La sindrome da degenza ospedaliera e il delirium sono condizioni strettamente legate che possono manifestarsi in pazienti, soprattutto anziani o fragili, durante un ricovero in ospedale. Spesso non sono immediatamente riconosciute, ma possono avere conseguenze significative sulla salute fisica e mentale di chi ne soffre.
In questa pagina spieghiamo cosa sono queste condizioni, come si manifestano, come riconoscerle e cosa si può fare per gestirle e migliorare la qualità della vita del paziente.
Cos’è la Sindrome da Degenza Ospedaliera?
Indice dei contenuti
La sindrome da degenza ospedaliera è un insieme di condizioni e sintomi che si verificano in seguito a un periodo prolungato di ricovero in ospedale, specialmente quando il paziente rimane immobilizzato o fortemente limitato nelle attività fisiche. Il termine viene spesso usato per descrivere un deterioramento fisico e mentale che può interessare i pazienti, in particolare quelli più anziani o con condizioni croniche.
Si verifica spesso quando il paziente si risveglia in ospedale dopo un intervento, senza avere preso coscientemente la decisione di recarsi autonomamente in ospedale.
Quali sono le cause della sindrome da degenza ospedaliera?
Le principali cause della sindrome da degenza ospedaliera includono:
- Immobilità prolungata: restare a letto per molti giorni o settimane può portare a una perdita di forza muscolare e a una riduzione della mobilità nonché alla perdita di tono muscolare e massa magra.
- Isolamento sociale: essere lontano dall’ambiente familiare e dalle persone care può causare sentimenti di solitudine, spaesamento e isolamento.
- Riduzione della stimolazione cognitiva: l’ospedale non sempre offre sufficienti stimoli mentali per mantenere attiva la mente, portando a una riduzione delle capacità cognitive.
- Uso di farmaci: molti farmaci utilizzati durante un ricovero ospedaliero possono avere effetti collaterali che contribuiscono a un peggioramento fisico e mentale.
Quali sono le conseguenze della sindrome da degenza?
La sindrome da degenza ospedaliera può portare a una serie di conseguenze, tra cui:
- Atrofia muscolare: la perdita di massa muscolare può rendere difficile anche solo alzarsi dal letto o camminare.
- Perdita di autonomia: molti pazienti diventano dipendenti dagli altri per svolgere attività quotidiane come vestirsi, lavarsi o mangiare. L’applicazione del catatere e del pannolone per evitare le cadute dei pazienti incidono sull’autonomia.
- Complicazioni respiratorie e cardiovascolari: l’inattività può causare problemi respiratori e ridurre la capacità cardiaca.
- Declino cognitivo: la mente può diventare meno attiva, con effetti negativi sulla memoria e sulla capacità di ragionamento.
Cos’è il Delirium: una definizione
Il delirium è uno stato di confusione mentale acuta che si sviluppa rapidamente, di solito in poche ore o giorni. Non è una malattia in sé, ma un sintomo di una condizione sottostante o di un cambiamento nelle condizioni fisiche del paziente. Il delirium è molto comune tra i pazienti ricoverati, specialmente negli anziani, e può manifestarsi in maniera improvvisa, spesso senza preavviso.
Si stima che ne sia interessato 1 paziente su 5, ma lo stato rimane spesso sottovalutato e non diagnosticato, con conseguenze negative sul piano clinico-funzionale e dei costi assistenziali. Può durare ore, giorni, settimane e i sintomi possono variare anche nell’arco della giornata. Non è da confondere con la Demenza, che è invece una graduale e lenta perdita delle funzioni cognitive progressiva e permanente.
I pazienti sopravvissuti a un arresto cardiaco manifestano solitamente il delirium al risveglio dal coma. Le cause del delirium possono essere diverse e le vediamo qui di seguito.
Quali sono le cause del Delirium?
Il delirium può essere causato da una varietà di fattori, tra cui:
- Infezioni: un’infezione, come la polmonite o un’infezione del tratto urinario, può scatenare il delirium, specialmente negli anziani.
- Farmaci: l’uso di certi farmaci, o la loro interazione, può influire negativamente sul cervello, causando confusione e disorientamento.
- Squilibri metabolici: bassi livelli di sodio, disidratazione, o altri problemi metabolici possono contribuire allo sviluppo del delirium.
- Chirurgia: gli interventi chirurgici, in particolare quelli complessi o con anestesia generale, aumentano il rischio di delirium.
- Privazione del sonno: il sonno disturbato o insufficiente può peggiorare lo stato mentale del paziente. La privazione del sonno è molto comune in ospedale, non solo per la presenza del dolore per la condizione dissociante tipica della degenza.
- Dolore non controllato: un dolore intenso e non gestito correttamente può contribuire allo sviluppo del delirium.
- Tutte le condizioni acute (infezioni, disidratazione, ictus, dolore, stitichezza, farmaci, ipo/iperglicemia, essere in un posto non familiare, interventi chirurgici)
- Deficit sensoriali (udito e vista)
Come si manifesta il Delirium? I sintomi più comuni
Il delirium può presentarsi in tre forme principali:
- Delirium iperattivo: caratterizzato da agitazione, iperattività, irrequietezza e talvolta allucinazioni. Il paziente può essere disorientato, confuso e manifestare comportamenti aggressivi.
