All’Ospedale Molinette della Città della Salute di Torino, è stato sperimentato un approccio rivoluzionario che combina l’ipnosi con l’anestesia locale per interventi chirurgici. Questa metodologia, impiegata con successo per la rimozione di tumori benigni delle paratiroidi, rappresenta un’alternativa all’anestesia generale, soprattutto per pazienti ad alto rischio con patologie cardiovascolari. Oltre a ridurre la necessità di farmaci e i potenziali effetti collaterali, la tecnica accelera i tempi di recupero postoperatorio e garantisce un’esperienza chirurgica meno traumatica per i pazienti. Questo traguardo segna un importante passo avanti nel percorso verso una medicina più sostenibile e centrata sulla persona
Origini e storia dell’ipnosi: dalla terapia alla sala operatoria
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L’ipnosi affonda le sue radici in pratiche terapeutiche e rituali che risalgono all’antichità. Gli Egizi, i Greci e i Romani utilizzavano tecniche ipnotiche per promuovere la guarigione e il benessere, anche se in contesti mistico-religiosi. Il termine moderno “ipnosi” è stato coniato nel XVIII secolo dal medico scozzese James Braid, che ne formalizzò i principi osservando le pratiche di magnetismo animale introdotte da Franz Mesmer. Contrariamente a Mesmer, che attribuiva il fenomeno a un presunto “fluido magnetico universale”, Braid riconobbe l’ipnosi come uno stato di concentrazione profonda indotto dalla suggestione.
Nel XIX secolo, l’ipnosi entrò nel mondo della medicina grazie a Jean-Martin Charcot, il quale la utilizzò per trattare disturbi neurologici, e a Sigmund Freud, che la impiegò come strumento terapeutico prima di sviluppare la psicoanalisi. Nel tempo, la scienza ha rivalutato l’ipnosi come una tecnica utile per la gestione del dolore, dell’ansia e di altre condizioni, fino a renderla una risorsa preziosa anche in ambito chirurgico.
L’ipnosi nella medicina moderna
Con l’avanzare della ricerca, l’ipnosi ha trovato applicazioni in numerosi ambiti medici. In psicoterapia, è utilizzata per trattare ansia, fobie e stress post-traumatico. In odontoiatria, si è rivelata efficace per pazienti con paura del dentista o intolleranze agli anestetici. Anche in ostetricia, l’ipnosi ha preso piede con tecniche come l’hypnobirthing, che aiuta le donne a vivere il parto in modo meno traumatico. In chirurgia, l’ipnosi rappresenta una valida alternativa o complemento all’anestesia tradizionale, grazie alla sua capacità di ridurre il dolore e il disagio senza l’uso intensivo di farmaci.
L’ipnosi in ambito chirurgico funziona inducendo un profondo stato di rilassamento nel paziente, che rimane vigile ma distaccato dalla percezione del dolore. La suggestione ipnotica consente di modulare la sensibilità al dolore, riducendo anche l’ansia preoperatoria e migliorando il decorso postoperatorio. Questo approccio è particolarmente indicato per pazienti fragili o con patologie che aumentano i rischi dell’anestesia generale.
Il caso delle Molinette: innovazione e collaborazione multidisciplinare
Gli interventi condotti all’Ospedale Molinette rappresentano un esempio pionieristico di applicazione dell’ipnoanestesia in chirurgia tiroidea e paratiroidea. Le operazioni, eseguite su due donne di età avanzata affette da tumori benigni delle paratiroidi e da patologie cardiovascolari, hanno dimostrato come l’ipnosi possa ridurre i rischi e migliorare l’esperienza chirurgica. Il team multidisciplinare, guidato dal dottor Maurizio Bossotti e composto da chirurghi, anestesisti e ipnologi, ha integrato l’ipnosi con tecniche chirurgiche mini-invasive, realizzando incisioni al collo di soli 2,5-3 cm.
Grazie all’ipnosi, le pazienti hanno affrontato l’intervento con serenità, senza percepire il dolore né l’atto chirurgico. Questa tecnica ha permesso di evitare l’anestesia generale e i relativi effetti collaterali, garantendo un recupero rapido e un minore impatto emotivo. L’intervento è stato portato avanti con la stessa precisione e sicurezza degli approcci tradizionali, dimostrando che l’ipnosi può integrarsi efficacemente nella pratica chirurgica.
Vantaggi clinici dell’ipnoanestesia
I benefici dell’ipnosi in chirurgia sono molteplici e vanno oltre la semplice riduzione del dolore. Innanzitutto, rappresenta una soluzione sicura per pazienti ad alto rischio, come coloro che soffrono di malattie cardiovascolari o respiratorie. Il che, riduce al minimo l’uso di farmaci e il rischio di complicanze. Inoltre, l’ipnosi consente un recupero più rapido, evitando gli effetti collaterali tipici dell’anestesia generale, come nausea, confusione e stanchezza. Dal punto di vista emotivo, l’ipnosi riduce l’ansia e lo stress legati all’intervento.
Un ulteriore vantaggio riguarda la sostenibilità del sistema sanitario. L’ipnoanestesia riduce i tempi di degenza ospedaliera e i costi associati, offrendo un’opzione più economica e meno invasiva rispetto alle tecniche tradizionali. Questi benefici rendono l’ipnosi una risorsa preziosa non solo per i pazienti, ma anche per il sistema sanitario nel suo complesso.
Prospettive future e sfide
Il successo degli interventi alle Molinette apre la strada a un’applicazione più ampia dell’ipnosi in chirurgia e in altre discipline mediche. In Europa, l’ipnoanestesia è già utilizzata in alcuni Paesi per operazioni complesse, come interventi al cuore e cesarei. Tuttavia, per renderla uno standard di cura, è necessario investire nella formazione di personale specializzato e nella sensibilizzazione dei pazienti.
Le principali sfide riguardano la diffusione della conoscenza scientifica sull’ipnosi e l’accettazione da parte della comunità medica e dei pazienti. La collaborazione tra specialisti in diverse aree della medicina sarà fondamentale per integrare l’ipnosi in modo efficace e sicuro.
Una rivoluzione nel segno della delicatezza
L’impiego dell’ipnosi in chirurgia rappresenta una rivoluzione che coniuga innovazione e rispetto per il paziente. Alle Molinette di Torino, questa tecnica ha dimostrato come sia possibile ridurre il trauma chirurgico, migliorare l’esperienza del paziente e rendere la medicina più sostenibile. L’ipnosi, con la sua capacità di modulare il dolore e lo stress, è un esempio di come la medicina possa evolversi abbracciando approcci più umani e meno invasivi.
Questa nuova frontiera non è solo una promessa per il futuro, ma un richiamo alla responsabilità di rendere la cura più accessibile, sicura ed efficace. In un’epoca di progressi tecnologici, l’ipnosi ci ricorda che la vera innovazione spesso risiede nella riscoperta e nell’adattamento di strumenti antichi alle esigenze moderne.