Secondo l’ultimo rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), le conseguenze sanitarie del conflitto in corso nella Striscia di Gaza continueranno a pesare sulla popolazione per molti anni. Il documento, pubblicato con il titolo “Stima dei bisogni di traumi e riabilitazione a Gaza – settembre 2025”, afferma che quasi 42.000 persone abbiano riportato ferite gravi dall’inizio della crisi nell’ottobre 2023.
Dati allarmanti: migliaia di feriti, molti dei quali bambini
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Secondo l’analisi, una lesione su quattro coinvolge bambini, mentre il totale delle persone ferite supera le 167.000 unità. Oltre 5.000 pazienti hanno subito un’amputazione, e si contano migliaia di casi di lesioni invalidanti:
- Più di 22.000 danni agli arti
- Oltre 2.000 lesioni spinali
- Circa 1.300 traumi cranici
- Più di 3.300 ustioni gravi
A questi numeri si aggiungono numerosi pazienti con danni complessi al volto e agli occhi, spesso in attesa di evacuazione medica. Si tratta di condizioni che, oltre a causare disabilità permanenti, generano forte disagio psicologico e stigma sociale.
Sistema sanitario al collasso: solo 14 ospedali ancora parzialmente attivi
La crisi umanitaria ha messo in ginocchio la rete sanitaria locale. Dei 36 ospedali presenti a Gaza, solo 14 sono ancora parzialmente funzionanti. I servizi di riabilitazione, già scarsi prima della guerra, sono oggi operativi a meno di un terzo della loro capacità originaria.
Nessuna struttura è attualmente in grado di funzionare al pieno delle sue possibilità, nonostante l’impegno straordinario dei paramedici e dei partner sanitari presenti sul territorio.
Mancano professionisti e attrezzature: solo 8 protesisti per migliaia di amputati
Prima del conflitto, a Gaza erano attivi circa 1.300 fisioterapisti e 400 terapisti occupazionali. Oggi, molti di questi operatori sono stati sfollati o uccisi. Solo a settembre 2024, almeno 42 specialisti in riabilitazione sono morti. Recentemente, un altro operatore sanitario è stato ucciso e uno ferito in un attacco che ha coinvolto anche altri due membri del personale sanitario.
Nonostante il numero elevato di amputazioni, l’intera Striscia di Gaza può contare su appena 8 protesisti, insufficienti a soddisfare le necessità dei pazienti che hanno perso uno o più arti.
Riabilitazione e salute mentale: un bisogno ignorato
“La riabilitazione non serve solo a chi ha subito un trauma fisico, ma anche a chi vive con disabilità croniche o condizioni mediche complesse”, ha dichiarato il Dott. Richard Peeperkorn, rappresentante dell’OMS nei Territori Palestinesi Occupati.
Oltre alle lesioni fisiche, il conflitto ha causato un pesante impatto psicologico: traumi, lutti, sfollamenti, malnutrizione e la mancanza di supporto adeguato aggravano la condizione mentale della popolazione. Secondo l’OMS, i servizi psicosociali a Gaza sono estremamente carenti, e occorre integrarli con urgenza nei percorsi di riabilitazione.
L’appello dell’OMS: proteggere la salute, fermare le ostilità
L’Organizzazione Mondiale della Sanità, insieme ai paramedici e ai partner locali, continua a operare in condizioni estreme per rispondere ai bisogni sanitari urgenti della popolazione. Tuttavia, il nuovo rapporto lancia un appello chiaro e urgente:
- Protezione immediata delle strutture e del personale sanitario
- Accesso continuo a carburante e forniture mediche
- Eliminazione delle restrizioni sull’ingresso di dispositivi e strumenti riabilitativi
- Cessate il fuoco immediato
“La popolazione di Gaza ha diritto alla salute, alla pace e alla possibilità di ricostruire la propria vita”, conclude l’OMS nel suo rapporto.