Infortunio sulla neve. Una placca con sette viti è stata applicata alla sciatrice azzurra Sofia Goggia al termine di un intervento chirurgico. Intervento che è stato eseguito per ridurre la frattura articolare scomposta pluriframmentaria del pilone tibiale causata nel corso di un allenamento di gigante a Pontedilegno. L’operazione è perfettamente riuscita e la 31enne campionessa di Bergamo ha iniziato la fase passiva di fisioterapia.

L’incidente alla sportiva ha rappresentato una buona occasione per fornire alcune informazioni sulla fisioterapia sportiva. In primis, l’importanza del tempismo. Dal punto di vista chirurgico è fondamentale, ma è importantissimo anche da un punto di vista fisioterapico. Infatti, la sciatrice avrà ora 40 giorni di scarico sulla tibia operata, ma in realtà non starà mai ferma. La tibia, la gamba e il piede saranno in scarico, ma tutto il resto del suo corpo continuerà a lavorare.

Dalla tecnologia risposte ai pazienti più veloci e precise

Il fisioterapista deve avere due tipi di competenze.

«Il primo tipo di competenza riguarda la modalità di lavoro, le cosiddette ‘hard skills’, ovvero deve saper riabilitare, conoscere i tempi di recupero». Lo afferma Miriam Rosa, presidente del Gruppo di Interesse Specialistico (GIS) Sport dell’Associazione Italiana di Fisioterapia (AIFI). «Il fisioterapista – continua Rosa –  deve anche avere competenze un po’ più leggere, le ‘soft skills’, su come comunicare, come approcciare a un paziente. Deve sapere come gestire le relazioni con gli altri professionisti del team. Il fisioterapista sportivo non lavora mai da solo, ma sempre in equipe con un medico dello sport e un preparatore fisico. E deve avere una relazione con gli allenatori e con la staff tecnico, senza dimenticare che è sempre in costante aggiornamento. Difatti, la tecnologia ci consente di dare delle risposte più veloci e precise nel modo più sicuro possibile».

La presidente AIFI: Superato parlare di cicli di fisioterapia

Ora tutta l’Italia fa il tifo per rivedere quanto prima Sofia Goggia su una pista da sci. Ma proprio sui tempi di recupero della campionessa azzurra, la presidente Rosa invita a non parlare di ‘cicli di fisioterapia’.

«Questi atleti – sottolinea la presidente AIFI – si allenano tutto il giorno e anche in fase di recupero, come negli scorsi infortuni subiti da Goggia. L’abbiamo vista lavorare per otto ore di fisioterapia al giorno. Non esistono cicli di fisioterapia, sicuramente ci vorrà del tempo una volta che le verrà nuovamente concesso il carico. Da quel momento si valuterà quanto sarà il tempo di stop, ma non si può parlare di 30, 40, 50 sedute di fisioterapie, è una visione ormai superata».

Gli esercizi da compiere per il pieno recupero

Sono due le tipologie di esercizi che il fisioterapista sportivo mette in atto in simili e gravi infortuni per il pieno recupero dell’atleta. La numero uno del GIS Sport di AIFI Miriam Rosa rende noto che: «La prima tipologia riguarda il mantenimento». Gli esercizi saranno indirizzati per il rinforzo della parte addominale, «ovvero il ‘core’, degli arti superiori e degli arti inferiori per quanto possibile. Poi la sportiva potrà svolgere esercizi che andranno a utilizzare la gamba sana per attivare la parte di neuroni specchio sulla gamba operata. Le verranno dunque fatti fare dei movimenti specifici su piede, caviglia e gamba dell’arto non infortunato. Ciò per far sì che a livello di recupero si acceleri poi il movimento sulla gamba infortunata, una volta che le verrà tolto il gesso».