Il mesotelioma pericardico colpisce il cuore: è un tumore che interessa il pericardio, la membrana di rivestimento esterno del muscolo cardiaco. Il pericardio divide il cuore dal resto del torace, proteggendo l’organo vitale durante il suo movimento per mandare in circolo il sangue.
Il pericardio può essere fibroso (strato più esterno) e sieroso (strato interno aderente al muscolo cardiaco); quest’ultimo è costituito da due foglietti (parietale e viscerale) all’interno dei quali è contenuto un liquido chiamato liquor pericardico (tra i 20 e i 50 ml in tutto). Tale liquido è formato da ultrafiltrato del plasma e quando se ne accumula in eccesso, si verifica un versamento pericardico.
Il mesotelioma pericardico è estremamente letale (solo il 7% dei pazienti sopravvive a cinque anni di distanza dalla diagnosi) ma anche molto raro. Si contano soltanto 63 casi sui 31.572 mesoteliomi registrati tra il 1993 e il 2018, come riporta il VII Rapporto Mesoteliomi. Insieme al mesotelioma del testicolo (93 casi nello stesso intervallo di tempo), infatti, raggiunge l’1% di diffusione e rappresenta la parte minimale dei mesoteliomi. Il più diffuso invece è il mesotelioma pleurico (93%), a seguire c’è il mesotelioma peritoneale (5%). I casi di mesotelioma che si verificano in Italia sono segnalati nel Registro nazionale mesoteliomi.
Come per gli altri mesoteliomi, anche quello del pericardio è direttamente causato dall’esposizione all’amianto e fa parte delle patologie asbesto correlate.
Mesotelioma pericardico, l’importanza della prevenzione
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L’unico metodo di prevenzione efficace contro lo sviluppo di patologie e tumori da esposizione ad asbesto, come anche per le altre malattie dovute all’esposizione a cancerogeni e mutageni, è la bonifica dei siti contaminati e la messa in sicurezza dei luoghi, siano essi di lavoro o di vita quotidiana. La correlazione tra ambiente e salute è infatti molto stretta e va da sé che in un ambiente inquinato è molto più facile l’insorgenza di patologie e tumori.
Un esempio per anni è stata e lo è ancora la Terra dei Fuochi, che è stata oggetto di una analisi incrociata Procura-ISS (Istituto superiore di Sanità). In questo territorio le diagnosi di cancro (tumore alla mammella e leucemie), le malformazioni congenite (apparato urinario) e le nascite premature sono diventate purtroppo all’ordine del giorno, rendendosi più evidenti nei comuni in cui l’esposizione all’inquinamento dei rifiuti è più alta. E ci sono decine di altri esempi che possono essere fatti. Si pensi anche al caso dell’Ilva di Taranto, dove si è posta all’attenzione anche sulla sicurezza sul luogo di lavoro. E’ chiaro dunque come non ci sia altra via, per fermare l’insorgenza di malattie gravissime, che la prevenzione.
Le fibre di amianto sono altamente cancerogene (vedi monografia IARC) e non c’è cura che tenga, se non si attua la prevenzione primaria che è quella relativa alle bonifiche. Il Consensus report di Helsinki conferma questa tesi.
Rimozione amianto, la sollecitazione dell’Europa
L’Europa si sta muovendo per sollecitare la rimozione dell’amianto negli Stati membri. Il 20 ottobre 2021 con un’apposita Risoluzione il Parlamento europeo ha suggerito alla Commissione europea di aggiornare la direttiva 2009/148/CE sulla tutela dei lavoratori contro le esposizioni, di promuovere una strategia europea per la rimozione dell’amianto – European Strategy for the Removal of All Asbestos (ESRAA) e di emanare una direttiva quadro che indichi agli Stati membri di avviare strategie nazionali per le bonifiche locali.
