Il primo giorno di agosto ricorre la Giornata Mondiale contro il Tumore al Polmone. Sarà un’occasione per sensibilizzare e promuovere la conoscenza sui fattori di rischio legati a questo tipo di cancro e favorire la prevenzione. Inoltre, si cercherà di focalizzare l’attenzione sulla ricerca scientifica e sui vantaggi delle terapie precoci.
L’Azienda socio sanitaria territoriale (ASST) della valle Olona è in prima linea nella lotta contro i tumori polmonari. In Italia, nel 2023, sono state stimate circa 44.000 nuove diagnosi, di cui 30.000 nel sesso maschile. È la seconda neoplasia più frequente negli uomini (15%) e la terza nelle donne (6%).
Fondamentali la prevenzione primaria e la lotta al fumo
Indice dei contenuti
Risulta sempre più necessario non dimenticare mai l’importanza della prevenzione primaria, e in particolare della lotta al fumo, principale fattore di rischio. L’utilizzo di tabacco, infatti, è direttamente correlato all’insorgenza dei tumori polmonari in circa l’85% dei casi.
La maggior parte dei casi di tumore del polmone corrisponde all’istologia non a piccole cellule (non-small cell lung cancer, NSCLC). Mentre il microcitoma polmonare (tumore a piccole cellule, SCLC) rappresenta la minoranza dei casi (15%).
«Nel sesso maschile l’incidenza è in lieve, ma costante riduzione negli ultimi anni. Altrettanto non si può dire dell’incidenza nel sesso femminile”, spiega Giuseppe Di Lucca, Direttore UOC di Oncologia del Presidio Ospedaliero di Saronno. «Grazie ai progressi delle terapie negli ultimi 15 anni, la sopravvivenza dei tumori polmonari è aumentata, ma la mortalità è ancora molto elevata».
I tumori allo stadio iniziale non hanno sintomi
Nel 2010, solo il 5% dei pazienti con malattia non operabile era vivo a 5 anni dalla diagnosi. Nel 2023, questa percentuale è salita al 16% negli uomini e al 23% nelle donne.
«Ad oggi – sottolinea Di Lucca – solo una percentuale limitata dei casi di NSCLC viene diagnosticata in stadio iniziale. In questo stadio, i pazienti sono potenzialmente candidati all’intervento chirurgico curativo. I tumori in stadio iniziale non danno sintomi, ma sono potenzialmente diagnosticabili con lo screening. Lo screening dei tumori polmonari con TC del torace a bassa dose di radiazioni non è inserito nei programmi di salute pubblica. Ma è disponibile a livello sperimentale in numerosi centri».
Il progetto RISP, Rete Italiana Screening Polmonare
I soggetti a rischio sono quelli di età compresa tra 55 e 75 anni, forti o ex-forti fumatori, che hanno smesso da meno di 15 anni. E con un consumo medio di 20 sigarette al giorno per 30 anni o di 40 sigarette al giorno per 15 anni. Questi possono aderire al progetto RISP (Rete Italiana Screening Polmonare).
Il reclutamento dei partecipanti al progetto RISP avviene attraverso la collaborazione attiva di Medici di Medicina Generale. O all center nazionale (800 213 601) e sito web (www.programmarisp.it) per la registrazione diretta online.
Tumore al polmone, vitale l’attenzione precoce ai sintomi
Per i tumori in fase avanzata è fondamentale l’attenzione precoce ai sintomi. Quanto più precoce è la diagnosi, tanto maggiori sono le possibilità di trattamento.
Deve rivolgersi subito al medico il fumatore che ha una tosse persistente “diversa dalla solita” e vede tracce di sangue nel catarro. E se ha un dolore toracico che non passa nel giro di qualche giorno o un aumento della difficoltà a respirare. Gli stessi sintomi devono fare scattare un allarme se non si fuma.
La gestione dei tumori polmonari in ASST Valle Olona è condotta secondo un modello multidisciplinare che vede coinvolti pneumologi, oncologi, radioterapisti, medici nucleari, radiologi, anatomopatologi.
Nel bacino di utenza della ASST vengono diagnosticati circa 300 casi all’anno.
L’immunoterapia è tra le terapie mediche moderne
La diagnostica è sempre più complessa. Oltre all’esame istologico è fondamentale un’analisi molecolare che individui alterazioni per terapie “mirate”, possibili in circa il 20-25% dei pazienti con NSCLC.
I progressi più recenti della chirurgia consistono nella possibilità sempre maggiore di effettuare una chirurgia mini-invasiva. «Ciò con minori conseguenze per il paziente – dice Di Lucca – e recupero più rapido. In ambito radioterapico, il perfezionamento tecnico delle apparecchiature consente di somministrare dosi più concentrate sul tumore, con minor coinvolgimento dei tessuti sani vicini».
Le terapie mediche più moderne integrano (o sostituiscono) la “vecchia” chemioterapia con l’immunoterapia. Questa consiste nella somministrazione di farmaci che risvegliano il sistema immunitario e lo spingono a reagire contro le cellule tumorali. Nei casi con particolari alterazioni molecolari, la terapia di scelta è rappresentata da farmaci “mirati”, in genere somministrati per via orale. Essi bloccano le mutazioni responsabili dello sviluppo e della propagazione delle cellule tumorali.
Inquinamento atmosferico tra le cause dei tumori polmonari
Presto arriveranno nuove modalità di trattamento già utilizzate in altri tumori, come gli anticorpi coniugati.
Se è indubbio che il panorama della ricerca consente di guardare al futuro con ottimismo, è necessario ribadire quanto sia fondamentale uno stile di vita sano. Stile di vita che parta dall’abolizione del fumo di sigaretta e contempli il mantenimento di una buona forma fisica. E anche la cura per l’ambiente in cui viviamo. Difatti, l’inquinamento atmosferico è considerato il secondo fattore responsabile dei tumori polmonari, dopo il fumo.