Il Crizotinib è la molecola che costituisce il principio attivo di un chemioterapico usato in monoterapia per il trattamento del carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC), nei pazienti adulti, in tre diverse condizioni.
- In prima linea per il trattamento di NSCLC positivo per ALK (chinasi del linfoma anaplastico) in stadio avanzato;
- Per il NSCLC positivo per ALK in stadio avanzato, in pazienti pretrattati;
- Per il trattamento del NSCLC positivo per ROS1 in stadio avanzato.
Il Crizotinib è anche usato per il trattamento del Linfoma anaplastico ALK positivo e, dal 7 marzo 2022, rientra tra i medicinali erogabili a totale carico del Servizio sanitario nazionale per questa patologia. Come per ogni chemioterapico, l’utilizzo di Crizotinib deve avvenire sotto stretto controllo medico. Il test per l’ALK o per ROS1 è necessario per capire se iniziare la terapia con questo farmaco.
Meccanismo d’azione di Crizotinib
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Il Crizotinib è una molecola di piccole dimensioni che è in grado di inibire in modo selettivo il recettore tirosin-chinasi (RTK) di ALK e delle sue varianti oncogeniche, cioè capaci di generare il tumore. Crizotinib è anche un inibitore del recettore tirosin-chinasi di altri recettori quali:
- Hepatocyte Growth Factor;
- Receptor (HGFR, c-Met);
- ROS1 (c-ros);
- Recepteur d’Origine Nantais (RON) RKT.
In base agli studi effettuati sul farmaco, Crizotinib “ha dimostrato un’attività inibitoria potente e selettiva sulla crescita e ha indotto apoptosi nelle linee cellulari tumorali che mostravano prodotti di fusione di ALK, varianti di fusione ROS1 o che mostravano amplificazione dei geni ALK o MET“. Così riporta il report Aifa.
L’assorbimento del farmaco avviene con un picco plasmatico di 4-6 ore dall’assunzione di una dose singola a digiuno; con una assunzione di due volte al giorno, lo steady state (stato stazionario) è stato raggiunto in 15 giorni. L’eliminazione di Crizotinib, dopo la somministrazione di dosi singole, avviene dopo circa 42 ore; oltre il 60% nelle feci e circa il 20% nelle urine.
Precauzioni per l’utilizzo di Crizotinib
L’utilizzo di Crizotinib, come si è detto in precedenza, deve essere soltanto sotto stretto controllo di un medico specializzato in oncologia. Normalmente lo schema del dosaggio prevede una somministrazione continua, due volte al giorno. Se il paziente dovesse dimenticare una dose, quest’ultima dovrebbe essere assunta appena se ne ricorda, purché non sia meno di 6 ore prima della dose successiva. Mai assumere due dosi contemporaneamente per recuperare quella dimenticata. La capsula deve essere deglutita intera (non rotta, né disciolta o aperta), meglio se con acqua. Con o senza cibo, è indifferente, ma mai con pompelmo o succo di pompelmo. Evitare anche l’erba di San Giovanni, esattamente come per Osimertinib, un altro chemioterapico; può infatti verificarsi una riduzione della concentrazione plasmatica del farmaco, con la conseguente riduzione dell’efficacia della terapia.
Precauzioni per le donne – Le donne potenzialmente fertili non devono iniziare una gravidanza durante il trattamento. Devono quindi usare adeguati metodi contraccettivi per tutto il periodo della terapia e per almeno i 90 giorni successivi al termine. Se somministrato in gravidanza, Crizotinib può causare danni al feto; non deve essere quindi somministrato “a meno che le condizioni cliniche della donna rendano necessario il trattamento” – spiega Aifa nel foglio illutrativo. Anche l’allattamento al seno deve essere evitato mentre si è in terapia con Crizotinib.
Fertilità maschile e femminile – Crizotinib potrebbe compromettere la fertilità dei soggetti in trattamento, siano essi uomini o donne. Prima di iniziare la terapia, infatti, i pazienti in età fertile dovrebbero parlare con il proprio medico di come preservare la propria condizione.
