«Le liste di attesa in Lazio continuano a essere un disastro». A lanciare un nuovo allarme è Cittadinanzattiva Lazio, che ha diffuso i dati di un nuovo monitoraggio dal quale risulta la permanenza di difficoltà a prenotare le prestazioni sanitarie. Migliorano, anche se di pochissimo, le criticità sul mancato rispetto dei codici di priorità previste. Invece, si è registrato un sensibile miglioramento del servizio sui tempi lunghi di attesa al CUP per parlare con gli operatori.
La precedente rilevazione risale a otto mesi fa. «Le liste di attesa sono un problema fondamentalmente di organizzazione del servizio dove tutti i diversi attori, dal medico di base allo specialista, dal RECUP alle Direzioni Aziendali, devono organizzare la filiera di accesso in modo lineare», ha spiegato Elio Rosati, segretario regionale di Cittadinanzattiva Lazio.
I dati scaturiti dal nuovo monitoraggio
Indice dei contenuti
Al monitoraggio hanno partecipato 792 cittadini. Tra questi, il 36,4% ha segnalato difficoltà a prenotare prestazioni sanitarie (a febbraio era stato il 36,5%). Il 17,2% ha segnalato il mancato rispetto dei codici di priorità previste (i famosi codici U, B , D, P); a febbraio era il 17,6%. Il 15,2 % ha lamentato tempi lunghi di attesa al CUP per parlare con operatori. A febbraio lo aveva fatto il 17,6%: dunque, si è registrato un sensibile miglioramento del servizio. Infine, l’11,1% (10,8% a febbraio) ha segnalato che la voce del medico non prenota/prescrive successivi controlli.
La voce maggiormente problematica è quella degli Esami diagnostici, con il 40,8% (42,5% a febbraio). Seguono, con il 24,5% (28,8% a febbraio), le Prime visite specialistiche; con il 10,2% (5,5% a febbraio) le visite controllo/Follow up, con l’8,2% gli Interventi chirurgici (dato uguale a febbraio) e con il 3,3% (4,1% a febbraio) gli Screening Oncologici.
Non rispettati i tempi previsti nelle prescrizioni
Le 4 tipologie di tempi previsti nelle prescrizioni (U urgente entro 3 giorni, B Breve entro 10 giorni, D Differibile entro 30 giorni, P Programmata entro 120 giorni) sono sistematicamente non rispettati. In particolare, ne viene rispettato uno ogni 2 per l’Urgente (come a febbraio); 1 ogni 3 per Breve (come a febbraio) e 1 ogni 6 Differita (era 1 a 5 a febbraio); 1 ogni 2 Programmata (come a febbraio).
Il 33,7% è dovuto andare in una ASL differente dalla propria. Preoccupa poi l’alta percentuale di persone che ha dichiarato di non aver fatto la prestazione a causa della distanza troppo importante dal luogo di residenza, o per la disponibilità economica. Il 40,9% ha fatto la prestazione nel Pubblico. Il 20,4% l’ha fatta in Intramoenia. Il 6,5% in Extramoenia e il 4,3% Fuori Regione.
Liste d’attesa: proposte per migliorare la situazione
Cittadinanzattiva Lazio propone di attivare monitoraggio, verifica e modifica delle situazioni più clamorose utilizzando l’Osservatorio regionale per il Governo delle liste di attesa, vacante dal 2021. Necessario anche avviare percorsi di garanzia per chi non accede ai servizi sanitari e che “scompare” dai percorsi di cura.