Oggi i musei possono diventare un luogo di cura contro l’ansia e lo stress. Come? Aprendo le loro sale ad attività come la Mindfulness, l’Arteterapia, le visite guidate e ad altre tecniche innovative. Passeggiare tra i capolavori di un museo è già di per sé un’esperienza emotivamente coinvolgente. Seguire, poi, un percorso di Mindfulness all’interno di un museo riduce l’ansia e lo stress del 25%. Con l’Arteterapia, o partecipando a una visita guidata, il calo è del 20% circa. Sono dati che emergono da una ricerca presentata a Milano e coordinata dall’Università di Milano-Bicocca.

Lo studio si inserisce nell’ambito del progetto ASBA (Anxiety, Stress, Brain-friendly museum, Approach – Il museo alleato del cervello contro ansia e stress). 

Progetto ASBA, il museo contro ansia e stress

L’idea nasce da Annalisa Banzi, ricercatrice del CESPEB (Centro Studi sulla Storia del Pensiero Biomedico) dell’Università di Milano-Bicocca. Ha coinvolto ricercatori dell’Università Statale di Milano e un team di esperti in vari ambiti di ricerca, clinici e applicativi.   

Lo studio ha interessato oltre 350 cittadini e decine di operatori museali nell’arco degli ultimi tre anni. Ha, così, confermato come tutte le attività proposte dai ricercatori all’interno dei musei siano state in grado di ridurre l’ansia e lo stress dei fruitori. 

La ricerca è stata condotta misurando i livelli di ansia e stress dei partecipanti all’inizio e alla fine di ogni incontro. Ciò attraverso questionari standardizzati e strumenti quantitativi e qualitativi.

Inoltre, alcuni partecipanti hanno accettato la registrazione della propria attività elettro-corticale con un dispositivo BCI (Brain-Computer Interface) wireless indossabile. Il dispositivo è in grado di rilevare e registrare la frequenza dell’attività elettrica cerebrale per monitorare l’effetto dell’esperienza sul benessere psico-fisico.

Effetti importanti da tutte le tecniche usate

La Mindfulness, la tecnica che punta sulla capacità di concentrarsi sul presente, è risultata la più efficace. Soprattutto tra le persone in condizioni iniziali di elevata ansia e stress, con una riduzione di questi due fattori di quasi il 25%. 

Effetti importanti sono risultati anche dall’Arteterapia, con una riduzione del 20%.

Risultato di poco inferiore per le visite guidate, che hanno generato benefici indipendentemente dal livello iniziale di ansia e stress. 

Anche le metodologie più innovative hanno raggiunto buoni risultati.

Così la Nature+Art, una strategia sperimentale che combina gli stimoli del patrimonio museale con quelli della natura, ha evidenziato una riduzione di circa il 15%. Risultato simile a quanto ottenuto con le Visual Thinking Strategies, discussioni guidate davanti a oggetti museali, e con l’ArtUP, metodo che fornisce approfondimenti culturali. E favorisce anche il dialogo sulla dimensione affettiva e psicologica che le opere d’arte suscitano in chi le fruisce.

Musei, luoghi privilegiati dove prendersi cura di se stessi

Dai dati raccolti, gli esperti hanno evinto che il museo può essere considerato un luogo privilegiato dove prendersi cura di se stessi. Infatti, la Mindfulness non solo aiuti il rilassamento, ma anche metta in contatto il fruitore con gli oggetti museali, generando empatia e curiosità. 

L’Arteterapia è quella che più di tutti porta a vissuti emotivi intensi.

La Nature+Art dà luogo ad esperienze di fusione tra natura e museo, facendo scaturire una sorta di pienezza esperienziale. 

Le Visual Thinking Strategies creano intensi mix di emozioni e cognizioni, sviluppando un senso di curiosità e di autoconoscenza. 

L’ArtUp è la tecnica che si è mostra più capace di generare esperienze di inclusione: l’arte come veicolo di contatto tra le persone e le diversità. 

Le visite guidate, infine, permettono ai partecipanti di condividere conoscenze in modo immersivo e arricchente, generando una sorta di distacco che permette di portare la mente altrove.  

Fonte: CNR