Italia: la vergogna senza fine delle morti per amianto
A trent’anni dalla Legge 257/92 l’Italia è ancora molto indietro in fatto di prevenzione. Lo confermano i dati contenuti in “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – ed. 2022” dell’avv. Ezio Bonanni: in Italia ci sono ancora troppi malati e troppi morti per le esposizioni all’asbesto. Sono stati 7.000 i decessi soltanto nel 2021. Numeri che riguardano morti evitabili e che impongono una riflessione. Si legge nel testo:
Dobbiamo porre fine a questo genocidio: migliaia di vite umane sacrificate.
Il profitto troppe volte ha prevalso sulla salute umana.
La morte di migliaia di uomini e donne è quindi un atto gratuito e inutile, e
la loro evitabilità le rende totalmente inaccettabili.
Amianto, bisogna agire in fretta sulle bonifiche
Dal 1992 ad oggi sono state bonificate soltanto 500.000 tonnellate di amianto, a fronte dei 40 milioni stimati che sono ancora sparsi in 50mila siti e più di un milione di micrositi in Italia. Nell’App Amianto c’è una mappa in continuo aggiornamento dei siti contaminati: può essere usata sia per stare alla larga dai luoghi pericolosi per la salute, sia per sollecitare le bonifiche locali.
Purtroppo nonostante la grande opportunità rappresentata dal PNRR, poco o nulla è stato previsto dal Piano per la rimozione dell’amianto. La battaglia però continua, come pressing istituzionale e nelle aule di tribunale, come nel caso del processo Marina Bis alla Corte d’Appello di Venezia che è arrivato a sentenza il 21 giugno 2022. “Una sentenza che apre un nuovo capitolo nella giurisprudenza” – ha commentato l’avv. Bonanni, perché ha ribadito il rapporto causale tra esposizione all’amianto e sviluppo delle malattie; in questo caso, mesotelioma pleurico. La sentenza ha anche certificato la responsabilità penale della Marina con quattro condanne per omicidio colposo.
L’avv. Bonanni da sempre sottolinea in tutte le sedi la necessità di accelerare le bonifiche; lo ha fatto nell’incontro istituzionale con l’on. Andrea Costa, sottosegretario di Stato alla Salute, e in Senato durante l’audizione in Commissione Affari Costituzionali del 17/02/2022.
Diagnosi di mesotelioma pericardico
Questo tumore ha una latenza che può arrivare a 50 anni. La sua principale ed unica causa è l’esposizione all’amianto: prima l’infiammazione e poi arriva la neoplasia. Peraltro si tratta di un tumore dose dipendente: ciò significa che c’è proporzionalità tra entità dell’esposizione (intensità e durata) e sviluppo della malattia.
La prevenzione secondaria, che è quella relativa al monitoraggio della salute, può limitare la sofferenza ma non salva in questo caso la vita del paziente: la diagnosi precoce non aiuta, e quasi sempre si verifica una prognosi infausta in caso di mesotelioma.
L’art. 259 del D.lgs. 81/2008 in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, dispone che tutti i lavoratori esposti a sostanze nocive siano sottoposti a screening sanitario. Il sito della Camera dei deputati riassume tutta la normativa in vigore.
Tra gli esami previsti per l’esposizione all’amianto ci sono TAC torace e addome, utili per diagnosticare già eventuali ispessimenti pleurici e placche pleuriche. Successivamente verranno effettuati degli esami di diagnostica per immagini. Se la radiografia eseguita inizialmente fa sospettare la presenza del tumore, viene fatta seguire dalla tomografia computerizzata (TC), con cui si può valutare anche l’eventuale diffusione del cancro ad altri organi. A volte possono risultare utili l’ultrasonografia e la risonanza magnetica (RM).
Oltre agli esami strumentali, per una corretta diagnosi si ricorre al prelievo di campioni tissutali mediante la biopsia (percutanea, sotto pelle; o toracoscopica, nel torace), e campioni di liquido nelle cavità interessate dai versamenti per individuare la presenza di cellule tumorali. Come gli stessi mesoteliomi, anche i prelievi di liquido prendono il nome dalla zona in cui vengono effettuati: toracentesi (torace), paracentesi (addome), pericardiocentesi (cuore). I campioni prelevati sono poi sottoposti ad analisi immunoistochimiche (individuano le proteine presenti sulla cellula) o genetiche (per individuare i geni tipicamente espressi dal mesotelioma).
