Le malattie funzionali sono un gruppo di disturbi per i quali non risultano cause organiche evidenti. Accadono quando, pur in assenza di danni strutturali agli organi, il corpo non funziona correttamente, causando sintomi spesso debilitanti. Possono riguardare vari sistemi del corpo, come quello nervoso, digestivo e muscolo-scheletrico. Spesso l’assenza di evidenze anche agli esami oggettivi portano ad ipotesi di causa psicologica. Tuttavia nuovi approcci porterebbero a considerare che una scorrtt postura possa concorrere alle patologie funzionali.

Malattie funzionali ed il ruolo del corretto allineamento posturale

La postura scorretta può causare uno squilibrio nei muscoli e nelle articolazioni, portando a tensioni i croniche, che sono alla base della sindrome del dolore miofasciale. E’ evidente nel caso di mal di schiena, In questa situazione, i muscoli sviluppano nodi dolorosi, denominati anche trigger points, che possono provocare dolore e rigidità. Una postura corretta contribuisce al rilassamento miofasciale, alla riduzione della tensione e al miglioramento della circolazione sanguigna. Anche la sindrome da “tunnel carpale” potrebbe essere prevenuta intervendo sulla colonna vertebrale. In caso di colon irritabile, la compressione degli organi interni possono ostacolare la normale motilità intestinale.

Tensioni muscolari e cafalea

Le cefalee tensive sono spesso causate da una postura sbagliata che porta a tensioni nei muscoli del collo e delle spalle. Questi muscoli, se costantemente contratti, possono provocare dolore e creare una sensazione di peso sulla testa. Attraverso esercizi di allungamento e rinforzo, si può ridurre e prevenire l’insorgenza di mal di testa.

Fibromialgia, l’esempio principe

La fibromialgia è un esempio di malattia funzionale dove l’approccio olistico potrebbe aiutare nella gestione dei sintomi. Spesso comporta dolore muscolare diffuso, affaticamento e disturbi del sonno. Per lungo tempo considerata una variante del disturbo algico, è ora riconosciuta come patologia reumatica. Colpisce oltre 2 milioni di persone in Italia, frequentemente donne in età adulta. I sintomi possono comparire gradualmente e peggiorare col trascorrere del tempo, oppure giungere improvvisamente dopo un episodio scatenante fisico o psicologico.
Le motivazioni della genesi della fibromialgia non sono universalmente condivise, ma potrebbe avere un’origine polifattoriale di tipo genetico o ambientale. Una delle teorie più probabili è che possa esserci un errore nel modo in cui il cervello interpreta gli stimoli dolorosi e quindi una percezione della soglia del dolore più bassa.