I fattori di rischio presenti durante l’infanzia hanno un impatto significativo sulle malattie cardiovascolari (CVD) che si sviluppano in età adulta. Un recente studio, pubblicato su JAMA Network Open, ha quantificato questi effetti

CVD le malattie cardiovascolari al centro di un’analisi approfondita 

I fattori di rischio presenti durante l’infanzia hanno un impatto significativo sulle malattie cardiovascolari (CVD) che si sviluppano in età adulta

I fattori di rischio presenti durante l’infanzia, come colesterolo, pressione arteriosa e indice di massa corporea (BMI), giocano un ruolo fondamentale nello sviluppo delle malattie cardiovascolari (CVD) in età adulta. Uno studio pubblicato su JAMA Network Open, condotto da Noora Kartiosuo e colleghi dell’Università di Turku, in Finlandia, ha analizzato come questi fattori influenzino direttamente e indirettamente la salute del cuore. La ricerca, ha analizzato i dati di 10.634 partecipanti seguiti per circa ventitré anni. Lo studio ha esaminato come i fattori di rischio, presenti sin dalla giovane età, incidano sulle probabilità di sviluppare CVD nella vita adulta. A seguire, una lista delle condizioni da non sottovalutare.

Colesterolo LDL (LDL-C) e Colesterolo Totale (TC)

Il colesterolo LDL, spesso definito “colesterolo cattivo”, contribuisce all’accumulo di placche nelle arterie, aumentando il rischio di aterosclerosi. I ricercatori hanno scoperto che livelli elevati di LDL-C durante l’infanzia hanno un effetto diretto significativo sul rischio di CVD in età adulta (rapporto del tasso di incidenza [RR] per un’unità di deviazione standard [SD], 1,16). Anche il colesterolo totale (TC), che comprende LDL, HDL e altre componenti, ha effetti indiretti sulle malattie cardiovascolari, soprattutto se non gestito durante l’infanzia.

Trigliceridi

I trigliceridi, un tipo di grasso presente nel sangue, contribuiscono al rischio cardiovascolare. Elevati livelli di trigliceridi infantili hanno mostrato effetti indiretti sullo sviluppo delle CVD in età adulta. Questo suggerisce che il loro controllo fin dalla giovane età può ridurre il rischio di problemi cardiaci futuri.

Pressione arteriosa sistolica (SBP)

La pressione arteriosa sistolica elevata durante l’infanzia è un altro fattore di rischio che può portare a malattie cardiovascolari in età adulta. Sebbene l’effetto diretto non sia stato significativo quanto quello del BMI o del LDL-C, l’influenza indiretta attraverso l’ipertensione persistente rappresenta un rischio considerevole per la salute del cuore.

Indice di Massa Corporea (BMI)

Il BMI è una misura del peso corporeo rispetto all’altezza e rappresenta un indicatore importante per valutare il rischio di obesità. L’IMC infantile ha un effetto diretto significativo sul rischio di CVD in età adulta (incidenza RR, 1,18), quasi quanto l’IMC degli adulti. Questo implica che l’obesità infantile pone fondamenta difficili da correggere solo in età adulta, sottolineando l’importanza di interventi precoci.

Fumo e malattie cardiovascolari

Il fumo durante l’adolescenza non ha mostrato un effetto diretto sulle CVD. Tuttavia, il suo impatto si manifesta principalmente attraverso la continuazione del fumo in età adulta. La prevenzione del fumo fin da giovani può quindi essere un fattore chiave nella riduzione del rischio cardiovascolare.

L’Importanza degli interventi precoci per prevenire le malattie cardiovascolari

Le malattie cardiovascolari rappresentano la principale causa di morte nel mondo. Ogni anno, diciotto milioni di persone perdono la vita a causa di queste patologie, con 230mila decessi solo in Italia. Le previsioni indicano un aumento significativo di queste cifre, stimando che entro il 2030 i decessi annui globali raggiungeranno i 24 milioni, ovvero circa 66.000 al giorno. Questo trend comporterà un aumento esponenziale dei costi sanitari, che supereranno il trilione di dollari.

La prevenzione cardiovascolare diventa quindi fondamentale per invertire questa tendenza e ridurre la mortalità prematura da malattie non trasmissibili del 25% entro il 2030, come raccomandato dall’Italian Urban Health Declaration ai Governi dei Paesi del G20. Per affrontare questa crisi sanitaria, è dunque essenziale promuovere programmi di prevenzione che tengano conto dei fattori di rischio come l’ipertensione e l’ipercolesterolemia, e migliorare l’accesso alle cure primarie e secondarie.

«Questi risultati suggeriscono che l’intervento per i fattori di rischio dell’infanzia, in particolare il BMI, è giustificato per ridurre l’incidenza delle malattie cardiovascolari negli adulti in quanto non può essere completamente mitigato dalla gestione dei fattori di rischio in età adulta». Così concludono gli autori dello studio. .

Insomma, lo studio condotto da Noora Kartiosuo fornisce una chiara evidenza della necessità di monitorare e intervenire sui fattori di rischio cardiovascolare sin dalla giovane età. Una prevenzione efficace durante l’infanzia può avere effetti duraturi sulla salute cardiovascolare, migliorando la qualità della vita e riducendo la prevalenza delle CVD in età adulta.

Fonte 

JAMA Network Open