Mesotelioma pericardico: approccio chirurgico
La chirurgia non è considerata di grande aiuto nella cura dei mesoteliomi, soprattutto se usata singolarmente. Se invece utilizzata insieme a radioterapia e chemioterapia, nei primi due stadi del tumore si ottengono migliori risultati.
L’intervento da eseguire per la cura del mesotelioma pericardico è la pericardiotomia. Si tratta di un intervento che prevede l’incisione del pericardio al fine di asportare le formazioni neoplastiche. E’ anche il tipico intervento che si esegue nella prima fase di un’operazione al cuore, per scoprire l’organo da trattare nella sala chirurgica. Con la pericardiotomia, in associazione a radio e chemio, è possibile ridurre la massa tumorale e prolungare la vita del paziente fino a 5 anni.
Chemioterapia e radioterapia nella cura del mesotelioma
La chemioterapia e la radioterapia sono comunemente usate alla cura del cancro, singolarmente o in associazione. Il cancro ha come caratteristica la proliferazione incontrollata delle cellule, che invadono organi e tessuti. L’azione di chemio e radio nella cura del cancro è uccidere le cellule tumorali con i seguenti scopi in comune:
- eliminare la malattia (eliminazione delle cellule neoplastiche)
- ridurre la massa tumorale per facilitarne la rimozione chirurgica
- aumentare l’efficacia di altre terapie associate
- ridurre il rischio di recidive (scopo precauzionale)
- alleviare sintomi (scopo palliativo)
Il limite della chemioterapia è la potenziale tossicità per le cellule sane del corpo: puntando alla distruzione delle cellule nella fase di replicazione (terapia citossica o antiblastica), ma non abbastanza specifica, rischia di colpire anche i tessuti sani, causando effetti collaterali.
La radioterapia utilizza invece le radiazioni per combattere la proliferazione tumorale, ma lo fa in modo circoscritto alla zona in cui è localizzato il cancro. Limita così i danni ai tessuti circostanti. Nella cura del mesotelioma pericardico la radioterapia si usa dopo l’intervento chirurgico ed eventualmente in associazione alla chemio, per consolidare i benefici della chirurgia. L’aspettativa di vita per il mesotelioma pericardico può superare così anche i 5 anni. Lo scopo della radioterapia nel cancro del pericardio può essere anche palliativo ma non come unico trattamento terapeutico perché risulterebbe altamente tossica.
Cura del cancro pericardico con approccio multimodale
La cura dei tumori che colpiscono i tessuti mesoteliali avviene quasi sempre in centri specializzati con cure palliative, perché la diagnosi precoce è molto rara e quindi le forme neoplastiche quando si scoprono sono in fase avanzata. Tuttavia, quando si scopre un mesotelioma, il primo approccio da considerare è sempre la chirurgia; quando essa non sia possibile, subentra la terapia farmacologica con chemio e radioterapia.
Il migliore approccio, con il quale si hanno maggiori risultati, è la cura multimodale: consiste nell’applicazione di chirurgia, chemioterapia e radioterapia insieme. Così facendo, il risultato è di una maggiore efficacia e l’aspettativa di vita del paziente può essere allungata fino a 5 anni.
Mescolare i metodi di cura per trattare i mesoteliomi rallenta la progressione del tumore. Tuttavia però va evidenziato anche che la chemioterapia può risultare tossica in alcuni casi: essa infatti non è ancora così specifica da bersagliare soltanto le cellule cancerose, e purtroppo a volte uccide anche le cellule sane, provocando ulteriori danni al malato.
Da qualche tempo alla cura dei tumori viene associato l’uso di anticorpi monoclonali: si tratta di proteine sintetizzate in laboratorio, derivanti dai linfociti B, che sono quindi in grado di legarsi ad antigeni cellulari specifici. Questi legami permettono una risposta immunitaria naturale da parte dell’organismo che prima non era possibile.
