Il latte materno rappresenta per i neonati una fonte nutrizionale e un vero e proprio farmaco salvavita, soprattutto per quelli più critici e prematuri. Per i neonati fragili, spesso ricoverati in Terapia Intensiva e in Patologia Neonatale, il latte della propria mamma non è sempre disponibile. Specialmente nel primo periodo dopo il parto.
In questi casi, la migliore alternativa è rappresentata dal latte umano donato, trattato e distribuito dalle Banche del Latte.
Il pastorizzatore per piccoli volumi di latte
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Il latte delle mamme donatrici è oggi pastorizzato per garantirne la sicurezza microbiologica. Tuttavia, è ormai dimostrato che il sistema attualmente in uso (pastorizzazione Holder, 62.5°C per 30 minuti) modifica il valore nutrizionale. E riduce la capacità del latte umano di fornire difese e di stimolare il sistema immunitario del neonato rispetto al latte fresco. Ciò a causa dell’intenso danno termico. Per questi motivi, è stato brevettato il pastorizzatore per piccoli volumi di latte (Low Volumes Milk Pasteurizer, Lo. V. Milk). Si basa su tecnologia High Temperature Short Time (HTST, 72°C per 15 secondi).
Da gennaio il pastorizzatore di latte sarà disponibile
L’idea dei ricercatori è motivata dall’esigenza di poter disporre, per i neonati fragili, di latte umano donato. Latte che abbia una qualità nutrizionale e biologica il più simile possibile a quella del latte fresco della propria madre.
Dopo alcuni anni di ricerche, il pastorizzatore per piccoli volumi di latte materno brevettato dai ricercatori è attualmente disponibile e pronto per essere utilizzato. Da gennaio, infatti, sarà fruibile nella Banca del Latte dell’ospedale Regina Margherita di Torino. In questo modo, fornirà il latte non solo ai neonati critici dell’ospedale Sant’Anna, ma anche a quelli ricoverati nel Dipartimento di Patologia e Cura del Bambino del suddetto ospedale.
Una strategia innovativa che parte dalla Città della Salute di Torino, con la prospettiva di estendersi agli altri Centri in Italia. Con 44 Banche del Latte, la Città della Salute continua a mantenere il suo ruolo di leader. In Europa attualmente ne sono attive oltre 280.
Un’innovazione dal punto di vista tecnologico
La pastorizzazione HTST viene comunemente utilizzata per produrre il “latte fresco” bovino. Questa è la tecnologia che consente di avere il miglior compromesso tra sicurezza microbiologica e qualità nutrizionale.
Tuttavia, gli impianti industriali per il trattamento HTST del latte vaccino hanno portate dell’ordine di tonnellate. Finora non esistevano sistemi per pastorizzare piccoli volumi di alimenti liquidi, quali il latte materno. La sua messa a punto è stata possibile anche grazie al grande impegno del personale della Banca del Latte Umano.
L’impianto rappresenta un’innovazione dal punto di vista tecnologico, in quanto consente di realizzare una pastorizzazione di tipo HTST su piccoli e piccolissimi volumi di latte. Le soluzioni tecniche dell’impianto sono completamente differenti dall’esistente.
La ricerca e la collaborazione tra diverse realtà
Le ricerche che hanno portato alla realizzazione del pastorizzatore per piccoli volumi di latte sono state pubblicate su riviste internazionali. Inoltre, sono state presentate di recente al Congresso Europeo di Madrid.
L’idea innovativa è nata dalla collaborazione tra diverse realtà. Tra queste:
- Il gruppo dei neonatologi della Terapia Intensiva Neonatale universitaria dell’ospedale Sant’Anna della Città della Salute di Torino (Coscia e Bertino).
- Un team di ricercatori del CNR (Cavallarin e Giribaldi).
- L’Associazione Italiana Banche del Latte Umano Donato (Moro).
- L’Associazione di Genitori Piccoli Passi.
- La Fondazione Venesio.
- La ricerca che ha portato alla realizzazione del pastorizzatore per piccoli volumi di latte sono state pubblicate su riviste internazionali. Inoltre, sono state presentate di recente al Congresso Europeo di Madrid.