fotovoltaico

E’ la regione del Piemonte a conquistare il primo posto nella classifica della produzione di energia da fotovoltaico. Seguita da Lombardia e Veneto, a chiudere è invece la regione Basilicata.

La regione più efficiente è invece la Valle d’Aosta con 960.391 KWh prodotti ed una produzione attesa – secondo la misurazione PvgisVGIS (Photovoltaic Geographical Information System) – di 1.011.502 KWh; il rapporto tra produzione reale e produzione attesa è dunque del 95%. La media nazionale è del 65%. Seconda classificata l’Emilia Romagna con 37.939.525 KWh prodotti e 43.840.630 KWh attesi (rapporto dell’87%). Solo terzo il Piemonte, con 139.917.414 KWh prodotti e 162.741.031 KWh attesi (rapporto dell’86%). Efficienza all’85% invece per Abruzzo, Liguria e Lombardia; 84% per il Veneto.

Fotovoltaico, energia rinnovabile a basso impatto

L’energia solare è green, rinnovabile ed ha un impatto davvero minimo sull’ambiente. Scegliendola per la propria casa, o per la propria azienda, si possono ridurre le emissioni di CO2 e risparmiare sul medio-lungo periodo.

Questa tecnologia ha introdotto il modello dell’autoconsumo, che ha il vantaggio della produzione di energia vicino ai luoghi di consumo, spesso senza passare per la rete di distribuzione e quindi con pochi interventi strutturali; quindi con un consumo di suolo minimo e burocrazia ridotta.

Il modello di autoconsumo può essere anche condiviso, con le cosiddette comunità energetiche, ossia una pluralità di soggetti che condivide la stessa produzione di energia e la divide secondo necessità. Un esempio è quello dei condomini, sui quali è presente un impianto fotovoltaico ad alimentare più appartamenti.

In piazza per sbloccare le comunità energetiche

Nei giorni scorsi si è svolto un sit-in davanti al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica (Mase), a Roma. Il presidio è stato organizzato da Legambiente, Rete delle Comunità energetiche solidali, Kyoto Club, Free, Next per dire “stop ai ritardi e agli ostacoli che frenano lo sviluppo delle comunità energetiche rinnovabili in Italia“.

I manifestanti hanno spiegato che, in Italia, le Comunità energetiche rinnovabili (Cer), non trovano terreno fertile. E questo nonostante siano uno strumento efficace contro il caro bollette, l’emergenza climatica e la povertà energetica. La causa? I ritardi burocratici e spesso la mancanza delle regole attuative. Insomma basterebbe poco per essere più virtuosi.

Le associazioni hanno chiesto a Governo e al Parlamento appena insediati di “accelerare la conclusione dell’iter necessario per permettere in Italia lo sviluppo delle Comunità energetiche rinnovabili e di adoperarsi per superare tutte le difficoltà tecniche e burocratiche che impediscono lo sviluppo e l’alleggerimento della rete elettrica“; favorendone così il “vero potenziale ambientale, economico e sociale, oltre a quello strutturale“.