Controindicazioni all’uso di Crizotinib
Esistono diverse controindicazioni all’utilizzo per Crizotinib, ecco perché è sempre necessario che il farmaco sia prescritto e somministrato sotto la stretta osservazione di un medico specializzato.
Tra le principali controindicazioni per Crizotinib troviamo:
- Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti;
- Epatotossicità: i parametri di funzionalità epatica devono essere controllati una volta a settimana per i primi due mesi di trattamento; poi anche una volta al mese e infine solo in caso di tossicità di grado 2, 3 o 4;
- Malattia polmonare interstiziale o polmonite: i pazienti con sintomi polmonari indicativi di ILD/polmonite devono essere monitorati e il Crizotinib deve essere sospeso fino al termine della diagnosi differenziale.
Reazioni avverse causate da Crizotinib
Varie possono essere le reazioni avverse al Crizotinib. Neutropenia e leucopenia sono tra queste. Si tratta, rispettivamente, di una riduzione del numero di neutrofili circolanti e di un numero di globuli bianchi nel sangue inferiore alla norma. Può anche verificarsi una perforazione gastrointestinale: particolare attenzione deve essere posta nei pazienti con una anamnesi di diverticolite, con metastasi nel tratto gastrointestinale e nelle cui terapie ci sia l’uso concomitante di medicinali con un rischio riconosciuto di perforazione gastrointestinale. Altre reazioni avverse comuni possono essere nausea (57%), diarrea (54%), vomito (51%) e stipsi (43%); occorre valutare dunque, caso per caso, il trattamento della sintomatologia.
Raccomandato è il monitoraggio della funzionalità renale, soprattutto in presenza di fattori di rischio o precedente danno. Si sono verificati, infatti, casi di insufficienza renale e di insufficienza renale acuta. Relativamente agli effetti sulla vista, si sono verificati casi di perdita grave della visione. È dunque necessaria cautela quando si guidano veicoli o si usano macchinari: non solo per i disturbi visivi, ma anche per una potenziale manifestazione di bradicardia sintomatica o affaticamento.
Cardiotossicità legata all’uso di Crizotinib
Un capitolo a parte merita il rischio di cardiotossicità correlato all’uso di Crizotinib. Si tratta infatti di una reazione avversa nota, ma dalle conseguenze che possono essere anche gravi.
Esistono due tipi di cardiotossicità:
- on-target: strettamente legata al farmaco; esso infatti blocca il segnale cellulare e ne impedisce la crescita, causando quindi disfunzione cardiaca;
- off-target: quando vengono inibite in maniera aspecifica le chinasi coinvolte in importanti funzioni cardiache.
Il Crizotinib è stato associato a diversi effetti cardiaci, tra cui il prolungamento dell’intervallo QT e la bradicardia (13%).
Nel primo caso il rischio è aumentato per tachiaritmie ventricolari (ad esempio, torsioni di punta) e per morte improvvisa. “Occorre considerare i benefici e rischi potenziali di Crizotinib prima di iniziare la terapia in pazienti con bradicardia pre-esistente, con anamnesi o predisposizione al prolungamento dell’intervallo QTc, in terapia con antiaritmici o altri medicinali noti per prolungare l’intervallo QT e nei pazienti con rilevante cardiopatia pre-esistente e/o disturbi degli elettroliti“. Così riporta il foglio illustrativo Aifa.
Per quanto riguarda la bradicardia, è possibile che essa si manifesti dopo alcune settimane di trattamento; bisogna dunque tenere sempre monitorate la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa; nonché evitare il più possibile l’uso di Crizotinib in combinazione con altri agenti bradicardizzanti.
