Il veleno nei frutti di mare rappresenta un rischio invisibile ma potenzialmente devastante: l’accumulo di tossine prodotte da alghe microscopiche. Un recente studio condotto nelle Filippine ha rivelato la presenza di diatomee produttrici di acido domoico, una neurotossina in grado di provocare perdita di memoria, disturbi neurologici e, nei casi più gravi, la morte. Questa scoperta pone una sfida significativa per l’industria ittica e per le comunità che dipendono dalla pesca come principale fonte di reddito e nutrizione
Le Filippine: un pilastro della produzione di frutti di mare e il veleno nelle alghe
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Con oltre 4 milioni di tonnellate di frutti di mare prodotti annualmente, le Filippine si posizionano come l’undicesimo produttore al mondo. L’arcipelago, con i suoi ricchi ecosistemi marini, è un centro nevralgico per l’acquacoltura. Fornisce cozze, ostriche, sardine e altri molluschi a mercati locali e globali. Tuttavia, questa abbondanza è ora minacciata dalla scoperta di due specie di diatomee della famiglia Bacillariophyta, Pseudo-nitzschia pungens e Pseudo-nitzschia brasiliana, nelle acque dell’isola di Luzon, la più popolosa del Paese.
Diatomee: le alghe microscopiche dalla doppia natura
Le diatomee sono alghe unicellulari racchiuse in gusci di silicio, una delle principali componenti del fitoplancton. Esse giocano un ruolo importantissimo negli ecosistemi marini. Contribuiscono infatti alla produzione del 50% dell’ossigeno terrestre e costituiscono una base essenziale per la rete alimentare oceanica. Tuttavia, alcune specie, come quelle del genere Pseudo-nitzschia, producono acido domoico, una tossina che si accumula nei molluschi e nei piccoli pesci che si nutrono di alghe.
L’acido domoico: una minaccia alla salute umana
L’acido domoico è una potente neurotossina. Sebbene il consumo di frutti di mare contaminati sia raro grazie ai controlli attuati in molti Paesi, fioriture algali tossiche sempre più frequenti stanno aumentando il rischio. Gli effetti di questa tossina variano da lievi sintomi gastrointestinali, come vomito e diarrea, a gravi disturbi neurologici, tra cui perdita permanente della memoria a breve termine e, nei casi più gravi, la morte.
Un esempio storico è il focolaio del 1987 sull’isola del Principe Edoardo, in Canada, dove cozze contaminate causarono la morte di tre persone e l’ospedalizzazione di oltre cento. Da allora, la tossina è stata oggetto di monitoraggi costanti. Cosa che ha ridotto notevolmente i casi di avvelenamento. Tuttavia, nei Paesi con sistemi di monitoraggio meno sviluppati, come le Filippine, il rischio rimane elevato.
Le scoperte nelle Filippine: il veleno nelle alghe
Un team di ricercatori dell’Università Ateneo de Manila e dell’Università della Malesia Sarawak ha raccolto campioni di acqua e molluschi dalle baie di Bacoor e Pagbilao, importanti aree di produzione ittica. Utilizzando analisi genetiche, sono state identificate quindici ceppi di diatomee del genere Pseudo-nitzschia, tra cui le specie P. pungens e P. brasiliana, entrambe produttrici di acido domoico.
«È la prima volta che P. brasiliana viene rilevata a Luzon», dichiarano gli esperti, segnalando una possibile espansione della sua distribuzione geografica. Gli studiosi hanno inoltre evidenziato che l’acido domoico è stato trovato in concentrazioni quattro volte superiori ai livelli di sicurezza nei molluschi della baia di Masinloc ( sempre sull’isola di Luzon).
Perché le fioriture di alghe tossiche stanno aumentando?
Le attività umane, come l’agricoltura intensiva, la deforestazione e lo scarico di nutrienti in mare, stanno contribuendo all’aumento delle fioriture di alghe tossiche. L’eccesso di nutrienti, combinato con il riscaldamento globale, crea condizioni ideali per la proliferazione delle diatomee produttrici di tossine. Questo fenomeno non solo mette a rischio la salute umana ma ha anche gravi ripercussioni economiche e ambientali.
Implicazioni per la sicurezza alimentare nelle Filippine
Luzon, che ospita oltre la metà della popolazione filippina, dipende fortemente dai molluschi come fonte di proteine. La contaminazione da acido domoico potrebbe minacciare la sicurezza alimentare di milioni di persone. La situazione è ulteriormente aggravata dalla mancanza di un sistema di monitoraggio regolare per le fioriture di alghe tossiche nelle Filippine. Secondo gli autori dello studio, solo due indagini precedenti avevano esplorato la presenza del genere Pseudo-nitzschia nelle acque del Paese.
La necessità di azioni immediate
Gli autori dello studio sottolineano l’importanza di monitorare regolarmente le acque marine per prevenire focolai futuri. È essenziale implementare programmi di sorveglianza che coinvolgano governi locali, produttori ittici e istituzioni scientifiche per identificare tempestivamente le fioriture di Pseudo-nitzschia. Inoltre, sensibilizzare le comunità costiere sui rischi delle alghe tossiche è fondamentale per proteggere sia la salute pubblica che l’economia locale.
Questo studio rappresenta un campanello d’allarme per le Filippine e per tutti i Paesi con economie legate all’acquacoltura. Mentre i frutti di mare rimangono una risorsa cruciale per milioni di persone, la crescente minaccia delle tossine algali richiede una risposta coordinata e immediata. Solo attraverso ricerca, monitoraggio e interventi tempestivi sarà possibile garantire che i frutti di mare continuino a essere una fonte sicura e sostenibile di nutrizione.
Fonte
Diatom Research (2024).