L’infertilità ha assunto oggi una notevole rilevanza sociale in un Paese a crescita zero come l’Italia. Considerato il saldo negativo tra nascite e morti, è urgente impiegare con maggiore sistematicità le nuove metodologie che oggi vengono adottate per migliorarne il successo. Ermanno Greco, presidente della Società Italiana della Riproduzione (S.I.d.R.), ha lanciato l’allarmein occasione del Congresso Nazionale S.I.d.R. di Roma. «Attualmente – ha detto Greco – in Italia la fecondazione in vitro contribuisce al 3% circa delle nascite. Vale a dire circa 11mila nati, mentre nel mondo sono nati più di 5 milioni di bambini».
L’evento è stato organizzato insieme alla Società Italiana Policistosi Ovarica (SIPO) per affrontare, in un dibattito diffuso con medici e ricercatori, i problemi del settore.
Attenta riflessione sull’età delle donne
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Nel corso del Congresso Nazionale S.I.d.R. è stata posta l’attenzione anche sull’età delle donne che decidono di affrontare questo tipo di percorso. «Oggi – ha spiegato Greco– l’età media di accesso della donna a un Centro di fecondazione assistita è superiore ai 38 anni. Ciò determina notevoli ripercussioni sulle percentuali di successo dell’intervento, che sono del 15% a fresco e del 35% cumulativo».
Il Congresso ha messo in luce le tecniche da adottare in questa fascia di pazienti. Dai protocolli di stimolazione ormonale a quelli utilizzati per scegliere l’embrione migliore da trasferire all’interno della cavità uterina.
Approfonditi altri temi relativi all’infertilità
L’evento ha permesso di approfondire temi complessi. Tra questi la fecondazione in vitro, il ruolo della diagnosi genetica preimpianto e quello relativo alle patologie oncologiche, ginecologiche e dell’endometriosi.
Il Congresso ha riservato ampio spazio alle tecniche di preservazione della fertilità femminile. Queste rivestono un’importanza strategica in una società in cui la donna cerca la gravidanza sempre più tardi. Altro problema è anche l’infertilità maschile, oggi in costante aumento, tanto da arrivare a costituire il 50% delle infertilità di coppia.
Una sezione del Congresso è stata riservata alle strategie di supporto alla Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) nella donna con la Sindrome dell’ovaio policistico.
Infertilità di coppia e inquinamento atmosferico
Da non sottovalutare l’inquinamento atmosferico, che comporta drammatiche ricadute sulla fertilità umana. È perciò “essenziale” mantenere uno stile di vita sano, grazie soprattutto a un regime alimentare che vede nella Dieta Mediterranea un punto di riferimento fondamentale.
«L’alto livello di agenti inquinanti nell’aria di molte città italiane – ha sottolineato Greco – è una delle principali cause dell’infertilità maschile e femminile. E anche dell’insorgenza di malattie genetiche. In un periodo di ecosostenibilità non sfugge neanche la fecondazione in vitro. Soprattutto con l’incremento del numero dei cicli in Italia (nel 2020 circa 90mila) e a livello mondiale (circa un milione e mezzo). Al riguardo, occorre sviluppare meglio le strategie da adottare. Ciò per diminuire l’impatto sull’ambiente delle tecniche di fecondazione assistita».
Fecondazione eterologa in costante aumento
Tra i tanti temi del Congresso, infine, anche la fecondazione eterologa, possibile in Italia dal 2014 grazie a una sentenza specifica della Corte Costituzionale.
Questa tecnica è in «costante aumento – ha concluso Greco – e sempre minore è il numero di pazienti che si reca all’estero per praticarla. Sono circa 11mila le coppie che nel 2021 si sono sottoposte a tale procedura. La percentuale di nati vivi è stata intorno al 30%, pari a circa 3000 bambini nati».