Negli ultimi anni, l’aspettativa di vita delle pazienti con carcinoma mammario in fase avanzata è migliorata grazie all’arrivo di farmaci innovativi. Secondo gli esperti, il miglioramento si deve anche al processo di evoluzione in corso che riguarda l’implementazione di nuovi modelli sanitari e delle reti oncologiche regionali. Oltre che alla definizione dei Pdta (Percorsi diagnostici terapeutici assistenziali), che oggi consentono una presa in carico complessiva delle pazienti.

Un esempio di efficienza, come sottolineato anche nel Piano oncologico nazionale, sono poi i centri di senologia, cioè le Breast Unit istituite in ogni Regione. Ciò a seguito del documento di intesa Stato-Regioni del dicembre 2014, che ne ha individuato le linee di indirizzo sulle modalità organizzative ed assistenziali.

Su questi argomenti si è discusso a Napoli nell’ambito del 45esimo Congresso Nazionale dei farmacisti ospedalieri SIFO. Precisamente durante il simposio “Carcinoma mammario avanzato: nuovi scenari per la gestione e il trattamento dei pazienti”.

Garantire uniformità di cura, accesso e presa in carico

Una delle sfide per il nostro Paese è quella di eliminare le disparità tra le Regioni nella gestione delle pazienti con il tumore del seno.

Oggi, ciò che deve essere ancora migliorato, oltre alla diagnosi precoce, è una rapida presa in carico delle pazienti. Le pazienti metastatiche non hanno una ‘porta d’accesso’ ben individuata se non all’interno di una rete oncologica. O di percorsi diagnostico-terapeutici ben delineati a livello regionale e recepiti dalle singole aziende ospedaliere. Da qui si comprende come spesso non ottengano nemmeno rivalutazioni nei tempi corretti.

Tuttavia, c’è ancora molta strada da fare per garantire uniformità di cura, accesso e presa in carico delle pazienti con diagnosi di carcinoma mammario avanzato.

Cos’è il carcinoma mammario avanzato

Nel corso dell’evento, gli esperti hanno spiegato cos’è il carcinoma mammario avanzato. «Si tratta di un carcinoma nel quale il tumore è andato al di là del seno e ha coinvolto organi a distanza, come polmone, fegato, ossa. Oggi, in Italia, convivono con questo tipo di neoplasia oltre 40mila persone. I nuovi farmaci biotech, come il farmaco anticorpoconiugato sacituzumab govitecan (antibody-drug conjugate, ADC) rappresentano un cambiamento nel trattamento di queste pazienti. Sono farmaci in grado di veicolare potenti chemioterapie all’interno di cellule in maniera selettiva», hanno concluso gli esperti. 

Per quanto riguarda le cure integrative, praticare meditazione, yoga o trascorrere un po’ di tempo all’aria aperta facilita l’adesione alle cure. Utile il supporto dello psiconcologo oppure la possibilità di sapere qual è la giusta alimentazione.

Le difficoltà riscontrate dalle pazienti con carcinoma

Molte sono le difficoltà riscontrate dalle pazienti con carcinoma mammario metastatico, tra accesso alle terapie innovative, qualità della vita e gestione integrata della cura.

La prima difficoltà riguarda l’accesso alle cure innovative, perché alcuni tipi di tumore metastatico sono abbastanza aggressivi e non bisogna perdere tempo, soprattutto per questioni burocratiche.

Una volta che il farmaco è stato approvato da EMA e AIFA, a livello regionale le pratiche dovrebbero essere più veloci.

Il secondo punto riguarda la qualità della vita. Quello che dicono tutte le pazienti è ‘vogliamo vivere e non sopravvivere’. Questo vuol dire che una paziente, anche se sottoposta a cure pesanti, dovrebbe poter avere la possibilità di vivere quasi come prima la propria vita.