilizzano strumenti da lavoro, come le cesoie del giardiniere.

Può così presentarsi un dolore alla base del pollice, con segni di infiammazione (calore e gonfione), associati a limitazioni via via crescenti dell’articolazione. Spesso il dolore è associato a deformità ingravescenti del profilo anatomico.

Trattamenti tradizionali dell’artrosi del pollice

Nei primi stadi, la rizoartrosi può essere trattata in maniera conservativa con tutori termoplastici che stabilizzano l’articolazione, spesso instabile nei pazienti.

Devono essere associate anche terapie anti-infiammatorie farmacologiche (sistemiche o tramite infiltrazioni) o fisiche, spesso basate sul calore (guanto di paraffina caldo, tecar, raggi infrarossi, laser terapia).

Nelle fasi medio-avanzate, quando le superfici scheletriche si sono deformate ed è presente un contatto doloroso tra le due ossa, è ragionevole prevedere la soluzione chirurgica.

Intervento di artoplastica protesica: per chi è indicato

La novità è oggi rappresentata dall’utilizzo di speciali protesi, studiate ad hoc per questa articolazione. L’intervento di artoplastica protesica dell’articolazione è indicato soltanto per una parte delle persone affette da rizoartrosi.

Quando la patologia è in stadio avanzato, con deformità importanti delle componenti scheletriche e artrosi diffusa anche alle articolazioni circostanti, la trapeziectomia totale resta l’intervento di scelta. Inoltre, per alcune categorie di pazienti, in particolare per chi svolge lavori manuali pesanti, l’impianto protesico non è indicato. 

Una visita specialistica presso l’ambulatorio di chirurgia della mano costituisce la scelta migliore per orientarsi nelle diverse possibilità di trattamento di questa patologia.

Fonte: Policlinico Gemelli