Le persone colpite da ictus possono sviluppare afasia, ovvero una incapacità o difficoltà nel produrre e nel comprendere il linguaggio. Ciò accade quando l’ictus si verifica in un’area del cervello che controlla la parola e può avere ricadute anche su lettura, scrittura, comunicazione in genere.
Molte persone colpite da ictus compiono dei progressi nel recupero delle loro capacità linguistiche, in altre, invece, le difficoltà permangono e possono perdurare nel tempo.
Nella fase cronica della malattia, le persone con disabilità spesso non ricevono più un trattamento riabilitativo/logopedico, nonostante esso possa rivelarsi ancora efficace. Vivono, così, un profondo sentimento di esclusione sociale. Questa situazione ha un forte impatto anche sulle loro famiglie, che si trovano ad affrontare un notevole carico assistenziale. Non solo, devono adattare la loro vita personale e lavorativa alla nuova realtà.
Il crescente interesse per l’arte-terapia
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Negli ultimi anni, c’è stato un crescente interesse per l’arte-terapia da integrare con gli interventi di logopedia “tradizionale”. Le arti dello spettacolo, come il canto e il teatro, sono state identificate come una preziosa opzione terapeutica. Ciò grazie al loro ruolo nel facilitare l’interazione umana e il benessere emotivo.
Nel 2019, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha pubblicato un’ampia revisione della letteratura scientifica sull’efficacia dell’arte terapia. L’analisi degli oltre 3000 studi ha evidenziato l’efficacia di questi approcci nella prevenzione e nella promozione della salute. In particolare, nella gestione e nel trattamento di diverse patologie, tra cui quelle neurologiche come l’ictus cerebrale.
Terapia teatrale, migliorano linguaggio e abilità cognitive
La terapia teatrale è l’uso sistematico e intenzionale dei processi drammatici per aiutare l’individuo a compiere cambiamenti emotivi e/o comportamentali.
Questo approccio fornisce ai partecipanti l’opportunità di sperimentare modalità di comunicazione alternative al solo utilizzo della parola. Assumono fondamentale importanza i gesti, la mimica e l’espressione corporea. Lo scopo finale è quello di potenziare le abilità cognitive e pragmatiche, di incoraggiare l’interazione sociale e ridurre l’isolamento.
«Il teatro ha effetti terapeutici sia sul miglioramento del linguaggio e delle abilità comunicative sia sullo stato di benessere della persona. Così Lucilla Vestito, logopedista e dottore di ricerca in Neuroscienze, oltre che referente della teatro-terapia per A.L.I.Ce. Liguria Odv. «Poter vivere una situazione di gruppo e conoscere altre persone che vivono la stessa esperienza, ha effetti psicologici positivi su queste persone. Accresce, infatti, l’autostima e la possibilità di esprimere e raccontare il proprio vissuto».
Teatro-terapia, allevia ansia, stress e depressione
Il teatro mette a disposizione un grande ventaglio di strumenti espressivi che consentono di esplorare e far emergere le diverse abilità comunicative, motorie ed emotive. Rappresenta uno strumento utile ed efficace per la neuroriabilitazione grazie al suo impatto considerevole sull’attività cerebrale. Attraverso la produzione interattiva di piccole performance teatrali che coinvolgono il livello fisico, cognitivo ed emozionale, si cerca di restituire alle persone pezzi di vita quotidiana. O frammenti di storia personale con l’obiettivo di recuperare ricordi e conoscenze.
«La teatro-terapia aiuta ad aumentare la comprensione e migliora l’autostima e la capacità comunicativa». A parlare è Andrea Vianello, Presidente di A.L.I.Ce. Italia Odv, Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale. In questo modo, si riescono ad esprimere emozioni che difficilmente riuscirebbero ad emergere in altri contesti. È un supporto per ristabilire capacità sociali e relazionali e allevia ansia, stress e depressione che spesso colpiscono le persone che hanno avuto un ictus».