Autonomia differenziata

Il Presidente della FNOMCeO (Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri) Filippo Anelli ha inviato una lettera al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Nella missiva, Anelli denuncia l’escalation di violenza contro i medici e chiede per loro più sicurezza.

Al termine di un’estate ‘bollente’, che ha visto ogni giorno almeno un’aggressione verso professionisti della salute, il Presidente FNOMCeO ha inteso segnalare la grave situazione. In particolare, le «condizioni di esasperazione che la professione medica sta vivendo e che sono esplicitate da continue dimissioni». Queste si verificano soprattutto da parte di professionisti operanti in specifici ambiti quali emergenza e pronto soccorso.

Sono ormai quotidiani gli episodi di violenza fisica e non solo verbale contro i medici da parte di pazienti o parenti degli stessi. Episodi che si continuano a verificare nelle strutture sanitarie, nei pronto soccorso, nelle strutture di continuità assistenziale e anche presso le abitazioni di pazienti.

Urgono interventi da realizzare anche con i fondi del PNRR

I fatti di violenza disegnano un clima di odio, di insoddisfazione, di aspettative deluse incompatibili con una attività sanitaria realmente efficace. Le violenze perpetrate contro i medici, secondo Anelli, «inducono a ritenere avviato un processo di generale svalutazione della figura del professionista sanitario».

Da qui la richiesta di intervento, che, dopo i provvedimenti legislativi, dovrebbe ora essere svolto a livello organizzativo, anche con i fondi del PNRR. Come? Introducendo, per esempio, sistemi di controllo all’ingresso delle strutture, così come avviene negli aeroporti o nelle sedi istituzionali, che impediscano di introdurre armi proprie e improprie. E accorpando le sedi di guardia medica, in modo da non lasciare da soli i professionisti. Questi sono per la maggioranza donne e svolgono i turni di notte o festivi.

Il Presidente FNOMCeO: “Rafforzare il sistema di tutela”

La cornice normativa attuale con la procedibilità di ufficio costituisce un grande passo avanti dell’ordinamento del Paese. «Ma gli ultimi, quotidiani episodi di aggressione nei confronti dei professionisti sanitari – scrive Anelli – fanno ritenere urgente il rafforzamento del sistema organizzativo di tutela. Ciò per garantire l’assistenza e per creare una deterrenza che consenta di arginare fenomeni il cui aumento spesso è frutto di emulazione. Chiedo con forza di attivare sistemi di controlli di sicurezza nell’accesso alle strutture sanitarie. Non si comprende la difficoltà di attivazione di tali sistemi, a tecnologia semplice, già ordinariamente esistenti in molte strutture pubbliche. Ritengo sia giusto procedere all’accorpamento delle sedi di continuità assistenziale/guardia medica in un’unica struttura al termine dell’orario ambulatoriale per evitare di lasciare soli i medici. Troppe professioniste medico che operano in solitudine di notte, in locali isolati – rimarca il Presidente FNOMCeOhanno subito aggressioni. Favorite anche da una situazione ambientale non idonea». 

Ridefinire l’impianto assistenziale sanitario

Le suddette proposte organizzative costituiscono la base per una ridefinizione dell’impianto assistenziale sanitario e richiedono risorse dedicate.

«Il mio appello – conclude Anelli – è volto, Egregio Presidente, a porre alla Sua autorevole attenzione le condizioni di esasperazione che la professione medica sta vivendo. Queste sono esplicitate da continue dimissioni, soprattutto di professionisti operanti in specifici ambiti quali emergenza e pronto soccorso. Sono segnali a mio avviso da non sottovalutare. La richiesta che Le pongo e che affido alla Sua sensibilità è quella di una concreta attivazione che riporti sicurezza e serenità tra i professionisti».