Tutela legale per il mesotelioma pericardico
Quando si ha una diagnosi di mesotelioma è sempre opportuno attivare le forme di tutela legale previste dalla prevenzione terziaria. Si tratta di un passo fondamentale per vedere riconosciuti dei diritti per sé e per i congiunti, anche in caso di decesso. Destreggiarsi nella burocrazia e tra i cavilli delle leggi per ottenere indennizzi e risarcimenti non deve essere una preoccupazione del paziente e dei suoi familiari. E’ anche importante quindi affidarsi a specialisti del settore.
I mesoteliomi sono tumori gravissimi. L’avv. Ezio Bonanni ha pubblicato informazioni importanti nel testo “Come curare e sconfiggere il mesotelioma ed ottenere tutele previdenziali e il risarcimento danni“.
Prestazioni Inail per mesotelioma pericardico
Trattandosi di un cancro che si sviluppa si può dire esclusivamente a causa dell’esposizione all’amianto, al mesotelioma pericardico è riconosciuta dallo Stato la presunzione legale di origine come malattia professionale (Lista I Inail). Non appena ricevuta la diagnosi, si può fare già richiesta di intervento all’istituto. Tale riconoscimento del diritto avviene a prescindere dalla soglia di esposizione: ne basta la presenza sul luogo di lavoro (Cassazione, sezione lavoro, 23653/2016).
- Indennizzo: è una somma dovuta in relazione al danno biologico accertato. Per soglie inferiori al 6% è dovuto dal datore di lavoro perché si attiva la franchigia Inail; tra il 6% e il 15% è l’Inail a dover versare un indennizzo una tantum.
- Rendita Inail: per danno biologico riconosciuto dal 16% in su, il lavoratore avrà diritto invece ad una rendita mensile che in caso di decesso sarà reversibile al coniuge e ai figli minorenni.
- Fondo Vittime Amianto: prestazione aggiuntiva per le vittime di esposizione asbesto.
Su istanza della vittima o dallo stesso Inail può essere chiesto il riesame della quantificazione del danno biologico in caso di aggravamento. In caso di mancato riconoscimento rendita o di riconoscimento di grado invalidante inferiore, si può ricorrere in via amministrativa per chiedere di fissare la visita collegiale Inail. L’Istituto inoltre può versare un indennizzo una tantum (10.000 euro) anche per mesotelioma da esposizione ambientale.
Prestazioni Inps per tumore al pericardio
I lavoratori danneggiati dall’asbesto e da qualunque altro cancerogeno e che abbiano sviluppato un tumore a seguito di esposizione professionale, possono chiedere delle prestazioni anche all’Inps per l’aspetto previdenziale.
Maggiorazioni contributive Inps: il periodo per il quale è stata riconosciuta l’esposizione alle sostanze cancerogene deve essere ricalcolato con coefficiente 1,5. Questo significa che i contributi di quel periodo varranno per il lavoratore il 50% in più. Tali maggiorazioni sono utili per ottenere:
- Prepensionamento: in caso di raggiungimento della soglia contributiva grazie alla maggiorazione, il lavoratore potrà chiedere la quiescenza anticipata
- Pensione di inabilità amianto: se il lavoratore, nonostante la maggiorazione contributiva non raggiunge la pensione, può chiedere quella di inabilità (art.1 comma 250 L.232/2016); si tratta però di una prestazione non cumulabile con altre. La scadenza per le domande è fissata al 31 marzo di ogni anno.
- Rivalutazione contributiva: se il lavoratore è già in pensione, può chiedere la rivalutazione dell’assegno con il coefficiente adeguato
Risarcimento danni per mesotelioma pericardico
Oltre alle prestazioni dell’Inail e dell’Inps, il lavoratore può chiedere il risarcimento del danno. Tale facoltà si ravvisa ogni volta che si rechi un danno ad altri per una condotta contraria alla legge. Il risarcimento del danno si differenzia quindi dall’indennizzo perché quest’ultimo è più semplicemente una somma assimilabile ad un ristoro. Inoltre L’Inail indennizza soltanto il danno biologico patito nella percentuale riconosciuta e i danni da diminuite capacità di lavoro, non quindi il danno per intero.
