Le emicranie, con il loro dolore pulsante e la sensibilità estrema alla luce e ai suoni, colpiscono milioni di persone nel mondo. In particolare, molte donne notano che queste cefalee debilitanti tendono a peggiorare proprio durante il ciclo mestruale. Ma cosa c’è dietro a questo fenomeno? Una nuova ricerca sta facendo luce su come gli ormoni riproduttivi, in particolare il progesterone, potrebbero essere i principali responsabili di questo peggioramento

Una questione di ormoni: il ruolo del progesterone e del ciclo mestruale nelle emicranie

Ciclo ed emicrania: una questione ormonale? Uno studio approfondisce la questione

Le emicranie colpiscono circa milioni di persone nel mondo, e quasi un quarto di queste sperimenta almeno quattro attacchi gravi ogni mese. Ciò che colpisce, tuttavia, è la disparità di genere: tre volte più donne rispetto agli uomini soffrono di mal di testa lancinanti, soprattutto durante gli anni riproduttivi. Questo fatto suggerisce un legame con gli ormoni riproduttivi, in particolare con il progesterone e gli estrogeni, che variano durante il ciclo mestruale.

Durante le mestruazioni, i livelli di progesterone e estrogeni sono infatti particolarmente bassi. Alcune donne soffrono di emicranie esclusivamente durante il ciclo, un fenomeno noto come “emicranie mestruali”. Questi attacchi tendono a essere più intensi e difficili da trattare rispetto a quelli che avvengono in altri momenti del mese. Gli episodi ricorrenti, inoltre, aumentano il rischio di sviluppare una forma cronica di questa condizione, oltre a esporre chi ne soffre al pericolo di abuso di farmaci.

Un’indagine sui topi: come gli ormoni influenzano il dolore

Per capire meglio come il progesterone influisce sull’emicrania, un gruppo di ricercatori ha condotto uno studio sui topi, concentrandosi su come questo ormone regola la sensibilità al dolore. Le femmine di topo, come le donne, sperimentano cambiamenti ciclici nei loro livelli ormonali durante il “ciclo estrale”, che dura da quattro a cinque giorni.

Il team di ricerca ha iniziato applicando fili sottili di peso crescente alle zampe posteriori dei topi per valutare la loro sensibilità al tocco. I topi manifestavano il loro disagio ritirando la zampa. Cosa che ha permesso ai ricercatori di misurare la loro reazione al dolore. I risultati hanno mostrato che la sensibilità al dolore era maggiore alla fine del ciclo, quando i livelli di ormoni riproduttivi erano bassi, rispetto a quando i livelli ormonali erano più alti a metà ciclo.

«Abbiamo scoperto che la sensibilità al dolore era più alta nei topi alla fine del ciclo, quando i livelli di ormone riproduttivo sono bassi rispetto ai topi a metà ciclo, quando i livelli di ormone riproduttivo sono alti», hanno spiegato.

Progesterone e dolore: un legame diretto

Per confermare il ruolo del progesterone, i ricercatori hanno rimosso le ovaie dei topi per eliminare i cambiamenti ormonali naturali e hanno poi somministrato estrogeni seguiti da progesterone, o semplicemente una soluzione salina. Gli animali trattati con progesterone hanno mostrato una maggiore sensibilità al tatto, mentre quelli trattati con salina no.

«Il progesterone sembra esercitare i suoi effetti stimolando i recettori specifici nel cervello, modulando l’espressione di diversi geni», hanno aggiunto i ricercatori. Questo suggerisce che il progesterone possa rendere le persone più vulnerabili al dolore, particolarmente durante le mestruazioni.

Recettori del progesterone: i colpevoli nascosti?

I ricercatori hanno poi esaminato se i recettori del progesterone presenti nei neuroni che partecipano alle vie del dolore dell’emicrania potessero essere responsabili di questa maggiore suscettibilità.

Nei topi senza recettori del progesterone nel cervello, il l’ormone non ha ridotto la loro soglia di dolore. Al contrario, quando i recettori del progesterone sono stati attivati tramite un farmaco, la suscettibilità al dolore è aumentata.

«Il progesterone ha regolato la sensibilità agli stimoli meccanici e freddi, ma non alla sensibilità agli stimoli del calore e della luce».

Così dichiarano i ricercatori, confermando così un legame diretto tra questo ormone e la percezione del dolore.

L’induzione dell’emicrania

Per simulare l’emicrania nei topi, i ricercatori hanno utilizzato la nitroglicerina, una sostanza che induce sintomi simili a quelli dell’emicrania negli esseri umani. Hanno osservato che, quando i recettori del progesterone venivano attivati, la suscettibilità all’emicrania aumentava significativamente. Al contrario, i topi privi di questi recettori mostravano una resistenza al dolore indotto dalla nitroglicerina.

«La nostra ricerca ha dimostrato che i recettori del progesterone nel cervello sono una delle cause della maggiore suscettibilità delle donne all’emicrania», ha affermato il team di ricerca. «I cambiamenti ciclici nei livelli di progesterone durante il ciclo mestruale attivano questi recettori, scatenando potenzialmente un’emicrania».

Prospettive future: nuove vie per il trattamento dell’emicrania

Questi risultati aprono nuove strade per il trattamento dell’emicrania. «Il recettore del progesterone potrebbe diventare un bersaglio farmacologico per prevenire o trattare l’emicrania», hanno suggerito i ricercatori. Mentre il team continua a esplorare come i recettori del progesterone aumentano la sensibilità al dolore, sperano di identificare nuove strategie terapeutiche per alleviare le sofferenze di milioni di donne.

In sintesi, questa ricerca offre una spiegazione del perché le emicranie siano più frequenti e severe durante le mestruazioni.

Inoltre, apre anche la possibilità di sviluppare trattamenti più mirati, migliorando la qualità della vita di chi soffre di questa condizione debilitante.