- Delirium ipoattivo: il paziente appare letargico, sonnolento, poco reattivo e disinteressato all’ambiente circostante. Questa forma è spesso più difficile da riconoscere, ma è ugualmente grave.
- Delirium misto: una combinazione delle due forme precedenti, con periodi alternati di agitazione e letargia.
Il delirium può variare di intensità durante la giornata, peggiorando spesso di notte (un fenomeno noto come “sundowning”).
Come riconoscere il Delirium e la Sindrome da degenza ospedaliera
Riconoscere la sindrome da degenza ospedaliera e il delirium non è sempre facile, poiché i sintomi possono essere confusi con altre condizioni, come la demenza o la normale stanchezza da malattia. Tuttavia, ci sono segnali chiari da tenere d’occhio.
Tra i principali sintomi sono inclusi:
- Debolezza muscolare: il paziente fatica a muoversi, anche dopo brevi periodi di immobilità.
- Perdita di autonomia: non riesce più a svolgere attività che prima svolgeva da solo.
- Problemi respiratori
- Cambiamenti nel comportamento e della personalità: il paziente può apparire disorientato, confuso o depresso (sentire o vedere cose o persone che non ci sono, ansia, aggressività, agitazione, apatia, eccessiva sonnolenza, rifiuto all’alimentazione).
- Linguaggio o pensiero confusi
- Difficoltà a mantenere l’attenzione
- Confusione improvvisa
- Pensieri paranoici (ovvero il pensiero che gli altri possano fargli del male)
- Disorientamento: il paziente non sa dove si trova, non riconosce le persone o il tempo.
- Variazioni dell’umore: Il paziente può passare dall’agitazione alla calma in pochi istanti.
- Alterazioni nel ciclo sonno-veglia: può dormire durante il giorno e restare sveglio e agitato di notte.
Cosa fare per migliorare la situazione?
Intervenire tempestivamente è fondamentale per ridurre i rischi e migliorare la qualità di vita del paziente. Ecco alcune strategie che possono essere messe in atto.
- Adottare con il paziente un atteggiamento calmo e rassicurante
- Utilizzare frasi brevi
- Portare al paziente occhiali e protesi acustiche se è abituato ad indossarli a domicilio
- Cercare di restare con lui il più possibile
- Incoraggiarlo a alzarsi dal letto e camminare
- Aiutarlo a mangiare e bere
Prevenzione e gestione della Sindrome da Degenza Ospedaliera
- Mobilizzazione precoce: anche un movimento minimo, come sedersi sul bordo del letto o fare piccoli passi, può fare una grande differenza.
- Esercizi fisici leggeri: gli esercizi guidati da un fisioterapista possono aiutare a prevenire l’atrofia muscolare.
- Stimolazione cognitiva: leggere, parlare, ascoltare musica o fare attività mentali possono mantenere attivo il cervello.
- Supporto emotivo e sociale: il contatto con la famiglia e con gli amici è essenziale per ridurre l’isolamento e favorire il recupero.
Prevenzione e gestione del Delirium: cosa fare
- Ambiente tranquillo e familiare: creare un ambiente ospedaliero che somigli il più possibile a casa, con oggetti personali, può aiutare a ridurre il disorientamento.
- Gestione del dolore: un adeguato controllo del dolore riduce il rischio di delirium.
- Adeguato supporto nutrizionale e idratazione: un’alimentazione bilanciata e una corretta idratazione sono essenziali.
- Stimolazione sensoriale: aiutare il paziente a mantenere un buon ritmo sonno-veglia con la luce naturale, e garantire l’uso di occhiali e apparecchi acustici se necessari, può ridurre il disorientamento.
La guarigione e la reversibilità è possibile
La buona notizia è che sia la sindrome da degenza ospedaliera che il delirium sono condizioni potenzialmente reversibili, se trattate correttamente e tempestivamente.
- Sindrome da degenza ospedaliera: con la riabilitazione fisica e il supporto appropriato, la maggior parte dei pazienti può recuperare una buona parte della mobilità e dell’autonomia, anche se il processo può richiedere tempo. Solitamente dopo il rientro nell’ambiente famigliare di casa i sintomi scompaiono, improvvisamente o piano piano, a seconda dei casi.
- Delirium: nella maggior parte dei casi, il delirium scompare una volta risolta la causa sottostante (ad esempio, un’infezione o l’interazione con farmaci). Tuttavia, è importante che il recupero sia monitorato, poiché può lasciare strascichi, soprattutto nei pazienti più fragili.
Farmaci per il delirium e la degenza ospedaliera
Non esistono farmaci per il trattamento della malattia e l’identificazione e la cura della cause scatenanti rappresentano gli interventi principali, insieme alla presenza di un caregiver o di un familiare vicino al paziente.
Cosa può succedere dopo la dimissione
Una persona con delirium può presentare i sintomi anche per giorni o settimane dopo il ricovero. Alcune persone possono tornare alla situazione cognitiva precedente, altre no. In ogni caso al rientro a domicilio occorre contattare il medico di medicina generale per segnalare le problematiche che si sono verificate durante il ricovero e programmare una visita multidimensionale geriatrica (se l’età è superiore ai 65 anni) o visita neurologica (se l’età è inferiore ai 65 anni) presso i Centri disturbi cognitivi e demenze (CDCD) dell’area metropolitana.