Casi di insufficienza cardiaca si sono verificati durante gli studi clinici e durante la sorveglianza dopo l’immissione in commercio. Alcuni casi gravi sono stati segnalati in pazienti con o senza patologie cardiache preesistenti. Chi è in trattamento con Crizotinib deve essere quindi sempre monitorato e, in presenza di segni e sintomi riconducibili ad insufficienza cardiaca, il farmaco deve essere sospeso o la dose deve essere ridotta; oppure interrotto nei casi più gravi. Dispnea, edema, rapido aumento ponderale per ritenzione di liquidi sono sintomi di insufficienza cardiaca.
Altri farmaci chemioterapici: i più diffusi
Nella chemioterapia, che può essere di tipo adiuvante o neoadiuvante, possono essere usati diversi tipi di farmaci a seconda di quale tumore ci troviamo a dover combattere; oppure a seconda dello stadio, o dei tempi di inizio della terapia. Se adiuvante infatti segue l’intervento chirurgico ed è volto alla prevenzione di eventuali recidive; se neoadiuvante, la chemioterapia è somministrata allo scopo di ridurre le dimensioni di un tumore prima dell’intervento chirurgico o della radioterapia per potenziarne gli effetti.
Tra i farmaci usati per l’inibizione dei processi di crescita e divisione cellulare ci sono: Taxolo, Cisplatino, Gemcitabina, Nintedanib, Pemetrexed, Trametinib. Oltre al Crizotinib, gli altri farmaci che invece sono utili nella cura di tumori caratterizzati dalla positività a ALK sono: Alectinib, Brigatinib, Carboplatino e Ceritinib. Poi abbiamo Etoposide, Osimertinib, Vinorelbina.
Prevenzione, l’arma migliore contro i tumori
La prevenzione primaria è l’arma migliore per difendersi dal cancro. Portare avanti un sano stile di vita, in un ambiente salubre e curato, aiuta a mantenersi in salute. E se l’ambiente è inquinato? Bisogna bisogna impegnarsi in prima persona perché chi ha il dovere di farlo, esegua la bonifica.
Nel caso dell’amianto, purtroppo, le cose procedono ancora troppo a rilento. Lo ha sottolineato in più occasioni l’avv. Ezio Bonanni in veste istituzionale come presidente dell’ONA – Osservatorio nazionale amianto; un esempio, durante il colloquio con il sottosegretario alla Salute on. Costa (15/03/2022).
Possiamo proteggerci anche con la prevenzione secondaria e quindi con un monitoraggio costante della salute, soprattutto se per lavoro siamo esposti a fonti di inquinamento o a sostanze tossiche. Fondamentale è l’adesione a programmi di screening, che possono favorire una diagnosi precoce. Attraverso la prevenzione terziaria tuteliamo invece i nei nostri diritti e quelli dei nostri familiari.
Come ottenere una consulenza sanitaria gratuita
Puoi ottenere una consulenza gratuita per Crizotinib grazie al servizio offerto dall’Osservatorio Vittime del Dovere APS. Si tratta di una associazione che è vicina alle vittime di tumori, alle persone che sono rimaste esposte a sostanze cancerogene, nocive e tossiche e che temono per la propria salute; o che temono che essa ne sia rimasta danneggiata. L’Osservatorio riconosce il valore e l’importanza della prevenzione primaria. Quest’ultima rappresenta infatti il primo scudo di protezione contro l’insorgenza delle malattie, ancora prima che esse si sviluppino. La prevenzione secondaria monitora e cura, ma spesso quando il danno è già avvenuto. La prevenzione terziaria si attiva quando c’è bisogno di giustizia, per far valere i diritti propri e quelli della famiglia.
L’Osservatorio è un alleato per tutto ciò che riguarda i diritti, la giustizia, l’orientamento sanitario. Il suo obiettivo come associazione è infatti quello di informare in modo corretto le persone. La testata giornalistica “Diritto alla Salute” è l’esempio di quanto l’Osservatorio Vittime del Dovere creda nella prevenzione primaria. Come realizza questo obiettivo? Lo fa mediante la consulenza gratuita scritta, con tutte le informazioni, che però non sostituiscono mai il parere del medico curante e del Sistema sanitario nazionale.
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