Lea 2023: il nuovo rapporto sui Livelli essenziali di assistenza (Lea) fotografa una sanità italiana a più velocità. Nel 2023 solo 13 Regioni hanno raggiunto pienamente gli standard previsti, con il Veneto in testa, mentre otto hanno registrato un peggioramento rispetto al 2022, tra cui la Lombardia.
Al Sud spiccano i progressi di Puglia, Campania e Sardegna, ma il divario con il Nord rimane marcato.
La domanda centrale è: quanto incide la Regione di residenza sul diritto alla salute in Italia?
Lea 2023: che cosa sono i Lea e perché sono importanti?
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I Livelli essenziali di assistenza rappresentano le prestazioni sanitarie che il Servizio sanitario nazionale deve garantire gratuitamente o con il ticket a tutti i cittadini. Comprendono la prevenzione, l’assistenza territoriale e quella ospedaliera.
Il monitoraggio annuale misura quanto le Regioni riescano a garantire questi livelli, attraverso una serie di indicatori che valutano servizi e prestazioni. Superare la soglia stabilita significa essere “adempienti”, ossia in grado di garantire un’offerta minima di qualità. Non raggiungerla significa invece avere aree scoperte o carenze gravi.
Per i cittadini, i Lea sono la traduzione concreta del diritto alla salute previsto dalla Costituzione.
Lea 2023: qual è il quadro emerso dal monitoraggio 2023?
Secondo la Fondazione Gimbe, che ha analizzato i dati ufficiali del Ministero della Salute, nel 2023 tredici Regioni hanno centrato l’obiettivo, meritandosi la promozione piena. Tra queste spicca il Veneto, che si conferma in cima alla classifica per efficienza complessiva.
Al contrario, otto Regioni hanno registrato un calo rispetto al 2022. I peggioramenti più marcati si sono avuti in Basilicata (-19 punti), Lombardia (-14), Sicilia (-11) e Lazio (-10). Per la prima volta, quindi, la riduzione delle performance riguarda anche territori considerati “forti” in passato.
Il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, ha commentato che la tenuta del Servizio sanitario nazionale non è più garantita nemmeno nelle Regioni tradizionalmente più solide. Un campanello d’allarme che evidenzia difficoltà strutturali, non più limitate al Mezzogiorno.
lea 2023: quali Regioni del Sud sono migliorate?
La vera sorpresa del 2023 riguarda la Campania e la Sardegna, che sono salite tra le Regioni adempienti. La Calabria ha ottenuto il balzo più significativo: +41 punti in un solo anno, anche se non ha ancora raggiunto la piena adempienza.
Il presidente calabrese Roberto Occhiuto ha rivendicato il risultato come un segnale di inversione di rotta. Ha sottolineato, però, che la sanità locale ha ancora molto da recuperare, dopo anni di commissariamenti e piani di rientro.
La Puglia, già promossa in passato, ha confermato la sua posizione, mentre la Basilicata è retrocessa tra le Regioni inadempienti.
Qual è la situazione della Lombardia?
Il caso più discusso riguarda la Lombardia. Secondo i dati Gimbe, la Regione ha perso 14 punti, scendendo di posizione nella classifica. Ma le autorità locali contestano duramente l’analisi.
Mauro Piazza, sottosegretario regionale con delega all’Autonomia, ha dichiarato che la Lombardia supera la soglia minima di adempienza in tutte le aree di assistenza. Ha accusato Gimbe di distorcere o strumentalizzare i dati del Ministero.
La polemica riflette una tensione crescente tra le letture indipendenti e le versioni ufficiali delle Regioni. In questo caso, i numeri diventano terreno di scontro politico oltre che tecnico.
Dove il divario Nord-Sud resta più evidente?
La classifica finale mostra che sei delle prime dieci Regioni appartengono al Nord, tre al Centro e solo una al Sud. Nelle ultime posizioni, invece, compaiono quasi esclusivamente Regioni meridionali, con l’unica eccezione della Valle d’Aosta.
