Consumo di tabacco

«Secondo quanto riportato dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), il fumo di tabacco è la principale causa di morte evitabile a livello mondiale. È responsabile di oltre 8 milioni di decessi annui, di cui 1,2 milioni dovuti al fumo passivo». Così Antonio Iuliano, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Pneumologia dell’Azienda Socio Sanitaria della Valle Olona (ASST Valle Olona) in occasione della Giornata Mondiale senza tabacco. Celebrata il 31 maggio scorso, la Giornata è stata istituita dall’OMS per sensibilizzare l’opinione pubblica sui danni che il consumo di tabacco causa all’organismo.

L’ASST ha partecipato alla Giornata accogliendo, all’interno delle sue Case di Comunità, i cittadini che hanno manifestato la volontà di smettere di fumare. Questi ultimi hanno ricevuto informazioni, consigli e contatti per muovere i primi passi verso una vita senza tabacco.

Il fumo di tabacco aumenta il rischio di contrarre neoplasie

Il tabacco è il fattore di rischio con maggiore impatto a cui sono riconducibili almeno 43.000 decessi annui a causa di tumori.

«I fumatori – dichiara Iulianopresentano un aumentato rischio di contrarre neoplasie (polmone e vescica) e malattie cardiovascolari (ischemia miocardica, ictus cerebri, arteriopatie). Ma anche malattie respiratorie come la BPCO (Bronco Pneumopatia Cronico Ostruttiva). C’è il rischio, inoltre, di un peggioramento di altre patologie respiratorie come l’asma bronchiale, la fibrosi polmonare e il deficit di alfa1 antitripsina. In particolare, la BPCO risulta essere una patologia invalidante progressiva che può condurre all’insufficienza respiratoria cronica e/o al decesso. Rappresenta, infatti, la terza causa di morte al mondo».

Abolire il fumo a qualunque età riduce i rischi ad esso correlato. Dopo un anno, si dimezza il rischio di malattia coronarica, dopo dieci anni il rischio di morte per cancro si riduce del 40%. E dopo 15 anni, il rischio di malattie cardiovascolari e respiratorie croniche è pari a quello di un non fumatore. 

Tabacco, costi pari a oltre 26 miliardi di euro

In Italia si stima che siano attribuibili al fumo di tabacco oltre 93.000 morti. Il 20,6% del tota­le riguarderebbe tutte le morti tra gli uomini e il 7,9% del totale tutte le morti tra le donne.

I costi diretti e indiretti sono pari a oltre 26 miliardi di euro, come riferisce la sesta edizione di “Tobacco Atlas”.

Smettere di fumare, anche se non è facile, è un ottimo investimento sulla propria salute e sulla propria qualità di vita. Chi non riuscisse a farlo in autonomia può rivolgersi ai centri specializzati alla disassuefazione dal fumo.

«Nel corso del 2024 – continua Iulianola nostra Unità Operativa di Pneumologia ha effettuato 660 ricoveri. Di questi, la maggior parte (circa 75%) per complicanze legate al fumo di sigaretta: BPCO riacutizzata, tumore del polmone, asma bronchiale riacutizzata, insufficienza respiratoria acuta. L’età media dei nostri pazienti è risultata di circa 73 anni, con una prevalenza di pazienti di sesso maschile (circa il 60%)».

I nuovi prodotti hanno annullato il trend in discesa

I nuovi prodotti che in questi anni hanno affiancato le sigarette tradizionali stanno facendo aumentare il consumo tra i più giovani.

Quasi il 40% degli studenti delle superiori ne fa uso. Ciò annulla di fatto il trend in discesa che si vedeva nei fumatori adulti come rilevano i dati diffusi dall’ISS.

Il cosiddetto ‘policonsumo’, secondo gli esperti, riguarda la maggioranza dei 14-17enni che fumano e una quota sempre maggiore di adulti, con rischi crescenti per la salute.

«L’uso composito dei prodotti da fumo rappresenta una sfida complessa per la salute pubblica». Così il presidente dell’ISS Rocco Bellantone. «Non si può escludere che l’uso composito di sigarette tradizionali e dispositivi elettronici, con o senza nicotina, si traduca in aumento del rischio per la salute», conclude il presidente.