Il termine “vaccino” ha origini piuttosto lontane. Si comincia a parlare di vaccino nel 1796, quando la popolazione mondiale stava affrontando una terribile epidemia: quella del vaiolo. Questo temibile virus colpiva i bovini, ed in forma lieve anche gli allevatori che venivano in contatto con il bestiame infetto.
Le potenzialità ed i vantaggi dei vaccini sono stati successivamente sfruttati per debellare malattie infettive virali. In modo particolare anche per sviluppare difese contro forme meno gravi di patologie. Infatti, i vaccini stimolano le risposte immunitarie e la memoria immunologica per una specifica malattia, proteggendo l’organismo umano.
La storia del vaccino inizia con il vaiolo
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Edward Jenner, noto medico inglese, si dedicò alla battaglia contro il vaiolo dal 1746 al 1823. Egli mise a punto proprio il primo ed unico vaccino per debellare l’epidemia del vaiolo. Infatti, proprio in quegli anni, in Europa, la malattia si stava diffondendo in maniera impressionante. Solo a Parigi, nel 1753 morivano di vaiolo circa 20 mila persone. In Italia, nel 1768 ne morirono più di 60 mila nel giro di poche settimane, mentre in Inghilterra si contavano quasi 40 mila decessi.
Durante l’epidemia, Edward Jenner notò che i contadini contagiati dal vaiolo bovino, una volta superata la malattia, diventavano immuni nei confronti della variante umana. Così, nel maggio 1796 il medico ricercatore Edward Jenner trasferì nel braccio di un bambino di soli 8 anni una piccolissima quantità di pus prelevato dalla ferita di una allevatrice malata di Vaiolo Vaccino.
Il ricercatore scoprì, con meraviglia e stupore, che il bambino era diventato immune al vaiolo. Infatti, anche in seguito al contatto con il bestiame infetto, il bambino non sviluppava nessun disturbo della malattia. Così, a questa nuova pratica venne dato il nome di “vaccinazione“.
Dopo il vaiolo anche la rabbia curata con il vaccino
Un ulteriore contributo è arrivato quasi un secolo più tardi. Louis Pasteur, padre fondatore della microbiologia moderna, si dedicò allo studio del Colera, del Carbonchio e della Rabbia. Quest’ultima, una malattia mortale molto diffusa. Infatti, la rabbia colpisce soprattutto gli animali e può essere trasmessa anche all’uomo.
Pasteur, sulle orme del medico ricercatore Edward Jenner, isolò il virus della rabbia da un coniglio. Conservò il materiale in un contenitore sterile, in attesa che il virus perdesse la sua nocività. Successivamente, inoculò il materiale in alcuni cani e scoprì che solo coloro che avevano ricevuto l’iniezione sopravvivevano al contagio della rabbia.
Spinto dal successo, il microbiologo provò la stessa terapia anche con un bambino di 9 anni, morso da un cane con la rabbia. Dopo circa 12 iniezioni e due settimane di febbre alta e malessere generale, il bambino guarì completamente dalla malattia.
Come funzionano i vaccini
I vaccini sono preparati biologici che presentano forme inattive, parzialmente inattive o antigeni dell’agente patogeno. La bioteconologia moderna ha permesso lo sviluppo di vaccini con proteine sintetizzate in laboratorio grazie alle innovative tecniche di ingegneria genetica. In generale, queste sostanze vengono sospese in soluzioni fisiologiche che migliorano la risposta immunitaria e preservano l’integrità del vaccino.
La somministrazione dei vaccini nelle persone o negli animali stimola una risposta da parte del sistema immunitario. Infatti, le cellule deputate alla sorveglianza immunologica riconoscono come estranee le molecole presenti nel siero. Le cellule si attivano, neutralizzano il virus o il batterio e producono gli anticorpi necessari ad eliminare il patogeno.
Inoltre, i vaccini permettono lo sviluppo di una memoria immunologica. In questo modo, qualora la persona dovesse nuovamente entrare in contatto con il patogeno, il sistema immunitario se ne ricorderà e produrrà anticorpi più velocemente. In assenza di un vaccino, infatti, il nostro organismo impiega fino a due settimane per produrre una quantità adeguata di anticorpi per contrastare il patogeno.
Perché e quando ricorrere al richiamo del vaccino
Nonostante lo sviluppo di una memoria immunologica, per alcuni vaccini è necessario ricorrere al richiamo. Questo vuol dire che, a distanza di tempo, le persone che si sono sottoposte a vaccinazione devono sottoporsi al richiamo. Il richiamo per alcuni vaccini, come quelli per l’influenza, sono necessari perché si verificano mutazioni dell’agente patogeno. Talvolta, possono anche insorgere nuovi ceppi, più o meno infettivi, per il quale è necessario una protezione più efficace.