Questo dato conferma che la frattura territoriale non si riduce. Al contrario, in alcuni settori sembra perfino accentuarsi. Per i cittadini, ciò significa avere accesso a servizi diversi a seconda della residenza.
Chi vive in Veneto o in Emilia-Romagna può contare su un’offerta sanitaria stabile e di qualità, mentre chi risiede in Calabria o Molise incontra maggiori difficoltà.
Quali aree di assistenza vengono valutate?
Il monitoraggio Lea si basa su tre aree principali: prevenzione, assistenza distrettuale e assistenza ospedaliera.
La prevenzione include vaccinazioni, screening oncologici e controlli di salute pubblica. L’assistenza distrettuale riguarda i servizi territoriali, dai medici di base alle cure domiciliari. L’ospedaliera comprende ricoveri, pronto soccorso e specialistiche.
Ogni Regione deve superare una soglia minima in ciascuna area. Se non la raggiunge in almeno una, viene classificata come inadempiente.
Quali Regioni non hanno raggiunto la soglia?
Nel 2023, Calabria, Molise e Provincia di Bolzano non hanno raggiunto la soglia in una sola area, rimanendo parzialmente inadempienti. Abruzzo, Sicilia e Valle d’Aosta sono risultate carenti in due aree.
Le situazioni più critiche restano quelle della Basilicata e della Liguria, che hanno perso lo status di Regioni adempienti.
Che cosa chiede Gimbe per migliorare il sistema?
La Fondazione propone di ampliare il numero degli indicatori utilizzati, per avere una fotografia più realistica. Inoltre, chiede una revisione dei piani di rientro e dei commissariamenti.
Secondo Cartabellotta, questi strumenti hanno riequilibrato i bilanci regionali, ma non hanno migliorato la qualità dell’assistenza. In molti casi, i tagli di spesa hanno penalizzato i cittadini senza risolvere le criticità.
Per ridurre il divario, serve un approccio nazionale che non lasci sole le Regioni più fragili.
Una tabella per capire meglio le variazioni 2022-2023
| Regione | Variazione punteggio | Esito 2023 |
|---|---|---|
| Veneto | + stabile | Adempiente |
| Lombardia | -14 | Contestata, ma adempiente sopra soglia |
| Lazio | -10 | Adempiente |
| Sicilia | -11 | Inadempiente in due aree |
| Basilicata | -19 | Inadempiente |
| Campania | + significativa | Adempiente |
| Sardegna | +26 | Adempiente |
| Calabria | +41 | Inadempiente in una sola area |
Che cosa significa per i cittadini?
Per i cittadini italiani, i Lea non sono numeri astratti. Indicano la qualità e l’accessibilità delle cure.
Un peggioramento dei punteggi può tradursi in liste di attesa più lunghe, difficoltà a ottenere visite specialistiche o carenze nei servizi territoriali. Al contrario, miglioramenti come quelli della Campania e della Sardegna possono significare una sanità più vicina ai bisogni reali.
Il monitoraggio diventa quindi uno strumento utile per capire quanto il diritto alla salute sia effettivamente garantito.
FAQ
Che cosa sono i Lea?
Sono i Livelli essenziali di assistenza, cioè le prestazioni sanitarie che devono essere garantite a tutti i cittadini.
Quante Regioni sono risultate adempienti nel 2023?
Tredici, con il Veneto in testa.
Quali Regioni hanno peggiorato di più?
Basilicata, Lombardia, Sicilia e Lazio.
Quali Regioni del Sud hanno migliorato?
Campania, Sardegna e Calabria, anche se quest’ultima non è ancora pienamente adempiente.
Perché si parla di divario Nord-Sud?
Perché la qualità delle cure resta molto diversa a seconda della Regione di residenza, con il Sud spesso in ritardo.
