Il semaglutide è il farmaco contro il diabete e l’obesità che si dimostra anche un’arma salva-cuore. Per questo motivo è oggi destinato, visti i risultati degli ultimi studi, a entrare ufficialmente nell’armamentario farmaceutico dei pazienti con alto rischio cardiovascolare. È il solo, infatti, che previene infarto e ictus in tutti i pazienti ad alto rischio.
La lotta al diabete e all’obesità, dunque, si integra sempre di più e in modo netto a quella contro le malattie cardiovascolari.
Lo evidenziano i risultati di due nuovi studi internazionali, condotti complessivamente su oltre 35mila persone.
La pillola a base di semaglutide riduce del 14% infarto, ictus e mortalità per cause cardiache. Ciò nelle persone affette da diabete di tipo 2 e da un rischio cardiovascolare elevato. È quanto emerso da un’analisi pubblicata sul New England Journal of Medicine e presentata all’annuale sessione scientifica ed expo dell’American College of Cardiology a Chicago.
Semaglutide protegge il cuore di chi è obeso o in sovrappeso
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Una seconda analisi ha accertato che il semaglutide, per via iniettiva, protegge il cuore di chi non ha problemi di glicemia, ma è obeso o in sovrappeso. E riduce fino al 57% il rischio di attacchi cardiaci, ictus e decessi.
I due studi internazionali sono stati presentati per la prima volta al congresso dell’American College of Cardiology (ACC).
La prima ricerca, di cui sono ora disponibili i risultati definitivi, è lo studio internazionale multicentrico SOUL. Studio che ha coinvolto 9650 persone con diabete di tipo 2 e malattia cardiovascolare. E/o insufficienza renale cronica trattate con semaglutide per via orale o con placebo e seguite per 5 anni.
Il semaglutide riduce del 14% il rischio di infarto e ictus
Il semaglutide è l’unico farmaco GLP-1 per cui sia approvata la formulazione orale. La terapia con questo farmaco riduce del 14% il rischio di infarto, ictus e morte per cause cardiache.
«L’effetto di protezione cardiovascolare è netto, l’utilizzo della pillola a base di semaglutide migliora la salute di cuore e vasi e previene la progressione dell’aterosclerosi». Così Pasquale Perrone Filardi, presidente della Società Italiana di Cardiologia (SIC). «Ha un’efficacia superiore rispetto a qualsiasi altra terapia orale anche nella riduzione dei valori di emoglobina glicata e nella diminuzione del peso corporeo. Tutto questo si traduce in una consistente azione protettiva sull’apparato cardiovascolare».
Sulla base dei nuovi risultati di protezione cardiovascolare è stata richiesta a FDA ed Ema un’estensione dell’indicazione d’uso per la riduzione del rischio cardiovascolare.
I risultati di uno studio condotto su 27963 adulti
Con un secondo studio si è vista una riduzione del 57% del rischio relativo di infarto e ictus. E un calo, inoltre, del 45% se si aggiunge anche il rischio relativo di ricoveri per scompenso cardiaco o di procedure di rivascolarizzazione.
Lo studio è stato condotto su 27963 persone adulte con una malattia cardiovascolare conclamata in sovrappeso od obesi, ma senza diabete di tipo 2.
«Dobbiamo tenere presente che una persona con diabete su tre ha anche una malattia cardiovascolare. Perciò è cruciale avere terapie che possano incidere su entrambe le condizioni». Lo afferma Ciro Indolfi, presidente della Federazione Italiana di Cardiologia (FIC). «Il meccanismo d’azione e gli effetti di semaglutide orale rendono questo trattamento il gold standard. Ciò per intervenire tempestivamente sulla riduzione del rischio cardiovascolare nelle persone con diabete di tipo 2», conclude Indolfi.