Un problema comune è rappresentato sicuramente dall’emivita degli anticorpi. Questi non sono immortali e come tutte le cellule del nostro corpo si rinnovano continuamente. Per questo motivo, le cellule del sistema immunitario che si sviluppano in seguito al vaccino diminuiscono a distanza di qualche mese dalla sua somministrazione. Quindi, l’immunità può durare per anni o per tutta la vita, e questo dipende: dalla malattia, dal patogeno e dal vaccino.
Sicurezza dei vaccini: chi controlla l’efficacia dei vaccini?
I vaccini, per poter essere somministrati, necessitano dell’autorizzazione al commercio. Inoltre, una volta accertato il profilo di sicurezza, i vaccini sono costantemente monitorati e controllati sotto tutti i punti di vista. L’Agenzia Europea per i Medicinali è l’agenzia che si occupa dell’autorizzazione ed il monitoraggio dei farmaci nell’Unione Europea.
L’EMA è stata istituita nel 1995 con il fine di garantire il miglior uso delle risorse scientifiche in tutti gli Stati dell’UE. Infatti, l’ente, ogni anno divulga le linee guida che le aziende farmaceutiche devono rispettare per lo sviluppo dei farmaci. Inoltre, fornisce consulenze scientifiche alle aziende con il fine di agevolare lo sviluppo e l’accesso ai medicinali efficaci, sicuri e di elevata qualità.
Il comitato tecnico scientifico dell’EMA, il PRAC, si dedica esclusivamente alla sicurezza dei medicinali per uso umano. Questo comitato raccoglie ed analizza tutte le segnalazioni di presunti effetti collaterali del farmaco e contribuisce alla valutazione del rischio. Inoltre, il comitato fornisce consulenza e raccomandazioni a tutta la rete europea per la regolamentazione dei medicinali e gestione del rischio per l’immissione in commercio.
Il successo delle campagne vaccinali nelle epidemie mondiali
La storia delle campagne vaccinali, come detto, ha origini piuttosto lontane. Il vaiolo è stata la prima epidemia causata da un agente virale pericoloso ad essere completamente scomparsa. Questo successo è stato raggiunto grazie all’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che tra il 1967 ed il 1979 ha condotto una campagna vaccinale mondiale.
Anche altre epidemie, come quelle della difterite, del tetano, della rabbia e della poliomielite sono state superate grazie ai vaccini e alle relative campagne vaccinali. Questo a dimostrazione del fatto che l’immunità di gregge, di cui abbiamo sentito parlare spesso durante questa ultima epidemia virale, ha effetti positivi.
L’isola di Cuba, in sole due settimane ha azzerato i contagi da Covid-19 con un’assidua campagna vaccinale. Infatti, più del 90% degli abitanti ha ricevuto la prima dose ed i bambini dai due anni in su hanno completato il ciclo di vaccinazione.
L’importanza della tutela del diritto alla salute
Il diritto alla salute è un diritto universale che, utopisticamente, deve essere garantito a chiunque. Questo vuol dire che tutti devono beneficiare della salute, al di là del genere, della razza, delle opinioni politiche, delle condizioni personali e sociali, etc. Tuttavia, il tema del diritto alla salute è molto più ampio e sono ancora molte le sfide e le questioni non risolte.
La Costituzione Italiana tutela il diritto alla salute con l’art. 32, che recita: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”.
Coloro che subiscono una violazione del diritto alla salute, possono richiedere assistenza medica e legale gratuita all’Osservatorio Nazionale Amianto.
Assistenza per la tutela del diritto alla salute
L’Osservatorio Nazionale Amianto, insieme al suo presidente, l’Avv. Ezio Bonanni, tutelano tutti coloro che subiscono una violazione del diritto alla salute. L’avvocato Bonanni, insieme con l’associazione, da anni si battono per il rispetto della salute individuale e collettiva. Infatti, tra le battaglie portate avanti con successo, vi sono quelle svolte contro l’amianto.
Secondo uno studio europeo sono circa 4.200.000 su 21.8 milioni di lavoratori italiano ad essere esposti quotidianamente ad agenti cancerogeni. Queste cifre fanno rabbrividire se paragonate con i morti per esposizione ad amianto. Ogni anno, in Italia, vengono diagnosticati 6 mila nuovi casi di mesotelioma e più di 2 mila morti per la stessa patologia.
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