Per vedersi riconosciuto il danno per intero bisognerà agire a scomputo per poste omogenee delle prestazioni Inail. Si tratta di un calcolo differenziale e serve per vedersi riconoscere – stavolta da parte del datore di lavoro – il danno morale, esistenziale, catastrofale e tanatologico. Si debbono far valere sia la responsabilità contrattuale che extracontrattuale. Esaminiamo i vari tipi di danno:
- Morale: consiste nella sofferenza psicologica della vittima per un fatto illecito che sia stato compiuto nei suoi confronti
- Esistenziale: è relativo al peggioramento della qualità della vita della vittima
- Catastrofale: riguarda la sofferenza psichica patita dalla vittima nella fase del fine vita
- Tanatologico: consiste nel riconoscimento della perdita del bene vita
In caso di morte della vittima, le somme riconosciute sono liquidate agli eredi. Inoltre gli stretti congiunti della vittima hanno la facoltà di agire in risarcimento del danno iure proprio, ossia causato a loro stessi per la sofferenza e lo sconvolgimento della vita subìto per la malattia del parente.
Vittime del dovere, chi sono e a cosa hanno diritto
I dipendenti pubblici non privatizzati possono attivare la causa di servizio, un procedimento amministrativo per il riconoscimento della malattia professionale. Chi ha prestato servizio in Forze Armate e Comparto Sicurezza, ha anche diritto allo status di Vittime del Dovere (art. 20 L.183/2010).
Una vittima del dovere ha diritto a speciali tutele e prestazioni perché ha operato, per lo Stato, in condizioni di maggiore logoramento e in ambiente avverso. Il personale imbarcato della Marina Militare Italiana, in particolare, può chiedere ulteriori tutele: fino al 2015 ha contato 570 casi di mesotelioma sugli 830 censiti in tutte le Forze Armate.
Le speciali prestazioni per le vittime del dovere riguardano: vitalizio mensile di 500€; speciale vitalizio mensile di 1.033€; esenzione ticket; esenzione Irpef sulle pensioni; due annualità di pensione per gli aventi diritto alla reversibilità; assunzione a chiamata diretta per stretti congiunti con diritto di precedenza sulle altre categorie in caso di decesso o invalidità che impedisca il lavoro in modo permanente; accesso alle borse di studio; assistenza psicologica; dall’80% di invalidità o inidoneità al servizio, speciale elargizione di 200.000€, oltre rivalutazione monetaria; oppure 2.000€ per punto percentuale, oltre rivalutazione monetaria.
In caso di decesso, i congiunti identificati dall’art. 6 della L. 466/1980 (coniuge, figli, genitori, fratelli) hanno diritto alle prestazioni della vittima. Inoltre i figli delle vittime del dovere sono oggi equiparati a quelli delle vittime del terrorismo: anche loro possono ottenere un assegno mensile di 500€.
Consulenza gratuita per mesotelioma pericardico
Osservatorio Vittime del Dovere APS è una associazione che ha come scopo quello di informare ed assistere i pazienti colpiti da malattie gravissime e i loro familiari. Come strumento di corretta informazione è stata attivata la testata giornalistica “Diritto alla Salute” e come forma di assistenza, mediante i propri professionisti, si propone di fornire una consulenza gratuita scritta per orientarsi sulle possibilità che ha a disposizione e sui diritti che i pazienti possono esercitare.
La consulenza dell’Osservatorio naturalmente non si sostituisce al parere del medico curante o ai protocolli del Sistema sanitario nazionale, ai quali bisogna sempre rivolgersi in prima istanza. L’Osservatorio si pone dunque come valida guida ed orientamento per le vittime e per i loro cari. La consulenza è sempre gratuita e quando necessario ed opportuno si può garantire assistenza legale.
Si possono chiedere tutte le informazioni del caso ai numeri di seguito indicati o semplicemente compilando il form per essere ricontattati.