In questo articolo rispondiamo a una domanda che ci siamo posti spesso e a cui è importante rispondere, specialmente se si hanno bambini in fase di crescita. Il fluoro nel dentifricio fa male? E il fluoro nell’acqua? Quanto deve essercene.

Cos’è il fluoro e a cosa fa bene e a cosa fa amle

Il fluoro è un elemento chimico appartenente al gruppo degli alogeni, noto per la sua elevata reattività. In natura non lo troviamo mai allo stato puro, ma sempre legato ad altri elementi, formando composti chiamati fluoruri. Questi fluoruri sono presenti nelle acque, nei terreni, negli alimenti e persino nell’aria in piccole quantità. Ad esempio, alcune acque minerali contengono naturalmente livelli elevati di fluoruri, a seconda della composizione geologica dell’area.

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Il fluoro e la prevenzione delle carie

Uno degli usi più conosciuti riguarda la prevenzione della carie dentale. Quando viene incorporato nei dentifrici e, in alcuni casi, nell’acqua potabile attraverso la fluorizzazione, il fluoro agisce rafforzando lo smalto dei denti. Li rende più resistenti agli attacchi degli acidi prodotti dai batteri che causano la carie.

È importante sapere che le concentrazioni di fluoro utilizzate in questi prodotti sono attentamente regolamentate: nei dentifrici, ad esempio, solitamente si aggirano intorno a 1000-1500 parti per milione (ppm), una quantità ritenuta sicura ed efficace.

Dose eccessivi di fluoro: problemi alla salute

Tuttavia, come per molte sostanze, l’effetto del fluoro dipende dalla dose. Se assunto in quantità eccessive,può causare problemi. Nei bambini, un’eccessiva ingestione, soprattutto durante lo sviluppo dei denti, può portare a una condizione chiamata fluorosi dentale. Questa è caratterizzata da macchie o decolorazioni sullo smalto. Nei casi più gravi, un’esposizione prolungata e a dosi elevate può causare fluorosi scheletrica, che comporta danni alle ossa e alle articolazioni.

Limiti e normative per l’esposizione al fluoro

Per questo motivo, esistono limiti e normative a livello internazionale per garantire che l’esposizione rimanga entro livelli sicuri. Organizzazioni come l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomandano che la concentrazione di fluoruri nell’acqua potabile non superi 1,5 milligrammi per litro, un valore che permette di ottenere i benefici per la salute dentale senza rischi per la salute generale.

Secondo queste limitazioni il fluoro nei dentifrici non rappresenta un pericolo per la salute se usato correttamente. Le quantità impiegate sono studiate per essere efficaci nel prevenire la carie e, allo stesso tempo, per non causare effetti collaterali dannosi. È comunque importante utilizzare il dentifricio secondo le indicazioni, soprattutto per i bambini, evitando l’ingestione eccessiva del prodotto.

Utilizzato correttamente quindi, il fluoro nei dentifrici è sicuro e non fa male, anzi, rappresenta uno strumento essenziale per la cura dei denti.

La fluorizzazione dell’acqua e dell’alimentazione: pro e contro

Il tema dell’integrazione del fluoro nella nostra alimentazione, sia attraverso l’acqua fluorizzata che mediante integratori, suscita dibattiti importanti. Sebbene tali pratiche siano state adottate per ridurre la carie dentale, un controllo eccessivo e non monitorato può comportare rischi significativi, soprattutto in termini di danni scheletrici e alterazioni neurologiche se le dosi superano quelle raccomandate.

Con l’acqua in particolare è piuttosto difficile controllare le dosi ingerite. Se poi ad esse si aggiungono dentifrici al fluoro e integratori il pericolo diventa oggettivo. Per questo motivo si preferisce evitare la fluorizzazione. Acquistare acqua in bottiglia che contiene naturalmente fluoro e un dentifricio al fluoro invece non risulta problematico, considerato il rispetto delle dosi di sicurezza. Ovviamente l’acqua va usata solo per bere e il dentifricio massimo tre volte al giorno senza ingerirlo.