DAI FARMACI COMBINATI ALLA BIOPSIA LIQUIDA, DAGLI ORGANOIDI ALL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE: LA RICERCA GUARDA AL TUMORE COME A UN ECOSISTEMA. L’OBIETTIVO È DISTRUGGERNE LE COMPLICITÀ BIOLOGICHE.

Non basta colpire il tumore, serve “rompere il sistema” che lo sostiene: il microambiente tumorale

Il cancro non è un nemico isolato, ma un ecosistema vivente che si organizza, comunica e impara a difendersi. È questa la nuova prospettiva della ricerca oncologica: non limitarsi a distruggere la massa tumorale, ma rompere le alleanze che la rendono forte e resistente ai farmaci.

È il concetto emerso dal 7° Workshop di Oncologia Traslazionale dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena (IRE) di Roma, che ha riunito scienziati di fama mondiale, tra cui Robert Nisticò (presidente AIFA), Lillian Siu (presidente eletto AACR) e Anna Mondino (direttrice scientifica AIRC).

Il tumore è un ecosistema – spiega Giovanni Blandino, direttore scientifico dell’Istituto Regina Elena –. Le cellule cancerose non agiscono da sole, ma si circondano di fibroblasti, cellule immunitarie e fibre di sostegno che imparano a manipolare a loro vantaggio. Per vincere la resistenza ai farmaci dobbiamo colpire anche queste complicità”.

ll microambiente tumorale: un alleato pericoloso

Ogni tumore, spiega Blandino, vive dentro un microambiente biologico fatto di cellule “non tumorali” che il cancro riesce a sfruttare per crescere e difendersi.
Fibroblasti, vasi sanguigni, cellule immunitarie e proteine di sostegno formano una rete di comunicazione biochimica che protegge le cellule malate dagli attacchi dei farmaci.

Questa capacità di adattamento è alla base della resistenza farmacologica, che può essere innata – presente già alla diagnosi – o acquisita, cioè sviluppata durante la terapia. Spezzare questa rete significa fermare la capacità del tumore di “imparare”, di modificarsi per sopravvivere a chemio e immunoterapie.

Microambiente tumorale: terapie combinate

Oggi la strategia più promettente è combinare farmaci mirati e immunoterapia.
I farmaci a bersaglio agiscono su precise mutazioni genetiche, mentre l’immunoterapia “riattiva” il sistema immunitario contro le cellule tumorali. Usati insieme, bloccano più vie di fuga contemporaneamente, impedendo al tumore di adattarsi.

“È un approccio ecosistemico – sottolinea Blandino – perché non mira solo alla distruzione, ma alla disorganizzazione del sistema di sostegno biologico del cancro. Più che una guerra diretta, è una strategia di sabotaggio”.

Biopsia liquida: una nuova finestra sulla malattia

Tra le tecnologie più innovative spicca la biopsia liquida, che consente di analizzare DNA e RNA tumorali in campioni di sangue, saliva o urina. Questa metodica non invasiva permette di monitorare in tempo reale l’evoluzione della malattia e di individuare precocemente i segnali di resistenza.

Per esempio, nei tumori della testa e del collo si studia la saliva, mentre nei tumori urogenitali si analizzano le urine.

La biopsia liquida evita così ai pazienti di sottoporsi a biopsie tradizionali multiple, spesso dolorose e rischiose, rendendo il monitoraggio più sicuro ed eticamente sostenibile.

Vantaggi della biopsia liquidaDescrizione
MininvasivaNon richiede interventi chirurgici
Ripetibile nel tempoPermette controlli frequenti e dinamici
PredittivaIdentifica precocemente segnali di resistenza
MultisorgentePuò analizzare sangue, saliva e urina
PersonalizzataOffre una fotografia unica per ogni paziente

Organoidi, AI e biobanche: il laboratorio del futuro

La ricerca traslazionale guarda oltre la terapia standard.
Gli organoidi, piccole repliche tridimensionali del tumore create in laboratorio con le cellule del paziente, rappresentano un vero e proprio “avatar” della malattia.

Su questi modelli 3D è possibile testare diverse combinazioni di farmaci prima di somministrarle al paziente, anticipando le reazioni cliniche e riducendo la tossicità.

Accanto agli organoidi, l’intelligenza artificiale analizza milioni di dati biologici per prevedere l’evoluzione del tumore, mentre le biobanche raccolgono campioni di tessuto e DNA per studiare i meccanismi di resistenza.

Le metastasi, in particolare, sono oggi al centro delle ricerche: pur essendo geneticamente più “semplici” del tumore primario, dimostrano una capacità di adattamento superiore, riuscendo a colonizzare organi molto diversi da quello d’origine. Capire come avviene questo processo è essenziale per prevenirne la diffusione.

Microambiente tumorale: la forza della ricerca traslazionale

Il termine “ricerca traslazionale” indica il ponte tra laboratorio e corsia ospedaliera. All’Istituto Regina Elena, biologi e oncologi lavorano fianco a fianco: i campioni prelevati dai pazienti vengono studiati in laboratorio, e i risultati tornano poi al letto del malato sotto forma di nuovi protocolli terapeutici.

“È un circolo virtuoso – spiega Livio De Angelis, direttore generale IFO – in cui ogni esperienza clinica genera conoscenza, e ogni scoperta diventa potenzialmente una cura.
Il futuro dell’oncologia dipende dalla capacità di integrare scienza, tecnologia e umanità”.

Il workshop, giunto alla settima edizione, ha dato spazio anche ai giovani ricercatori, protagonisti di una sessione dedicata alle nuove generazioni. “Da loro – ha aggiunto De Angelis – arriveranno le prossime scoperte. Il futuro si costruisce con il dialogo tra esperienza e innovazione”.

Microambiente tumorale: verso una nuova visione del cancro

Il messaggio emerso dal congresso è chiaro: la resistenza non è un destino, ma un problema biologico che si può comprendere e superare. Le nuove tecnologie stanno riscrivendo la definizione stessa di tumore, da entità statica a sistema dinamico capace di evolversi.

“Non basta colpire il cuore del tumore – conclude Blandino –. Bisogna disarticolare le sue connessioni, interrompere la rete che lo nutre e lo protegge. Solo così la medicina potrà trasformare il cancro da malattia mortale a condizione cronica controllabile”.

Domande frequenti (FAQ)

Che cos’è la resistenza ai farmaci in oncologia?
È la capacità delle cellule tumorali di adattarsi e sopravvivere nonostante i trattamenti. Può essere innata o acquisita durante la terapia.

Cosa significa che il tumore è un “ecosistema”?
Vuol dire che le cellule cancerose interagiscono con altre cellule sane, con il sistema immunitario e con il tessuto circostante, creando un ambiente che ne favorisce la crescita.

Cos’è la biopsia liquida e perché è importante?
È una tecnica diagnostica che rileva frammenti di DNA tumorale nei fluidi biologici, consentendo di monitorare la malattia senza ricorrere a biopsie chirurgiche.

Cosa sono gli organoidi?
Sono mini-tumori coltivati in laboratorio a partire dalle cellule del paziente, usati per testare l’efficacia di farmaci in modo personalizzato.

In che modo l’intelligenza artificiale aiuta la ricerca sul cancro?
L’AI analizza grandi quantità di dati clinici e genetici, scoprendo correlazioni che sfuggono all’occhio umano e prevedendo come il tumore reagirà ai trattamenti.